Patto di Chirac con 4 diavoli

Patto di Chirac con 4 diavoli «Le Monde» rivela come Parigi avrebbe ottenuto la fine delle bombe Patto di Chirac con 4 diavoli Promesse alle Fari, armi alla Siria (garante), ricatti (con Hobeika) e favori all'Algeria (mediatrice) PARIGI — Il governo francese avrebbe non solo trattato, ma raggiunto una tregua con i terroristi che nel settembre scorso hanno seminato Parigi di bombe. Promettendo alle Fari -clemenzaper 11 loro capo, Georges Ibrahim Abdallah, e armi alla Siria, tramite e garante di tutta l'operazione. Con, in più, qualche favore anche all'Algeria (altro «mediatore») e l'appoggio di una delle milizie libanesi legate a Damasco, pronta a compiere rappresaglie In caso di rottura del patto. La rivelazione, pubblicata ieri in prima pagina da Le Monde, è di quelle destinate a far tremare 1 palazzi del potere, che finora hanno smentito le voci di negoziati segreti filtrate da quando gli attentati sono finiti, quasi d'Incanto. Tutte le solenni dichiarazioni di fermezza sarebbero menzogne, se quanto ha scritto Le Monde sarà confermato. Con ripercussioni ancora imprevedibili, ma inevitabili, sia all'interno (un pericolo per la «coabitazione» tra Chirac e Mitterrand), sia all'esterno (un colpo alla credibilità della Francia). La tregua sarebbe stata concordata al termine di una trattativa complessa, che ha visto impegnati ministri francesi, uomini dei servizi di sicurezza, lo stesso monsignor Hilarion Capucci, che visitò in carcere Abdallah a Parigi. Un mosaico di iniziative apparentemente confuse che il giornale riconduce in un unico disegno costruito su tre elementi. Primo elemento: la concessione alle Frazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi, che hanno scatenato l'ondata di attentati (dodici morti in due settimane). Le Monde la definisce -il messaggio inviato ai terroristi-: una tregua fino al febbraio del prossimo anno, data prevista per il secondo processo contro Georges Ibrahim Abdallah. Quello più importante, che vede il capo delle Fari Imputato di complicità nell'assassinio di due diplomatici (un americano e un israeliano) uccisi nell'82 a Parigi. Se non ci saranno altre bombe — questo è il «messaggio- — le probabilità di un'assoluzione per Abdallah aumenteranno. E poiché la prima condanna (quattro anni per detenzione di armi) è stata già scontata a metà, non ci sarebbero più Impedimenti a una sua scarcerazione. Il secondo elemento è il ruolo giocato dalla Siria (e dall'Algeria) nella trattativa. Secondo Le Monde, il clan Abdallah (guidato dai fratelli del capo terrorista) resta un'emanazione di Damasco, ma avrebbe -agito con una certa autonomia-. La Siria, insomma, avrebbe «saputo e fasciato fare- fino a quando gli emissari di Parigi (Il ministro della Cooperazione, Michel Aurillac, e il direttore del controspionaggio, Bernard Gerard) non hanno convinto Assad a rimettere in riga le Fari. In cambio sarebbe stata offerta la fornitura d'armi, ora bloccata dalle ripercussioni delia rottura del rapporti diplomatici tra Inghilterra e Siria che ha spiazzato la Francia. All'Algeria (altro protettore delle Fari) sarebbe stato promesso un atteggiamento duro con gli oppositori del presidente Chadli Benjedid: quei seguaci dell'ex presidente Ahmed Ben Bella che opeEnrico Singer (Continua a pagina 2 In settima colonna)