E un mattino Mosca scoprì la cronaca nera di Emanuele Novazio

E un mattino Mosca scoprì la cronaca nera Segnale di cambiamento o, forse, una svolta nell'informazione: la «Moskovskaia Pravda» scrive di furti e assassini E un mattino Mosca scoprì la cronaca nera DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Entrambe le storie sono comparse sulla Moskovskaia Pravda, a una settimana l'una dall'altra; e tutte e due nella stessa rubrica, il «Panorama delle notizie di Mosca negli ultimi sette giorni». La più drammatica e violenta, quella alla quale il giornale dedica più spazio, potrebbe svolgersi a New York, o in una qualunque città d'Italia: «Due spari assordanti hanno svegliato llntero isolato, la gente si è subito affacciata; e ha visto un uomo salire in macchina e scappare a gran velocità-, racconta il quotidiano. E' l'inizio di un lungo momento di paura e di violenza: •In quel momento arrivava un'altra auto; l'uomo al volante ha capito quanto era accaduto e si è lanciato all'inseguimento. Per strada, ha fatto saltre ti sergente Potokin, della centrale di polizia: Ma la rincorsa è stata ardua l'il delinquente, violando le regole del traffico, si dirigeva verso la periferia di Mosca, cercando di fuggire In campagna-); e si è conclusa «per puro caso»: «La sua 'Moskvich' è stata bloccata da un passaggio a Itvello chiuso. Intuendo il pericolo, ti delinquente è saltato dalla macchina ed è corso verso il bosco, dove il miliziano l'ha raggiunto e arrestato: La sorpresa, per il lettore della Moskovskaia Pravda non finisce qui: 'Quell'uomo aveva precedenti penali; dopo essere stato liberato non aveva abbandonato le sue cattive abitudini. Questa volta, aveva deciso di vendicarsi di un amico che non voleva restituirgli un debito di gioco, circa tre mila rubli (oltre sei milioni dt lire). Era arrivato da Dolgoprudni, poco lontano da Mosca, per sistemare le cose in quel parcheggio-. Un regolamento di conti in piena regola, insomma: «17 suo amico non ha voluto pagare il debito. Allora il delinquente ha tirato fuori di tasca ima pistola di piccolo calibro, ha sparato, ma lo ha mancato. Subito dopo ha ti¬ » ■*■»»■■.■. rea. ti.'JkeW * rato fuori dalla borsa una lupara, e ha sparato di nuovo: il protettile ha perforato il cranio della vittima; l'uomo è caduto a terra, morto-. Moskovskaia Pravda precisa nel titolo che «il fatto è accaduto all'alba, nel parcheggio che si trova nei pressi della via Ingemmala-, alla periferìa nordoccidentale di Mosca. E conclude elogiando il meccanico Misciliaev, che si è lanciato all'inseguimento del delinquente; e 11 sergente Fotokin, che lo ha catturato. Sembra una vicenda ordinaria, una storia di violenza come tante. Quel che rende la storia meno usuale non è 11 suo intreccio, pure insolito per le abitudini di Mosca; e neppure i personaggi anch'essi poco abituali, qui. E' la sua pubblicatone, che ne fa il primo esemplo di cronaca nera «pura» mai apparso, in tempi recenti almeno, sulla stampa sovietica. Per la prima volta, cioè, una notizia «cattiva» compa¬ re senza quel riferimenti e quelle intonazioni moralistiche che sono 11 marchio abituale di vicende Imbarazzanti e tristi, nell'Urss. Senza quella cornice di racconto morale, di favola consolatoria e formativa che serve a trarre una lezione di comportamento, che si presta alla chiosa etica, allo sprone; oppure al confronto con il mondo esterno corrotto e tentatore: quello stesso che. se descritto direttamente, «é fatto solo di scioperi e manifestazioni di protesta-, come denunciava di recente un giornalista della televisione sovietica. L'unico velato e indiretto riferimento al dovere è l'elogio rivolto all'automobilista e al poliziotto. Ma si tratta, appunto, di elementi secondari la storia, questa volta, non è costruita per loro, per esaltare