Un cimitero razziale
Un cimitero razziale «Sfrattati» i resti di due italiani a Merano Un cimitero razziale Il parroco: «Qui si seppelliscono solo familiari di residenti» DAL NOSTRO INVIATO MERANO — -Non si Ila più pietà per i morti? Occorre avere il patentino postumo di bilinguismo per riposare in ; pace nel cimitero parrocchiale di Maia Bassa?-. Cose strane sarebbero accadute al camposanto. Benito Centaro, 44 anni, nato a Napoli e cresciuto a Merano, ha aperto il caso. In un periodo di sfratti, a lui, Centaro, è capitato lo ! sfratto più assurdo: quello ' dei genitori dal «Friedhof», il ' cimitero: -perché i responsabili — accusa — non vogliono che in quel sito riposino in pace e ricini italiani di "razza latina" e sudtirolesi di "razza ariana"-. La denuncia di Centaro è ; in una lettera ai giornali. Possibile che i delicati rapporti tra le comunità di lingua italiana e lingua tedesca — dopo le scuole diverse e le parrocchie diverse — abbiano portato anche ai camposanti per differenti etnie, il sudti rolese si, l'italiano no? Franz Alber. maestro in pensione e sindaco della Suedtiroler Volkspartei, in consiglio comunale si è sentito rimprove rare da Giancarmine Tollis, farmacista e rappresentante della lista pri-pli. Le opposizioni (la giunta è svp, de psdi) vogliono veder chiaro nella gestione del cimitero. -Non si può credere a ciò che scrive un Benito qualsia si! — si è offeso il sindaco —. Soltanto se avessi una lettera di padre Stefano, che conosco e che stimo, potrei interveni re-. Padre Stafano Carli, parroco di Maia Bassa, è il responsabile della gestione del cimitero. E' di lingua tedesca, la parrocchia la chiama • Pfarrgemeinschaft-. E Benito Centaro accusa proprio gmd o padre Stefano: «Mi hanno ingiunto di far spostare le salme, ho ottenuto solo una proroga in attesa che io trovi un altro cimitero e si possa cosi realizzare questo sfratto esecutivo-. I Centaro sono a Merano dal 1942. Padre e madre sono morti nel 1975, lasciando sei figlie e quattro figli. Tranne Benito, che lavora a Padova, un altro fratello che sta a Torino,' gii altri otto Centaro sono tutti a Merano. -Il nostro non è l'unico caso di questo tipo — spiega Giovanna Sentaro —. Noi ne abbiamo iiscusso quest'estate, e Benito ha deciso di scrivere la lettera. Anche altri, qui a Iteralo, potrebbero parlare: ma 'tanno paura; la mafia non è solo in Sicilia. Padre Stefano ion ci ha mai ricevuto. Ci ha fatto sapere che dobbiamo portarci via i morti e basta-. Camicia azzurra, cravatta nera fantasia, cardigan beige, padre Stefano di questa vicenda non vorrebbe più sentir parlare. -Il vescovo mi ha detto che il caso è chiuso, basta, non dico niente-, risponde deciso e severo nella sua -Pfarramt-, la casa parrocchiale. -Ho sempre applicato il nostro regolamento: possono essere sepolti solo i congiunti aventi la residenza a Maia Bassa — ha spiegato in una lettera —. Allo scadere del contratto relativo alla tomba, non può essere rinnovato se i congiunti non sono più residenti nel territorio della nostra parrocchia-. I Centaro ribattono: -Ma come — protesta Giovanna —: se siamo in otto ad abita re a Maia Bassa! O forse pa dre Stefano ce l'ha con noi perché frequentiamo la parrocchia di Santo Spirito, che non è la sua?-. Benito, al teletono da Padova, è più esplicito: -Devo pensare che ce l'ha su con noi, e con i nostri genitori, perché siamo italiani e in più siamo di origine meridionale. E non ci dicano che non c'è posto al cimitero: domenica sono andato a controllare, e posti ce ne sono. Perché padre Stefano non ha voluto accettare i soldi per rinnovare il contratto. della tombaS,. . |8 -Padre Stefano -discute poco. -Ritengo ben comprensibile la lagnanza del Centaro sul piano umano ed emotivo — osserva invece don Ulrico Quaresima, viceparroco che si occupa dei fedeli di lingua italiana —. Ma è inaccettabile su quello dei dati oggettivi-. Però, conclude don Quaresima, -questa può essere l'occasione in cui il consiglio di amministrazione del cimitero ricerchi o sul piano del regolamento o su quello dell'allargamento dell'area cimiteriale una soluzione che faccia soffrire il meno possibile persone di lingua italiana e di lingua tedesca-. Secondo il regolamento padre Stefano, che a Maia Bassa di Merano è cresciuto e oggi ha i capelli bianchi, non sarebbe dalla parte del torto. Per forza — sembra la tesi dei Centaro — i regolamenti li stabilisce lui. «Ora — dice Giovanna —, ci sono in mezzo i partiti e ne è venuto fuori un polverone, anche se a fin di bene-. L'opposizione in consiglio comunale vuole impegnare la giunta nell'accertamento della gestione del cimitero. Appunto per sapere se corrisponda al vero che dal •Friedhof-, il camposanto di padre Stefano, chi non è sudtirolese rischia lo sf ratt». Giovanni Cerniti
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