Diminuiti i tumori allo stomaco di Vincenzo Tessandori

Diminuiti i tumori allo stomaco Il convegno nazionale a Firenze sulle cause della mortalità Diminuiti i tumori allo stomaco La dieta povera (o «di guerra») e l'ulcera tra i possibili motivi scatenanti DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — La «dieta povera», a lungo seguita, o meglio, subita fino al secondo dopoguerra, in Toscana e in ampie zone del Nord Italia, sarebbe causa non secondaria per l'alto numero di casi di tumore allo stomaco con un tasso di mortalità fra i più elevati al mondo. Assieme, naturalmente, a una serie di altri motivi, tutti, più o meno, difficilmente spiegabili. Le statistiche non confortano e dicono che. per questo tipo di tumore, vi siano cento decessi ogni 100 mila abitanti. Ne hanno discusso, qui a Firenze, medici e ricercatori di tutta Italia al 3'Convegno nazionale sugli studi di mortalità. La Toscana, è emerso, detiene alcuni primati dei quali farebbe a meno: è ai primi posti per morti determinate da tumore al polmone e per quello alla mammella e a Fi renze, per cancro al polmone, ogni 100 mila persone muoiono 95.8 uomini, e 33.4 donne per quello alla mammella. Ma perché la Toscana e perché Firenze? Dicono che il cibo misero, a base di cereali e farinacei, scarso di carne, sia stato soppiantato. Osserva il prof. Giancarlo Maltonl, direttore del Centro per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze: «I casi di cancro allo stomaco sono in progressiva diminuzione in tutti i Paesi industrializzati, quindi anche da noi, sebbene la riduzione sia più rapida, ad esempio, negli Stati Uniti. Nel nostro Paese il quadro appare disomogeneo, con un numero di decessi più cospicuo al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. La situazione è determinata da una prolungata esposizione a fattori cancerogeni, cause che risalgono molto indietro negli anni*. Il tasso più elevato di casi si riscontra nelle persone di oltre 56 anni mentre fra le nuove generazioni la percentuale è molto meno cospicue. Prosegue Maltoni: -Esisto no condizioni ambientali sfa vorevoli collegate a particolari abitudini alimentari. Oggi sono mutate le abitudini dietetiche. Un tempo esistevano pptpdvvnplacldfnd problemi per la mancanza di principi antagonisti: in altri termini il regime, fatto soprattutto di piatti di patate e di polenta, ma senza frutta e verdura fresche, era privo di vitamina «C». Inoltre l'odierna regola di alimentazione, più ricca di proteine, più bilanciata, combatte il cancro allo stomaco. Oggi i sistemi di conservazione degli alimenti lianno ridotto le possibilità dell'insorgere dei così detti funghi ad azione cancerogena. Inoltre, l'introduzione della catena del freddo, i cibi surgelati, ha eliminato l'inquinamento batterico con tutti i rìschi che questo si portava dietro*. Anche l'uso, che spesso diviene abuso, di alimenti in salamoia o affumicati, «é predisponente per questo tipo di tumore*. Sotto accusa per anni, come causa di cancro, la bistecca alla brace, la conosciuta, appetitosa «fiorentina» non sembra poi cosi col¬ pevole. -L'ipotesi è legata a un discorso di combustione imperfetta, ma è solo un'ipotesi non certezza*. La ricerca delle cause dell'insorgere del male, purtroppo, non- ha ancora fatto la strada decisiva. Osserva il dott. Roberto Ferrara, dietologo di Firenze: «La mortafifa più elevata è diffusa nelle regioni settentrionali dell'America e dell'Europa, soprattutto il Nord della Svizzera. Per questo si è pensato a fattori climatici e alimentari. Il tumore allo stomaco, infatti, è quasi sconosciuto in Egitto, raro in Turchia, in Iran e in tutti i Paesi caldi. Si dice che certi cibi possano incidere, ma questo avviene soltanto in presenza di fatti patologici locali. Esiste, poi, una predi sposizione ereditaria familiare*. Dunque, poche difese e la chirurgia aiuta fin dove può, soprattutto perché, troppo sovente, il tumore viene sco perto tardi. Secondo Pier Giulio Zalla, considerato un brillante chirurgo, «non ci si può illudere*. E aggiunge, con linguaggio aspramente realistico: -Nella maggioranza dei casi, l'operazione serve a migliorare la qualità della vita, quella che resta. Se non si tratta di tumore precoce, nel qual caso le possibilità di guarigione sono alte, le statistiche oscillano fra il 20 e l'K per cento, cifra che ritengo più vera. Negli altri casi si registra una sopravvivenza media di due anni*. Ricorda di aver fatto ottanta interventi allo stomaco e che, dopo 5 anni, soltanto due sono i sopravvissuti. Aggiùnge: -Considerato che il rapporto ulcera-cancro è molto stretto, una diagnosi tempestiva potrebbe esser decisiva: l'ammalato di ulcera gastrica si deve convincere che è indispensabile fare una gastroscopia con biopsia, ogni sei mesi*. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Giancarlo Maltonl, Maltoni, Pier Giulio Zalla, Roberto Ferrara