Una grande faida per il dopo-Khomeini di Jean Gueyras

Una grande faida per il dopo-Khomeini Dimissioni del successore designato dell'Imam, arresti tra i suoi fedelissimi: cronaca di un intrigo Una grande faida per il dopo-Khomeini NOSTRO SERVIZIO NICOSIA — /( graduale ma inesorabile deterioramento delle condizioni di salute dell'Imam Khomeini ha rilanciato la sorda lotta per la successione. L'ayatollah Montazeri, che nel luglio scorso era stato solennemente confermato nelle sue funzioni di delfino del leader iraniano dall'Assemblea dei Saggi, ha presentato le dimissioni da successore designato, cedendo di fronte alla campagna ostile orchestrata dagli uomini dell'apparato. Paradossalmente, il primo colpo Montazeri l'ha ricevuto da un suo amico, l'ayatollah Meshkini, presidente dell'Assemblea dei Saggi che nel luglio scorso aveva suggellato il trionfo del del/ino. Alla fine dell'estate, Meshktni — che è suocero del temibile hojatoleslam Ray Shari, ministro delle Informazioni — ha lanciato una campagna contro Montazeri, sostenendo che nel Paese c'era una corrente di pensiero favorevole alla creazione di un Consiglio di Tutela, formato da quattro o cinque religiosi, in caso di scomparsa dell Imam. interrogato su questo punto dal clero di Qom. il machiavellico figlio dc(( Imam. Ahmed Khomeini, fece capire che il padre non era favorevole alla designazione di un unico sucessore nella persona di Montazeri. ma semmai alla soluzione collegiale prevista dalla Costituzione. Alla fine di settembre, la radio iraniana censurò alcune dichiarazioni politiche di Montazeri. e l'ufficio delllmam, che è diretto dal figlio, ricominciò a pubblicare le fatwa, editti religiosi, una prerogativa che per oltre un anno era stata di Montazeri, proprio nella sua qualità di successore designato. Il delfino manifestò la sua disapprovazione abbandonando Qom e trasferendosi sdegnato a Najafabad, la sua città natale. In realtà, il vero promotore della campagna anti-Monta zeri sarebbe Miojatoleslam Rafsanjani, potentissimo e ambizioso presidente del Parlamento e rappresentante dei/Imam nel Consiglio. supe-[ riore della Difesa. Rafsanjani. del resto, si profila sempre più come il numero due del regime islamico, e successore de facto di Khomeini. Ha un ruolo crescente non soltanto negli affari interni ma anche — e soprattutto — nella direzione della guerra con l'Iraq, che sino a epoca recente era competenza dell'Imam. Il presidente del Majlis ha così fatto approvare dal Consiglio superiore della Difesa una nuova strategia militare che in pratica rinvia alle colende greche quella .nuova offensiva, imminente e definitiva, annunciata ripetutamente a Teheran. Lriojatoleslam resta favorevole alla mobilitazione generale e alla guerra a oltranza contro il regime baathista. ma la sua nuova strategia tende essenzialmente a spingere gli alleati regionali e inI ternazionali di Baghdad a Inori appoggiare più Saddam Hussein. Per questo, negli ultimi tempi Rafsanjani ha usato toni sempre più rassicuranti, sottolineando in particolare il fatto che, in caso di allontanamento del presidente iracheno, l'Iran non metterebbe in discussione l'unità e l'integrità del vicino Paese, e sarebbe disposto a trattare con il nuovo regime di Baghdad .anche se fosse filoamericano». Le dichiarazioni di Rafsan jani sono subito state definite -capitolazioniste» dagli ambienti oltranzisti di Teheran, che hanno gridato al «tradimento.. L'accusatore più accanito della nuova strategia militare è stato il Movimento di Liberazione Islamica, elle nel Corpo dei pasdaran gestisce le -Brigate internazionali della rivoluzione islamica- ed è presieduto da Sayed Mehdi Hashemi, fratello del genero di Montazeri. Personaggio molto discusso, sotto lo Scià Hashemi era stato condannato all'ergastolo per avere strangolato con le sue mani, nel 1973, ('ayatollah Shamsabadi,. un religioso di Isfahan che era il principale avversario di Montazeri. E alcuni religiosi di Teheran dicono che è stato immischiato in altre azioni terroristiche contro nemici reali o presunti deZ/'ayalollah. Hashemi è stato il primo a opporsi alla strategia di Rafsanjani. sostenendo che essa .svendeva la Rivoluzione islamica-, -abbandonava alla loro sorte i movimenti di liberazione islamici» e .assicurava la vittoria alla Siria-, a suo avviso incaricata di garantire a livello internazionale l'applicazione del nuovo piano. E' ormai certo che sono stati gli uomini di Hashemi a rapire e pestare, il 3 ottobre scorso, l'incaricato d'affari siriano a Teheran Ayat Mahmud -per dargli una lezione» e .insegnargli a non immischiarsi negli affari interni dell'Iran». Proprio l'arresto di Ayat, che è stato liberato solo grazie all'intervento di Ahmed Khomeini, ha segnato l'inizio del declino di Montazeri e dei suoi uomini. Pochi giorni dopo la liberazione del diplomatico, Ray Shari ha ordinato l'incarcerazione di Hashe mi. In quell'occasione tonnel late di documenti compro mettenti (comprese centinaia di falsi passaporti) sono stati sequestrati negli uffici del Movimento. Il giorno dopo, è stato arrestato il fratello di Hashemi. Questa volta è sembrato un attacco personale a Montazeri, dal momento che Hadi Ha sliemi è suo genero, suo capo di Gabinetto e suo uomo di fi ducia. Il delfino dell'Imam esce dal ritiro di Najafabad e si precipita da Khomeini. che 10 riceve in presenza del Presidente Khamenei e del premier Mussavi. Difende appassionatamente i suoi e si proclama vittima di un complotto, poi si dimette. L'Imam ribadisce la sua opposizione all'esistenza di uno Stato nello Stato — e questo sembra indicare che è favorevole alle tesi dei nemici di Montazeri —, ma affida a Khamenei e Mussavi l'incarico di risolvere la questione in via amichevole. Dice però che la decisione di accettare o respingere le dimissioni spetta all'Assemblea dei Saggi. Dopo 11 colloquio, i fratelli Hashemi vengono liberati su cauzione, ma decine di ioro collaboratori sono ancora oggi dietro le sbarre, e gli uffici del Movimento restano chiusi. Jean Gueyras Cop\ri(jht Mondo e per l'Italia «La Stampa! [