« Vìa i neri dal paese» di Giuseppe Zaccaria

a Vìa inerì dal paese» A Castelvolturno la gente non vuole gli africani a Vìa inerì dal paese» Hanno scoperto che qualche immigrato era miliardario: uno aveva libretti bancari con un conto di 15 miliardi in Svizzera - Quindicimila persone lavorano a basso costo DAL NOSTRO INVIATO CASTELVOLTURNO — Fra grandi insegne ipermoderne e case scrostate, il centro di Castelvolturno è intasato anche stasera. Dinanzi a un bar è ferma una «Volvo» da trenta milioni, quasi di fronte il proprietario di una «Mercedes, che costerà almeno altrettanto, chiacchiera con gli amici. Ma in mezzo, sulla strada, a bloccare il traffico è un'interminabile fila di vecchie .128», di • Opel, rattoppate, pletoriche «Ford» targate Latina, Benevento, Frosinone. Accolgono ognuna cinque, sei persone. Tutte di pelle scura. E dai marciapiedi la gente nemmeno si sforza di nascondere il fastidio. «Sono troppi, non li reggiamo più Se fino a qualche settimana fa si poteva parlare dell'intolleranza di pochi, adesso la protesta si è fatta corale, municipale. Martedì scorso Giacomo Napoletano, sindaco de di Castelvolturno. si è incontrato con il prefetto di Caserta e gli ha detto, deciso, che degli africani la gente non vuole più saperne. Niente di razzistico, per carità: ma con toni laici e nel rispetto della democrazia, ai neri la gente ormai dice: -Andatevene-. I primi segni di tensione s'erano notati l'estate scorsa: due nigeriani massacrati di botte da un gruppo di giovinastri che li accusava di aver infranto i cristalli di un'edicola votiva. Pochi giorni dopo, ai margini della strada, un fagotto senza vita. L'episodio è stato archiviato come uccisione di un africano da parte di un'.auto pirata» Al resto nelle ultime settimane sta pensando la colonia africana: prima due «gambizzazioni» poi. l'altra notte, un agguato in stile Anni 30. Una canna che sporge dal finestrino di un'auto, due scariche di fucile a panettoni, un africano ucciso e l'altro ferito alla periferia della citta. La prima vittima dev'essere ancora identificata. Attraverso la seconda, la gente di Castelvolturno ha scoperto che questa terra di agricoltura e disoccupazione, offre lavoro «nero» anche ai miliardari. Il ferito si chiama Stefan Moustala Dia. ha trent'anni, viene dal Senegal: quando l'hanno portato in ospedale, a Napoli, gli hanno trovato indosso dosi di eroina. Poi. qualcuno si è ricordato che era stato fermato pochi giorni prima, esattamente il 16 ottobre. Due vigili notturni l'avevano bloccato nei pressi di un appartamento svaligiato pochi minuti prima, e portato dai carabinieri. In una borsa, il senegalese aveva alcuni libretti bancari. Uno. dimostrava che in Svizzera quel povero immigrato aveva a che fare con un conto corrente di 18 milioni di franchi: al cambio, fanno più o meno 15 miliardi. Che quella montagna di danaro non appartenesse a Mu- stafà era evidente: ma che dire, allora, delle ricevute che documentavano l'esistenza di un altro conto in Germania — 300 mila marchi, poco più di duecento milioni — e dei 18 milioni in contanti che l'africano portava con sé per le piccole spese? Nonostante l'enormità di quelle cifre. Stefan Moustafà Dia era risultato in redola: in Italia, risiedeva come studente, se poi all'estero amministrava un patrimonio da sceicco, affari suoi. Avevano dovuto rilasciarlo. Pochi giorni dopo, l'agguato: e adesso, su quel lungo tratto di costa che comincia a perdere i tratti campani senza potersi ancora chiamare Lazio, la gente dice che i «neri» hanno preso in mano anche il mercato della droga. Forse era inevitabile. In pochi anni, richiamati dalle opportunità di lavoro, pronti a prezzi da fame braccianti che non esistono più. nella provincia di Caserta sono calati almeno quindicimila africani. Vengono dal Ghana, dal Marocco, dalla Nigeria, dal Senegal: lavorano (mille lire a cassetta) alla raccolta dei pomodori, senza assicurazioni, senza contributi, senza problemi. Poi. lentamente, questo tratto di costa, quest'area di vecchie coltivazioni alla ricerca di vecchia manodopera, ha comincialo ad attrarre sempre nuove migrazioni. Qualcuno, era prevedibile, ha scoperto che spezzarsi la schiena per cento cassette di pomodori serve a poco. Spacciare droga rende mollo di più. Alle porte di Castelvolturno. sulle sponde di un torrente, sono apparse prostitute di colore, neanche fossimo ai Panoli. Questa gente, tre anni fa. calando in massa in una delle aree più depresse d'Italia aveva evitato che le industrie conserviere o le aziende agricole chiudessero bottega. Ma di questo, nel Casertano, oggi nessuno sembra più ricordarsi: i neri sono diventati troppi, cominciano a farsi ingombranti, tra loro c'è perfino chi sta sostituendo i vecchi «mediatori», chi propone una versione africana del vecchio caporalato. E' troppo. Se a Marsiglia, per un problema analogo, è intervenuto il ministro degli Interni, per Castelvolturno si muoverà almeno il prefetto? Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Casertano, Giacomo Napoletano, Stefan Moustafà, Stefan Moustala