Pregare e capire

Pregare e capire Pregare e capire ALDO RI ZO Sia pure nei modi contenuti e allusivi imposti dal suo ufficio, oltre che dal suo personale linguaggio, il presidente de) Senato ha espresso l'altro giorno dubbi e riserve sul progetto americano dello scudo spaziale. O cosi è parso a chi lo ascoltava nell'aula di Palazzo Madama. Ben altra enfasi è stata invece posta dal senatore Fanfani sulla giornata di preghiere per la pace, in programma lunedì ad Assisi: per essa l'Italia sarà al centro di un'attenzione «a scala mondiale». Ora, è chiaro che, sullo scudo spaziale, le critiche e i dubbi sono altrettanto legittimi dei consensi e delle speranze: e ne dà l'esempio lo stesso dibattito interno americano. Quanto alla giornata di preghiere di Assisi, nessuno vorrà negare ai credenti di tutte le fedi di attendersi da quella manifestazione una benefica influenza sui rapporti internazionali. E anche i laici la rispettano, non fosse altro per il suo significato simbolico. Però, guardando a questo punto all'andamento complessivo della discussione sulla politica estera svoltasi a Palazzo Madama, e più in generale all'analisi che si fa in Italia di questioni come lo scudo spaziale e i suoi possibili effetti sulle relazioni Usa-Urss, dopo Reykjavik, si ha l'impressione che troppe considerazioni diverse convivano, nella precaria ricerca di una sintesi. Vogliamo elencarle? Cè anzitutto uno scetticismo diffuso sull'iniziativa di difesa strategica, o progetto di scudo che dir si voglia: non senza qualche punta del vecchio e ricorrente antiamericanismo, magari inconsapevole o inconfessato. Parallelamente, c'è la preoccupazione che questo benedetto scudo finisca per irritare definitivamente l'Unione Sovietica, induccndo l'onesto Gorbaciov a recedere dalle sue promettenti, e addirittura mirabolanti, aperture di disarmo. Ma c'è an che il timore di tagliarsi fuori dal progetto, spaziale americano, ove questo funzioni, al meno nella fase preparatoria, di ricerca e svi luppo industriale. E infine c'è l'opzione religiosa o ecumenica, che è come dire rivolgersi al buon Dio, affinché illumini lui per il meglio la situazione. Naturalmente, una valutazione dell'attuale momento Est-Ovest, sotto il profilo diploma tico come sotto quello politico-strategico, è difficile per tutti. E specialmente per gli europei, i quali non sanno neppure che cosa aspettarsi con esattezza dalle stesse apctture di disarmo di Gorbaciov, per la parte che riguarda direttamente. L'Europa sarebbe più sicura o meno sicura, per esempio, una volta liberata da tutti i missili che l'affollano? Ma, in Paesi come la Germania e l'Inghil terra, si avverte uno sforzo concreto di capi re: sia i governi che le opposizioni cercano di elaborare atteggiamenti precisi, dai rispettivi e difformi punti di vista. In Italia, salvo qualche eccezione, si è in presenza di una specie di magma indistinto, in cui timori e speranze, preoccupazioni politiche e atti di fede si mescolano e si sovrappongono, in una visione, o in una confusione, che potrebbe farci meritare davvero un'attenzione «a scala mondiale». Se la confusione, in politica, meritasse attenzione.

Persone citate: Fanfani, Gorbaciov

Luoghi citati: Assisi, Europa, Germania, Italia, Reykjavik, Unione Sovietica