Tra Mecca e know-how di Giuseppe Zaccaria

Tra Mecca e know-how IL SUD CHE FUNZIONA: NUOVE FRONTIERE IN PUGLIA Tra Mecca e know-how Una moderna classe di imprenditori: non più «levantini», importano raffinate tecnologie e formano una cultura industriale - Un costruttore entra nella «business history» con i suoi testi di organizzazione aziendale tradotti negli Usa - L'ingegnere convertito all'Islam costruisce una moschea, la sua azienda è affollata di clienti arabi DAL NOSTRO INVIATO BARI — II grattacielo che si staglia nel mare di vigneti sembra una nave aliena che abbia appena preso terra. La mole si distingue da lontano, una gigantesca scritta avverte che il baricentro d'Italia si sta spostando. Qui, a una ventina di chilometri dal capoluogo, su terreni clamorosamente valorizzati dall'iniziativa, sta sorgendo Baricentro, la più grande area commerciale del Sud. Nasce ad un passo da Tecnopolis, cittadella dell'informatica, a un tiro di schioppo da un modernissimo centro direzionale propagandato con lo slogan -La città fa carriera». Viaggiando verso l'interno, a forza di voltarsi per osservare tutto quel che cresce a sinistra della superstrada, si rischia di sottovalutare il fatto che le auto sfrecciano a centoquaranta. Se però si guarda a destra, ecco uno strano bagliore. La costruzione è incompleta, si direbbe una villa in via di ristrutturazione, schermi di plastica la rivestono come una scultura da svelare, ma dalle protezioni si affacciano cupole istoriate. E quelle che brillano in alto, non sono mezzelune? E' così: proprio di fronte al grande centro commerciale qualcuno ha deciso che anche i limpidi cieli pugliesi debbano riflettere la gloria di Allah. Stanno costruendo moschea, una grande moschea, la prima moschea imprenditoriale, se cosi si può dire. Se dall'altra parte della superstrada c'è la Bari rampante, qui il genius loci ripropone, adeguandola ai tempi, una delle sue sfaccettature più antiche. Michele Tridente, docente d'ingegneria sanitaria, figlio del rifondatore della Fiera del Levante, proprietario di due grandi alberghi, a forza di coltivare nel nome del padre i rapporti col Vicino Oriente ha finito per convertirsi. Adesso è musulmano, precisamente sunnita di scuola sufi: nelle sue aziende la clientela araba segna presenze sempre più importanti, non di rado lui compare in halls ultramoderne con sotto il braccio un tappetino per la preghiera alla Mecca, e nei ritagli di tempo si fa fotografare da Capital in caffettano Sull'autenticità della conversione non è lecito nutrire dubbi, ma quella villa riciclata in luogo di culto non si tramuterà anche in .servizio» per una clientela nuova? Forse il baricentro d'Italia si sta spostando davvero, ma verso quale parallelo? .Dell'Imprenditore puglie se credo si sappia ormai tutto — risponde Gianfranco Dioguardi, 48 anni, proprietario di una delle maggiori imprese edili della città Pragmatico, affidabile, tenace. Una volta si diceva an- che: è un levantino. Adesso credo che questa opinione non abbia più ragion d'essere...». Altri connotati però resistono. La storia imprenditoriale di Bari, che la si ricostruisca attraverso la crescita dei Calabrese (dall'officina alla grande industria di ribaltabili),. dei Rpmanazzi (dalla meccanica ai giornali)', delle grosse famiglie di imprenditori edili (Amoruso, Manzari, Matarrese, Cioce) o che la si guardi nella sua versione più moderna, mantiene costante la linea del più rigido individualismo. Grandi o picco/i, arrembanti o affermati, patriarchi o tardo-yuppies, qui si lavora ostinatamente chiusi nel proprio guscio. Nei pressi dell'aeroporto, a Palese, c'è una casetta che avrà cent'anni e senza volerlo compendia lo spirito più autentico del barese imprenditore, quella specie di rabbia di fare che cambia genere ma resta immutata. La casa è un cubo bianco, chiuso da una serranda un po' arrugginita. Sopra c'è un'enorme insegna, di quelle luminescenti: annuncia al ma o a mondo che II dentro c'è la • Oftm». Sotto, col pennello, è aggiunto in piccolo un chiarimento: la sigla sta per .Officina Fabbro Torres Michele». Ecco: se in Campania il grande problema dell 'imprenditore è quello di arrancare nella palude dei servizi, in Puglia si vive una prospettiva diversa ma non meno delicata. Se il napoletano soffoca, il barese deve abituarsi a respirare