I sudori ghiacciati della furba Europa di Barbara Spinelli

I sudori ghiacciati della furba Europa Domani l'arduo vertice Cee in Lussemburgo sulla «guerra diplomatica» contro la Siria I sudori ghiacciati della furba Europa DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — La maniera tranquilla con cui Margaret Thatcher ha annunciato la rottura dei rapporti diplomatici con la Siria, venerdì, ha ^-ombussolato non poco le cancellerie europee. In fondo le ha infastidite ancor più profondamente di quanto abbia irritato il presidente Hafez El Assad. il quale non gradirà certo di essere equiparato a un comune terrorista ma non per questo si sentirà preso in giro, messo a nudo. L'Europa di contro appare ridicolizzata. all'indomani della decisione londinese, e tra i Paesi europei soprattutto la Francia esce in questo momento rimpicciolita dalla prova. Sinora sembrava che una sola strategia fosse possibile, per combattere il terrorismo nel Vecchio Continente. Una linea ferma a parole, e molle nella sostanza. Alla polizia era richiesta la massima bellicosità nei confronti della manovalanza terrorista, ai sapientissimi ministeri degli Esteri raccomodamento con i mandanti dei killer. Il credo più diffuso era il seguente: tanto più la diplomazia mediorientale è complicata, tormentata, quanto più efficace alla lunga sarà il suo operare. La signora Thatcher mette fine a questo tormentoso cavillare. Le Momle scrive che ha rotto per prima un tabù, nominando la temibile Siria. E Londra non si ferma qui: ai partner della Cee chiede adesso di uscire allo scoperto. • Che il vostro parlar mi chiaro. Sì si, no no», diri Geoffrev Howe ai colleglli della Comunità, domani a Lussemburgo. In altre parole, domanderà che gli impegni presi dai ministri degli Interni Cee, e quelli sottoscritti dai Sette Grandi a Tokvo, siano infine rispettali. In entrambe le occasioni, gli occidentali avevano promesso di coordinare le loro azioni contro il terrorismo, individuale e di Stato. «Non vogliamo imporre a tutti una rottura ilei rapporti diplomatiti — dice Londra — ma che almeno la condanna'della Sina uà inequivocabile». L'imbarazzo degli alleati resta però totale. La Francia, in prima linea, mostra nervosismo, e non sapendo che pesci prendere si trincera dietro la sacrosanta indipendenza nazionale. > Londra è sola responsabile-', afferma il ministro degli Esteri Raimond. sottolineando che Parigi «agirà solo quando avrà prove sufficienti». «Non siamo contrari tuttavia a una consultazione», aggiunge con tono consolatorio, ma un tantino ipocrita Ipocrita perché dietro alla retorica che promette solidarietà, si nasconde una strategia molto ambigua, diametralmente opposta a quella londinese. Poco prima che Margaret Thatcher prendesse la sua decisione, un allo funzionario del ministero degli Esteri ci ha confermato personalmente che quel che scrivono i giornali francesi, ultima mente, e «vero al cento per cento»: è vero che Parigi sta negoziando con Damasco far niture di armi per un valore complessivo di 600 miliardi di lire. Che il governo Chirac. terrorizzato dalla pioggia dinamitarda del settembre scorso, «sta cedendo come mai un governo francese ha fatto». Vero è anche che la strategia francese ha alleati più che disposti, nella Cee. Il 6 ottobre scorso, Chirac ha incontrato in un mini-vertice all'Aia i capi del governo olandese e tedesco. In quell'occasione è state discusso nei dettagli un piano di massicci aiuti finanziari a Damasco: Bonn è pronta a versare 650 milioni di dollari. l'Aia 200 milioni. Parigi un miliardo. Se si aggiunge che Atene e considerata ormai un partner infido («nessun senizio occidentale è pronto a collaborare con essa», ci confidano a Parigi) e Roma è un alleato non sempre prevedibile, si vedrà come l'Europa sia ormai frantumata. Senza credo, e perciò stesso poco credibile. Paradossalmente più insulare del compatto arcipelago anglo-americano-canadese. Dicono i governanti francesi che solo cosi, negoziando a destra e sinistra, e possibile «esercitare un ruolo» in Medio Oriente. Vorremmo dubitarne, perché la preoccupazione di Parigi è oggi esclusivamente quella di salvare gli ostaggi in Libano, corteggiando Siria e Iran. Vorremmo dubitarne anche per un altro motivo: non e disprczzaiido l'autonomia giudiziaria (subordinandola «a superiori valutazioni di sensibilità e opportunità >. come disse Cravi il 18 settembre) che la democrazia europea si salverà. Anche questo sembra dir- Londra, all'Europa: che il senso della Legge e gli interessi di una nazione non sono divisibili. E che non c'è politica estera che non sia i-rischiosa». Barbara Spinelli 11 premier francese Chirae

Persone citate: Chirac, El Assad, Howe, Margaret Thatcher, Thatcher