Accordo pci-psi in Calabria di Francesco Santini

Accordo pci-psi in Calabria Accordo pci-psi in Calabria Presentata in Consiglio regionale la nuova intesa, che isola la de dopo sedici anni - Conflitti interni nel psdi e nel pri sull'adesione alla giunta, che sarà votata il 4 novembre - La de: «Una manovra premeditata» DAL NOSTRO INVIATO REGGIO CALABRIA — Sessanta minuti in aula per cambiare il volto politico della Calabria: per la prima volta nella storia della Regione, la democrazia cristiana lascia i posti di vertice. Nasce una giunta di sinistra. Socialisti e comunisti s'accordano. Entrano, in volata, i socialdemocratici. C'è il si dell'unico consigliere repubblicano, ma da Roma il partito lo sconfessa. Sul cielo di Reggio s'addensano nuvole scure. Il capogruppo del psi Domlnijanni legge il documento programmatico dinanzi al Consiglio. Fuori, nelle strade, si continua a sparare: cade, all'uscita del tribunale, Domenico Musitano, 55 anni, capomafia a Piati. Mezz'ora e i morti dall'inizio dell'anno diventano 88, con il corpo di Vincenzo Uova, luogotenente del boss Piromalli, colpito da una sventagliata di proiettili. L'eco dei nuovi delitti tocca il palazzo consiliare. .Non c'è tempo da perdere — gridano i consiglieri della nuova maggioranza —, dobbiamo fare in fretta per questo Far West che è diventata la Calabria: Tacciono i democristiani. Il presidente del Consiglio regionale, Antongiulio Galati. si limita a dire: 'Dopo sedici anni di governo il nostro par¬ tito si deve attrezzare per l'opposizione-. Nessun trauma, ma l'accordo ha un riscontro più ampio. La Calabria entra nel panorama della politica romana. Voci, dichiarazioni, giochi di potere per un orizzonte più vasto. Al centro, una lotta spietata nelle realtà locali dei partiti. C'è chi parla di .giunta a dispetto» e c'è chi dice che la de s'è limitata ad alzare la voce, senza convinzione, solo perché Riccardo Misasl, leader indiscusso del partito in Calabria, si preparerebbe, in questo modo, a liquidare tutti gli uomini che nella de gli sono nemici. Accordo fatto, ma per presidente e giunta il voto è rinviato. Tutti in aula, una volta ancora, il 4 novembre. Ufficialmente s'è deciso di .asciare un'ampia consultazione- con le forze sociali; ufficiosamente c'è ancora qualche ostacolo da superare, con il consigliere socialdemocratico Benedetto Mallamacì che, sino all'ultimo, spera di strappare un si al segretario Nlcolazzt il suo collega Aniello Di Nitto ha già accettato di entrare in giunta contro il parere di Filippo Caria, commissario del partito in Calabria. A Di Nitto, dirigente della Motorizzazione, è già stato promesso l'assessorato ai Trasporti. Non ha saputo dire di no. Per Mail amaci, purché entri in giunta, c'è una poltrona importante: quella della Sanità o dei Lavori pubblici. Di Nitto, malgrado la tempesta romana, è categorico: -La direzione socialdemocratica non mi può espellere: perseguo la linea indicata da Nlcolazzi». Oli è accanto il parlamentare Costantino Bellusclo: «Se cacciano Di Nitto — dice — esce dal partito V87 per cento dei consiglieri comunali calabresi-. Bellusclo raccoglie le sue carte. Aggiunge: -Per noi che non la pensiamo come Nicolazzi, questo è il diritto all'esistenza. Siamo come Israele-. Maggioranza fatta, dunque, ma da Roma continuano a dire di no. Antonio Del Pennino, vicesegretario repubblicano, si limita ad osservare: -Quel che è accaduto in Calabria è inaudito: la prassi di trattare gli accordi con i singoli consiglieri e non con gli organi dei partiti pone il problema della credibilità per chi si serve di tali metodi-. La frecciata è per Angelo Tiraboschi, l'uomo spedito da Craxi in Calabria per rimettere ordine nel partito socialista. E' lui l'artefice dell'accordo. E' lui che ha imposto agli stessi comunisti la presidenza di Francesco Principe, che sino al mese passato ha governato la Regione con la democrazia cristiana e i partiti laici. Contro la nuova alleanza si scaglia il democristiano Giuseppe Aloise. Dovrà lasciare l'assessorato all'Agricoltura. ■■Tutta l'operazione — dice Aloise — nasce da logiche romane con la rottura, a freddo, premeditata. Sono colpi di spillo per creare difficoltà al pentapartito e al governo di Roma. Non credo però che la democrazia cristiana reagirà emotivamente nei suoi organi nazionali: per la Calabria, nessuno farà una crisi di governo-. Più drastico il segretario regionale del partito repubblicano. Salvatore Zoccall ha spedito diversi telegrammi per far sapere a tutti che la firma del consigliere Areniti, al quale è stato promesso l'assessorato per la Formazione professionale, non è espressione della volontà degù organi direttivi regionali e non coinvolge il partito repubblicano. Infine Zoccall ha un commento: «Per venerdì — dice — è convocata la direzione del partito-. SI parla di probiviri e di espulsione per Areniti Ma c'è chi fa sapere che per il repubblicano ribelle c'è già un posto nelle prossime liste socialiste. Francesco Santini