Muore il monte dei graffiti di Francesco Fornari

Muore il monte dei graffiti Il tesoro archeologico della Valle delle Meraviglie è in pericolo Muore il monte dei graffiti Al confine tra Francia e Italia, conserva nella roccia i segni rituali dell'uomo dell'età del bronzo - H turismo (60 mila visitatori l'anno) rischia di ridurlo a pattumiera - Le visite saranno tutte guidate - Un museo a Tenda DAL NOSTRO INVIATO TENDA — La vecchia jeep •Willys», una veterana della seconda guerra mondiale, arranca sull'impervia mulattiera. Un sentiero da stambecchi, un lento procedere fra rocce e massi, sulla destra uno strapiombo pauroso, le ruote che sfiorano il ciglio della scarpata, la sensazione che il prossimo sobbalzo sia quello della catastrofe. Giovanni Bresso, 50 anni, percorre questa «strada» da quarant'anni. «Ero bambino — racconta — quando ho incominciato a seguire mio padre che accompagnava i turisti nella valle dei graffiti'. Oggi Bresso è il presidente delle guide della «Vallèe des Merveilles., una zona di quattromila ettari al piedi del monte Bego, all'interno del parco nazionale del Mercantour, vicino alla frontiera italiana. Un paesaggio lunare: qui. decine di migliaia di anni fa, era un immenso ghiacciaio. Ritirandosi, i ghiacci hanno sconvolto il terreno in un caotico incubo pietre e massi, come onde pietrificate di un mare in burrasca, sovrastano la scena in una fi gurazione da inferno dantesco dominata dal monte Bego. Più di quattromila anni fa, nell'età del bronzo, secondo gli studi e i rilevamenti effettuati in vent'anni dal prof. Henry de Lumley, direttore del laboratorio di preistoria del Musée de l'Homme di Parigi, in questa valle gli uomini preistorici si radunavano per rendere omaggio alla divinità. Lo attestano gli oltre centomila graffiti incisi sulle pietre levigate dai ghiacci. Più di quarantamila di queste incisioni, dalla tecnica elementare, probabilmente scalfite con piccoli bulini di quarzo, sonò già state catalogate: la maggior parte rappresentano del «bovicorni», delle vacche e dei tori raffigurati con un rettangolo o un triangolo sormontati da due corna, altre sono figure di pugnali o reticolati di forma rettangolare che, secondo gli studiosi, dovrebbero simboleggiare la Terra cosi com'era immaginata dagli uomini vissuti dal 1800 al 1300 avanti Cristo. -Il Monte Bego, che domina la valle, è sempre stato considerato una montagna sacra — spiega Henry de Lumley — anche i cristiani hanno recuperato certi graffiti pagani. Non molto tempo fa, circa messo secolo, i pastori e gli abitanti della valle salivano sulle pendici del monte, ad oltre duemila metri, per incidere degli ex-voto nel giorno dell'Assunzione'. Purtroppo questo patrimonio di inestimabile valore archeologico, rischia di andare in rovina. Ha resistito per millenni alle intemperie, ma è impotente di fronte alle offese arrecate dagli uomini. Nel corso dei secoli, accanto ai graffiti degli uomini dell'età del bronzo, sulle pietre ne sono comparsi altri. Da quelli sessualmente molto allusivi incisi, in latino, da qualche legionario romano, alle scritte «commemorative» lasciate da viandanti dell'800, a quelle disordinate, sciocche, a volte brutali, graffiate sulle pietre dai turisti di oggi. «La vallèe des Merveilles attira un gran numero di visitatori — dice Jean-Pierre Vassallo, 36 anni, vice-sindaco di Tenda — un tempo venivano soltanto gli studiosi, adesso vengono anche i turisti, i curiosi. L'anno scorso i visitatori sono stati più di 60 mila: purtroppo c'è una sola guardia per controllare che non facciano dannU. E 1 danni, invece, sono molti. Ci sono quelli che vogliono portarsi via un ricordo e rompono le pietre per cercare di asportare i graffiti, quelli che vogliono fare fotografie e «grattano» le incisioni per renderle più evidenti e meglio fotografabili, senza sapere che, in questo modo, si altera il disegno inciso quattromila anni fa, vanificando ogni lavoro di studio-, dice il prof, de Lumley. Dappertutto, poi, si notano le tracce lasciate dai vandali moderni: sacchetti di plastica, lattine arrugginite, cartacce. Milleottocento anni prima di Cristo, questa valle era un luogo di culto: per secoli, all'epoca gallo-romana, più tardi nel Medio Evo. ancora di recente agli inizi del '900, gli abitanti salivano sul monte Bego per motivi religiosi. •Studiando questi graffiti — spiega il prof. Henry de Lumley — abbiamo appreso molte cose sulle prime religioni mediterranee, i cui temi (il toro che fertilizsa la Terra, il dio fulmine) sono stati ripresi più tardi in Grecia, a Roma, presso i Persiani e nel Sinai, nelle scritture di Mose'. Lo studioso fa notare, inoltre, una singolarità comune fra due società cosi lontane nel tempo: gli uomini dell'età del bronzo e gli Ebrei, -due società pastorali che avevano l'abitudine di salire sulla montagna per incidere le immagini divine o per ricevere le tavole della legge-. Per evitare la distruzione di questo importante patrimonio e salvare la Valle delle Meraviglie, è stato deciso di intervenire senza perdere altro tempo. Grazie all'interessamento personale del ministro della Cultura, Francois Léotard, sono stati trovati i finanziamenti (nove milioni di franchi, circa due miliardi di lire) per costruire un museo archeologico a Tenda, in cui saranno conservati i pezzi più importanti e più esposti alle incurie del tempo e degli uomini; un parco archeologico di circa due ettari, verrà realizzato in una località più accessibile, con reperti portati dalla Valle delle Meraviglie, per consentire a tutti di vedere queste testimonianze del nostro passato. Infine, le visite alla Vallèe saranno tutte guidate: i turisti non potranno più salire da soli nella zona archeologica, il numero delle guardie verrà aumentato. 'Soltanto cosi — dice il vice-sindaco Vassallo — possiamo sperare di salvare questo tesoro. Purtroppo i primi responsabili dei danni che minacciano gli antichi graffiti, sono proprio gli uomini moderni, incoscienti, insensibili o semplicemente stupidi. La valle sacra dei nostri antenati dev'essere proletta col filo spinato, altrimenti rischia di essere trasformata in un enorme portaimmondizie'. Francesco Fornari ALTA MODA ALLA CINESE Parigi. Tre modelle alla sfilata di Yves Saint-Laurent con abiti a bande multicolori e grossi copricapo alla cinese (Ap)

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