Di chi è la colpa (e chi ci paga i danni) se un medicinale danneggia la salute? di Giuseppe Alberti

Di chi è la colpa (e chi ci paga i danni) se un medicinale danneggia la salute? Diritto delle assicurazioni, un congresso a Torino Di chi è la colpa (e chi ci paga i danni) se un medicinale danneggia la salute? TORINO — L'annuale congresso di diritto delle assicurazioni del Piemonte e Valle d'Aosta svoltosi sotto il patrocinio dell'Aida (Associazione internazionale di diritto delle assicurazioni) è stato dedicato ad un tema che, a prima vista, sembra Interessare solo gli specialisti: la responsabilità del produttore per i danni cagionati dalle cose vendute. Se si pensa ad alcuni episodi, dal tranquillante «Talidomide. al vino con metanolo e ad altri meno clamorosi ma frequenti si vede che è un problema che interessa tutti i consumatori che possono essere danneggiati da un prodotto alimentare avariato cerne da un elettrodomestico insicuro. Il problema è d'attualità In quanto entro il luglio 1988 l'Italia dovrebbe adeguare le sue leggi ad una «direttiva comunitaria» pubblicata lo scorso anno sulla responsabilità civile del produttore. Al convegno si è rilevato però che la direttiva, partorita dopo una gestazione di dieci anni, è estremamente elastica lasciando su quasi tutti i punti agli Stati di modificare, derogare, ridurre o ampliare le norme sulla responsabilità. Inoltre vi sono molti e non facili problemi di interpretazione per cui. se non interverranno disposizioni nuove e chiare, non soltanto non si andrà verso una armonizzazione in tutta Europa ma probabilmente aumenteranno le diverse soluzioni fra i vari tribunali interessati. Come indirizzo generale la «direttiva Cee» vuole migliorare la protezione del consumatore che dovrebbe essere tutelato non solo in caso di merce avariata o insicura all'origine ma anche contro il cosiddetto «rischio di svilup¬ po». Con questa espressione si fa riferimento ai rischi che sì corrono quando si sperimenta un nuovo prodotto (caso tipico il medicinale) che, in base alle conoscenze acquisite al momento sembra innocuo ma rivela poi effetti collaterali insospettabili. In questo caso non si può parlare di vera e propria colpa, se non col sermo di poi, ma la direttiva vorrebbe che anche in questo caso la responsabilità venisse affermata: essa però lascia liberi i singoli Stati di fare legai diverse. Pur con tutti 1 limiti che la direttiva ha, gli esperti assicurativi ritengono che la sua attuazione comporterà da un lato un aggravio dei costi assicurativi, almeno in certi settori, dall'altro un allargamento del mercato per la necessità di cautelarsi da parte delle aziende. Giuseppe Alberti

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