Uno dei br presi a Parigi fu nella colonna torinese
Uno deibrpresi a Parigi fa nella colonna torinese Passigatti aveva il ruolo di nascondere le armi Uno deibrpresi a Parigi fa nella colonna torinese PARIGI — I due brigatisti arrestati mercoledì a Sud di Parigi continuano a tacere. Sulla loro attività clandestina in Francia non si sa molto, non si e ancora certi se fossero a contatto con, altri gruppi di latitanti italiani oppure con 1 terroristi di «Action Dlrecte». Per ora Umberto Passigatti, 34 anni, novarese, e Roberto Peli, 31 anni, originario di un piccolo centro del Bresciano, Torbole-Casaglia, sono stati trasferiti nella prigione di FleuryMerogis e hanno nomi tato come loro difensore un noto legale francese: al tratta di Jacques Verges, avvocato del presunto capo delle Fari libanesi, Georges Ibrahim Adballah. Per i due l'accusa è di furto d'automobile, uso di documenti d'identità falsi, falsificazione di documenti amministrativi, falso e uso di falso. Oli inquirenti stanno va¬ gliando la loro posizione, anche in considerazione della storia del più noto dei due, il novarese Passigatti, che negli anni di piombo ha militato nella colonna torinese Br. Umberto Passigatti era stato condannato nel novembre 1984 a sei anni di reclusione dalla corte d'assise di Torino per partecipazione a banda armata e detenzione di armi. Passigatti, che è sempre stato latitante, faceva parte della colonna brigatista che il 21 ottobre 1982 assassinò due agenti della Mondlalpol, Antonio Pedio e Sebastiano D'Alleo, in servizio nell'agenzia del Banco di Napoli di via Domodossola. Un delitto assurdo, voluto dal terroristi per dare pubblicità ad un volantino (fu lasciato sui cadaveri degli agenti) che accusava (a torto) di tradimento la brigatista Natalia Ligas. In seno alla colonna briga¬ tista, Umberto Passigatti aveva un ruolo di gregario: nascondeva le armi, era responsabile di un covo in Val di Lanzo. Quasi tutti i suoi compagni (la banda era composta da una trentina di persone) furono arrestati alcune settimane dopo il duplice omicidio di via Domodossola Passigatti, irriducibile della lotta armata, riuscì ad evitare l'arresto ed espatriò in Francia. Per il massacro di via Domodossola sono stati condannati all'ergastolo (la sentenza è già definitiva) Marcello Ohirlnghelli, Teresa Scinica. Francesco Pagani Cesa (11 killer dei due agenti Mondlalpol) e Clotilde Zucca. L'ergastolo era stato inflitto anche ad Antonio Chiocchi, ideologo della banda: ma, nel maggio scorso, la corte di Cassazione ha annullato la condanna e disposto un nuovo processo.
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