un comportamento, per indurre gli altri ad imitarlo ma ruota attorno al fatto in sé, alla cronaca, al comportamento «negativo». Ieri, a una settimana dal primo esempio, il nuovo episodio. Raccontato In modo più sbrigativo, forse; ma, anche questo, senza chiose etiche, senza riflessioni edificanti o appunti morali. Anche questa volta la storia potrebbe svolgersi in un qualsiasi Paese d'Occidente, tra «gli altri» : un tassi arriva al numero 20 della via Kantemirovskaia; i due passeggeri entrano in casa, ritornano -dopo qualche tempo chinandosi sotto il peso di scatole e pacchi-, e il tassi riparte. Un Inquilino vede, sospetta e avvisa la milizia; una pattuglia sale all'appartamento del terzo piano, s'onda la porta e scopre, a terra, «un uomo in posizione anormale-. Un'altra pattuglia rintraccia il tassi, ben sapendo che «oli uomini che sono a bordo possono fare opposizione a mano armata-, e che quindi «bisogna prendere tutte le misure di cautela-. Ma nessuno fa resistenza: l'auto viene bloc¬ cata, e a bordo c'è la refurtiva: un televisore, vestiti, oggetti d'oro. I due ladri sono arrestati: ma il giornale non pubblica i loro nomi, 'perché llndagine è ancora in corso-. Come il regolamento di conti della via Ingenernaia. anche il resoconto del furto sulla vìa Kantermirovskaia può sembrare approssimativo e rozzo, allo smagato lettore occidentale di «nera». E i punti oscuri, gli elementi sospesi, i particolari non risolti sono parecchi: l'uomo trovato riverso a terra, per esempio, era morto o ferito? I due rapinatori chi erano, che facevano, da dove venivano? E il tassista, c'entrava anche lui? Ma, anche questa volta, è la vicenda, il fatto di cronaca, che fa premio: l'accenno al cittadino che avvisa la milizia per un sospetto è, certo, una raccomandazione che vale per tutti; ma resta elemento secondario, dettaglio. Rispetto ad altri recenti episodi rivelati per la prima volta dai giornali e alla tv. i servizi pubblicati dalla Moskovskaia Pravda sono un interessante segnale di movimento; hanno elementi che gli danno l'aspetto di una sonda lanciata nel mondo dell'informazione. Finora, la •glasnost» alla quale Incita costantemente Gorbaciov era stata, infatti, sinonimo di «pubblicità» soltanto negli avvenimenti pubblici; dopo gli incomprensibili silenzi di Chernobyl, dopo la lezione di quell'avvenimento tragico, le direttive del Segretario Generale ai responsabili della stampa sovietica erano state molto ben pubblicizzate: i giornali, in Urss, hanno doveri di «stimolo e crìtica», pur conservando, intatta, la loro vocazione formativa. E gli esempi erano venuti, numerosi. Non solo attraverso le storie di funzionari corrotti; ma anche con i resoconti di eventi naturali tragici (terremoti e nubigraf 1. con vittime). Incidenti (la Ammi¬ raglio Nakhimov affondata nel Mar Nero, un aereo e un treno in fiamme), avvenimenti dai chiarì riflessi politici (un jet dell'Aeroflot dirottato) e militar-strategici (il sottomarino atomico in fiamme al largo delle coste americane). Ma i fatti d'ogni giorno erano rimasti assenti dalla -rivoluzione della glasnost-. Servivano, di tanto in tanto, a impartire lezioni, e basta. E' certo ancora presto per trarre conclusioni; e resta 11 fatto che la rubrìca della Moskovskaia Pravda è l'unica a presentare al lettore sovietico episodi del genere, per giunta solo a cadenza settimanale; e che i fatti offerti al pubblico si sono conclusi con la vittoria della legge. Ma è difficile, in un paese in cui nulla sfugge a direttive e controlli, che per due volte (e a distanza relativamente ravvicinata) qualcuno, in un giornale del partito di Mosca, abbia agito per sbaglio, o a caso. Il futuro dirà; ma la domanda è affascinante: Mosca hu davvero scoperto la cronaca nera? Emanuele Novazio

Persone citate: Gorbaciov