Nel tino una «mattonella» di zucchero di Sergio Miravalle
Nel tino una «mattonella» di zucchero Dall'Oltrepò Pavese un'originale proposta sullo zuccheraggio del vino Nel tino una «mattonella» di zucchero NOSTRO SERVIZIO PAVIA — La questione dello zuccheraggio dei mosti nelle annate deboli, sollevata su La Stampa da un gruppo di produttori del Barolo, che hanno chiesto al ministro dell'Agricoltura una modifica delle norme di divieto, è rimbalzata anche nell'Oltrepò pavese, zona ad alta vocazione vitivinicola. -Grafie ai nuovi metodi di analisi si può fare finalmente chiarezza e superare l'assurdo divieto imposto esclusivamente per ragioni economiclie e politiclie- era scritto nella lettera inviata al ministro da Teobalao Cappellano, presidente dell'enoteca regionale di Barolo. A rilanciare e integrare la proposta dei piemontesi è Antonio Giuseppe Denari, presidente della Cantina sociale -La Versa» (3.5 milioni di bottiglie l'anno) ed esponente di primo piano dell'enologia nazionale. Egli rende noto un documento che aveva inviato nell'aprile scorso al ministro Pandolfi. -Scrissi all'indomani della dirompente questione del metanolo — precisa De¬ nari — come momento e occasione di rilancio dell'immagine del vino-. -Non siamo quindi secondi a nessuno nell'affrontare questo spinoso problema che si trascina ormai da troppo tempo-, precisa il presidente della cantina -La Versa-, che e anche presidente del Consorzio vini doc dell'Oltrepò pavese. La proposta di Denari parte dalla convinzione che il mosto concentrato rettificato, oggi consentito dalla legge italiana, sia un grosso sbaglio perché «oltre die costare molto caro, snatura in parte la qualità dei grandi vini a doc e questo i più preparati enotecnici lo sanno-. In concreto. Denari lancia l'idea di una -mattonella» da cinque chili di zucchero (saccarosio), numerata e predisposta per uso enologico da vendersi a prezzo triplo (almeno 3000 lire il chilo) dello zucchero normale. -Aumentando il costo dell'operazione potranno ammortizzarla solo i produttori di vini di grande qualità e prestigio — spiega Denari — e con i soldi che il fisco ricava si potranno pagare i funzionari della vigilanza e della repressione frodi die dovranno controllare l'esatta applicazione delle norme-. Altri Paesi produttori come Francia e Germania consentono e controllano l'aggiunta di saccarosio ai mosti, creando di fatto una diversità di trattamento all'interno della Cee. rispetto alla legislazione italiana, nata per favorire ì vini da taglio del Sud. La Comunità ha indicato nel 1992 la data di abbandono dello zuccheraggio di sostegno con saccarosio, ma esiste il ragionevole dubbio che passeranno le prevedibili richieste di nuove proroghe. Denari conclude con una considerazione di tipo geografico: «A Nord del 44* parallelo, che tra l'altro segna le zone di miglior produzione vinicola d'Europa, dal nostro Oltrepò al Sud Piemonte, al territorio di Bordeaux, molte annate lianno andamento climatico contrastante. A volte alzare di almeno un grado il tenore zuccherino dei mosti è essenziale per mantenere quegli standard di qualità che l'enologia moderna deve poter garantire'-:" Sergio Miravalle
Persone citate: Antonio Giuseppe Denari, La Versa, Pandolfi
Luoghi citati: Barolo, Bordeaux, Europa, Francia, Germania, Pavia, Piemonte
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