a nuove altitudini, in spazi più ampi. Un'economia vitale proprio perché abbarbicata al «/ai da te» si trova a dover fare i conti con la crisi d'identità di aziende che piccole non sono più ma ancora non possiedono gli strumenti per crescere. .Funzionare» qui ormai significa sostituire al vitalismo disordinato un ordine che si fa vitale. E l'insolita figura di Gianfranco Dioguardi in questo può insegnare qualcosa. I toni sommessi, l'aria del ragazzo un po' invecchiato, Dioguardi è a capo di un'impresa che in media dà lavoro a novecento, mille persone, che ha ristrutturato il settore passeggeri della Malpensa, costruito all'Olgiata il centro per la formazione del Banco di Roma, a Napoli la centrale Sip, che a Brindisi è capofila di un consorzio per la costruzione della nuova centrale Enel. Ma non è di questo che ama parlare. Improvvisamente costretto, 25 anni fa, a prendere le redini dell'impresa di famiglia (il padre, architetto, l'aveva condotta facendo tutto da solo), non ancora laureato, Dioguardi si trovò ad dover gestire una realtà sconosciuta. L'affrontò studiando. Dei risultati, oggi, fanno parte una serie di testi di organizzazione aziendale che vengono tradotti negli Stati Uniti. Alfred D. Chand'.er, docente ad Harvard, forse il più importante studioso di .business history», ha scritto: «Gianfranco Dioguardi unisce all'esperienza dell'Imprenditore il senso di ricerca dell'uomo di idee, associa come solo di rado accade pratica e teoria». Lui, continua fermamente a sostenere che soprattutto nel Mezzogiorno oggi «la vera sfida è nella crescita Imprenditoriale e sindacale, la nuova frontiera quella della formazione di una cultura d'Impresa». Nella ricorrente polemica Nord-Sud, non vede «alcun elemento di costruttività». Gli aU i 'inorano, e non è poco: lui, in più, importa know-how, sperimenta tecnologie, coinvolge nello sforzo di crescita altre aziende, vede l'impresa come un laboratorio. A Brindisi la .Fratelli Dioguardi» lavora come capofila di un consorzio: «Accanto a noi ci sono molte Imprese locali: abbiamo organizzato un corso, coinvolgendo 1 pic¬ coli Imprenditori, partendo da una previsione. Alla fine dei lavori, duemila persone rischiano di essere nuovamente senza occupazione: è assu.-do non pensare a come collocarle, non studiare fin d'ora le possibilità che la centrale aprirà all'indotto». Sfruttamento delle acque calde, piscicoltura.'le inizia* Uve per il .dopo» stanno prendendo forma. E' un altro passo in avanti: da un'attività svolta senza il potere pubblico, a un lavoro fatto al suo posto. Dioguardi sta dimostrando che la cultura d'impresa paga anche al Sud. L'esempio più evidente è nel «laboratorio di quartiere*: cinque anni fa, quando nacque, quasi il capriccio di un intellettuale imprenditore. Alla .Fratelli Dioguardi» il Comune aveva commissionato d'urgenza 86 alloggi per accogliere gli sfrattati, in sei mesi le case erano pronte al rione Japìgia. periferia Sud di Bari. Ma l'impresa non si era sentita paga: partendo da un'idea di Renzo Piano aveva costruito accanto al nuovo quartiere una struttura avveniristica ma con funzioni mollo attuali: garantire la manutenzione continua delle case. Un'impresa edile garantiva il prodotto nel tempo come un'azienda industriale. Guardato a lungo come un oggetto misterioso, il «laboratorio di quartiere, costituisce adesso per le 86 famiglie di Japigia un riferimento costante. Si programmano interventi, si computerizzano dati, si abbattono i costi, si costruisce poco alla volta un archivio che inquadra la situazione del .bene casa». A quel .laboratorio» si sono interessati Comuni come Napoli e Torino, afflitti da problemi diversi. Sperimentando l'innovazione l'azienda ha prodotto cultura, in questo caso software. Quel programma di manutenzione casa, unico in Europa, adesso trova probabili clienti negli istituti per le case popolari di Bologna e Milano. Cresce l'impresa, crescono le realtà con cui essa viene in contatto. L'ultimo bilancio della .Fratelli Dioguardi» — il professore ha il vezzo di arricchire sempre le cifre con qualche citazione — si apre con una frase di Carlo Cattaneo: .Non ve lavoro, non v'è capitale che non cominci- con un atto di intelligenza». Giuseppe Zaccaria Barì. Operai al lavoro in una grande industria metalmeccanica, nata da una piccola officimi