La Cisl dice: «Alfa-Fiat»

Lei Cisl dice: «Alfa-Fiat» Colombo, vice di Marini, favorevole ad un matrimonio con Lancia Lei Cisl dice: «Alfa-Fiat» ROMA — «In queste ore decisive per la vicenda Alfa Romeo, ci sembra importante richiamare l'attenzione sugli aspetti che il sindacato considera significativi per esprimere un giudizio a favore delle proposte in campo-, ci ha dichiarato ieri il segretario generale aggiunto della Cisl, Mario Colombo, ribadendo la preferenza della sua organizzazione per una soluzione nazionale di fronte a ipotesi di valore equivalente. Quali sono? «Sono essenzialmente tre: la continuità del marchio Alfa Romeo; il mantenimento dei due stabilimenti di Arese e Pomigliano. non come entità di un altro sistema e quindi ridotti a meri reparti di assemblaggio, ma come un'azienda vera e propria dotata di un cervello strategico e di un centro operativo capaci di assicurare un'efficace prosecuzione dell'attività dell'Alfa; garanzie per l'occupazione. Quest'ultimo è, per il sindacato, un punto di grande interesse. Non c'è dubbio che la lotta per la salvaguardia dell'Alfa, come entità produttiva, ha avuto sinora si il senso di salvare un'industria nel nostro Paese, ma anche di tutelare il lavoro di migliaia e migliaia di persone». Forse, sotto il profilo dell'occupazione, una soluzione Fiat darebbe maggiore tranquillità al sindacato? «Tutti sanno che il settore automobilistico sta attraversando una fase positiva, ma non si ignora che all'orizzonte si potrebbero presentare problemi di ristrutturazione a livello mondiale. Anche in questa prospettiva, avere una industria nazionale ancora più forte costituisce un obbiettivo prioritario del sindacato e potrebbe dare maggiore affidamento anche per i riflessi sull'occupazione. Se. poi. dovessero essere confermate le voci circa la costituzione d! un grande polo automobilistico italiano mediante un matrimonio Lancia-Alfa per la produzione di automobili di livello elevato, il sindacato non potrebbe che auspicare il successo dell'iniziativa». Sul tipo di soluzione può influire la storia recente dell'Alfa? «Ne sono convinto. Non si può dimenticare, mentre si sta entrando in dirittura di arrivo, che i consigli di Arese e Pomigliano, insieme a tutte e tre le confederazioni sindacali, hanno in questi anni sempre sostenuto che l'Alfa non era un'impresa indù- ' striale irrimediabilmente destinata al fallimento; hanno detto che era un'azienda mal diretta, non una azienda priva di un avvenire. Nel momento in cui Iri e Finmeccanica hanno condiviso questa lettura della situazione ed hanno provveduto a nominare un nuovo gruppo dirigente, le cose sono immediatamente cambiate... Cioè? «Si è passati da una situazione generalmente comatosa ad una condizione in cui l'azienda ha ripreso vivacità e vitalità; al punto tale che oggi siamo di fronte ad una ipotesi che, in ogni caso, conferma le prospettive produt¬ tive dell'Alfa. E' un merito, io credo, che debba essere attribuito ai consigli di fabbrica che vedono premiata la loro azione portata avanti tra non poche difficoltà». Un suo giudizio su questo momento? «E' di grande attenzione per quello che farà la Fiat. Aspettiamo la sua proposta completa. Sarebbe un errore assumere come definitive in queste ore le anticipazioni filtrate nei giorni scorsi. Il sindacato si augura che il gruppo torinese presenti un'offerta capace di costituì re un elemento di grande rilievo per la struttura produttiva del Paese». Gian Carlo Fossi Tutti i motori d'Europa (Il mercato dell'auto al 30-9-86) GIAPPONESI 12%