Pagella per l'onorevole

Pagella per Ponorevole le opinioni mmmmmmmmM.mmmm®mm fe] sabato® Pagella per Ponorevole MARIO DEAGL10 Lei Stampa riferiva ieri in prima pagina dell'indignazione popolare per gli aumenti retributivi e l'istituzione dei segretari autodecisi dalla Camera. In seconda pagina dava conto di una votazione importante nella quale risultavano assenti ben 22n deputati, ossia più di uno su tre. L'n po' troppi per avere tutti dei validi motivi. Eppure i 227 assenteisti riceveranno gli stessi benefici dei loro più diligenti colleghi. L'opinione pubblica è stata colpita soprattutto dall'entità dell'aumento e dal cattivo gusto di una decisione presa nel preciso momento in cui gli stessi deputati stanno votando nuove imposte per tutti gli italiani e questo rischia purtroppo di far salire sensibilmente il numero delle schede bianche alle prossime elezioni. In realtà, il punto cruciale è un altro e riguarda la politica retributiva dell'intero settore pubblico. Lo Stato, infatti, è un datore di lavoro colpevolmente distratto. Considera in blocco le categorie dei suoi dipendenti (o i parlamentari, che tecnicamente non sono pubblici dipendenti) rifiutandosi pressoché totalmente di compiere distinzioni tra «buoni» e «cattivi». L'appiattimento retributivo, che in qualche misura sta tramontando nell'impiego privato, trionfa in rutto il settore pubblico e non solo nell'aula di Montecitorio. Oltre che per i deputati, anche per numerose arce del pubblico impiego, dai netturbini ai professori universitari — categoria alla quale appartiene chi scrive — gli aumenti avvengono di regola senza effettivi controlli non solo sulla qualità del lavoro (il che è sovente obbiettivamente difficile) ma neppure sulla quantità. Sorgono così privilegi per chi lavora poco e frustrazioni per coloro che, per onestà o vocazione, si sobbarcano invece un superlavoro. L'impossibilità di fatto di penalizzazioni e aumenti retributivi legati al merito compromette qualsiasi tentativo di rendere più efficienti i servizi pubblici e di contenerne la spesa. Le cose non devono necessariamente continuare ad andare in questo modo e proprio nel caso dei deputati è possibile pensare a un rimedio immediato. L'attività parlamentare, infatti, è registrata con precisione. Non solo è possibile sapere chi è presente e chi è assente ma anche quante interrogazioni, quanti disegni di legge, quanti interventi in aula o in commissione sono effettuati da ciascun deputato o senatore. In Paesi di più antica democrazia, come ad esempio gli Stati Uniti, l'attività di ogni parlamentare è tenuta sotto severo controllo dalla stampa. Anche da noi segnalare con nome e cognome all'attenzione dei cittadini i parlamentari assenteisti e quelli non assenteisti, verificarne il livello di attività e gli eventuali cambiamenti di opinione, potrebbe rappresentare un primo passo concreto per modificare non solo un radicato malcostume delle Camere ma una serie di disfunzioni di tutto il settore pubblico. , Naturalmente non basterà questa sorta di «pagella» che la stampa potrebbe iniziare subito a dare ai deputati a risolvere i mali del Parlamento. Montecitorio è male organizzato da un punto di vista tecnico e la Presidenza di quest'assemblea ha indubbiamente delle responsabilità in merito. La consapevolezza di essere segnalati all'opinione pubblica per la loro efficienza o inefficienza spingerà però gli stessi deputati a proporre modifiche al modo di lavorare della Camera, a usare il loro potere di autogoverno per qualcosa di più costruttivo e non soltanto per miopi rivalutazioni retributive o estensioni di ptivilegi già cospicui.

Persone citate: Pagella

Luoghi citati: Stati Uniti