Il fantasma dell'eutanasia di Loris Fortuna

Il fantasma dell'eutanasia A Rieti si ridiscute sul progetto di legge di Loris Fortuna Il fantasma dell'eutanasia Studiosi italiani e stranieri a confronto -1 cattolici e una parte dei laici sono contrari - «Non esiste il malato irrecuperabile, né ci si può astenere da un'azione che può prolungare resistenza» DAL NOSTRO INVIATO RIETI — I suoi ultimi mesi, quando rimaneva solo e triste nei banchi di Montecitorio, i compagni di partito li ricordano con il rimpianto di non aver capito. « Un po' tutti pensavano — ricorda il socialista Fiandrotti — che fosse per quel ministero che non gli avevano dato. Nessuno comprese che nella battaglia per l'eutanasia Loris Fortuna si stava misurando con l'imminenza della propria morte*. Scomparso Fortuna dopo una lunga malattia, nel suo disegno di legge per la «buona morte, e contro l'«accanimento terapeutico» non si è parlato più. Un convegno cominciato ieri a Rieti (- Vivere, un dovere o un diritto?*) prova adesso a rilanciare un dibattito che divide i cattolici dai protestanti, i cattolici dai laici, e i laici al loro interno. «L'eutanasia passiva — scrisse Fortuna nel testo che illustra la legge — consiste nell'astenersi da ogni azione che potrebbe prolungare il momento terminale e irreversibile della vita*. Aggiunse che «sull'eutanasia non risultano contrasti* e citò a con ferma la dichiarazione della Congregazione per la dottri na della fede emanata nel 1980. Ma la reazione del mondo cattolico alla proposta, pre sentata nel 1984. fu un «no» pregiudiziale, ribadito ieri da monsignor Vincenzo Fagiolo. Il testo di Rieti ha confermato che un abisso separa fautori dell'eutanasia e Chiesa cattolica. Ma le due sponde, forse, sono meno distanti di quanto non appaia. Le obiezioni mosse dalla Chiesa sono di natura diversa, e alcune condivise anche da protestanti e laici. Innanzitutto, alcuni casi clinici dimostrerebbero che non esiste in assoluto il malato «irrecuperabile». In secondo luogo legalizzare l'eutanasia passiva, codificarne per legge le procedure, spianerebbe la strada all'eutanasia attiva, all'eliminazione diretta del malato, > autorizzata solo in Urss nel :1922 e •frettolosa-' mente abrogata. Si entrereb¬ b ' be inconsapevolmente In un futuro sinistro, dove si nasce in provetta e si muore quando la perfezione di una vita costruita artificialmente si degrada. Eugenetica, eutanasìa finirebbero per determinare una società «economica» che nega il diritto di vivere a chi è ritenuto un peso. Questa filosofia, ha ricordato André Dumas, docente della facoltà teologica protestante di Parigi, è presente persino nella tradizione cristiana: «Se la malattia è incurabile — ha scritto nel 1517 Tommaso Moro, coniando il termine eutanasia — i sacerdoti mostreranno (al malato) che ha sbagliato a prolungare una vita di cui gli altri devono farsi carico e che per loro è insopportabile*. Applicando il ragionamcn to di Moro, come dovrebbe regolarsi l'istituto francese di previdenza, che impiega metà del suo denaro per assistere i suoi mutuati negli ultimi due mesi di vita? L'ultima obiezione sollevata dai cattolici è di natura filosofica. Richiamandosi alla dottrina, monsignor Lorenzo Chiarelli, docente dell'Università Urbaniana, motiva l'opposizione della Chiesa esaltando il valore cristiano del dolore e della morte. Il protestante Dumas obietta che «si rischia di attribuire un valore positivo alla sofferenza*. Dumas è con Francesco Bacone, che quattro secoli fa scrisse: -La fun zione del medico è alleviare il dolore... anche quando può condurre alla morte dolce facile*. Ma nelle indicazioni concrete anche la Chiesa sembra essere con Bacone. Chiarelli cita il documento nel quale l'episcopato francese sì è ri fiutato dì approvare o condannare quelle tecniche me diche che tolgono al malato la lucidità e la coscienza del dolore anche a rischio di ab breviargli la vita. Da qui all'eutanasìa passiva U'-percórso è breve. Del resto nejl'accurata introduzione al convegno preparata da Giovanni Canzio è ricordata la risposta affermativa di Pio XII al quesito posto da un gruppo di medici, se fosse lecita -la soppressione del dolore e della coscienza per mezzo di narcotici nell'avvicinarsi della morte e se si prevede che l'uso dei narcotici abbrevierà la vita*. A Rieti forse riparte un dibattito sull'eutanasia che per adesso non appassiona il Parlamento. Lo schieramento prò eutanasia è largamente minoritario, Fiandrotti ammette che perfino tra i socialisti, promotori della legge, c'è dissenso. E la proposta, sottolinea il senatore Bompiani, democristiano, è stata si depositata alla Camera, ma non iscritta per la discussìo- ne Guido Rampoldi

Luoghi citati: Parigi, Rieti, Urss