La valle con pochi bimbi

La valle con pochi bimbi Viaggio fra i monti appenninici lungo il torrente Curone La valle con pochi bimbi Canno scorso ne sono nati appena quattro - Nelle borgate sono rimasti soltanto gli anziani Che cosa dice il parroco di Fabbrica, don Silvio Sala, un reduce della ritirata in Russia DAL N08TRO INVIATO TORTONA — La strada cominlcia a salire dolcemente appena superato San Sebastiano, costeggiando il Curone che mostra il suo letto di pietre. Il torrente è in secca, si pontieri solo con le piogge autunnali che spazzeranno e disseteranno una valle povera di acqua. Un paesaggio dove 11 silenzio è rotto soltanto dai cingolati che lavorano la terra e sembrano salire in verticale sul fianco della montagne. Fabbrica è il capoluogo, con le sue 23 frazioni conta appena 1052 abitanti disseminati in una superfice di 53 chilometri quadrati. Lo scorso anno sono nati quattro bambini, la punta più bassa di tutto l'Alessandrino. Una valle che negli Anni Cinquanta ha visto dimezzarsi la sua popolazione, nelle borgate sono rimasti solo anziani, l'età media è sui settant'anni. -Quando mi volto indietro, ho voglia di piangere*, dice don Silvio Sala, 70 anni, parroco di Oaradassi, il centro geografico del Comune, dove c'è 11 municipio. E' seduto sul muretto che delimita 11 sagrato della chiesa: basco sui capelli grigi, una maglia blu gli fascia il torace rinsecchito dalle sofferenze -mi è rimasto solo un polmone, una bronchite potrebbe farmi morire...-. Non racconta che il suo fisico è stato piegato durante la tragica ritirata di Russia, che da allora ha sempre trascinato un'esistenza faticosa. La sua amarezza è perché ha la chiesa vuòta, .non ci sono più bambini, non dico più il catechismo...». Guarda le sue montagne che cominciano a macchiarsi d'autunno, punta l'Indice verso le frazioni Mortgllassl, Brentassi, Areglia. Frinti, La Ca' dove vivono 1 suol parrocchiani -140 anime in tutto-. Ricorda quando sul sagrato giocava con 1 bimbi che uscivano,, dalla scuola, LptS'SPde. del municipio «adesso.i.ragazzi li vedo solo la domenica, se vengono quassù a trovare i loro parenti-. Tutte le montagne sono abbandonate, vivere è sempre stato faticoso. -Ma nessuno ha mai aiutato questa gente — incalza don Silvio — e la popolazione ha fatto bene ad andarsene, almeno alloraRicorda che le famiglie «so pravvivevano bevendo il latte di tre o quattro scarne vacche e di quel poco che dava la terra, grattata con un aratro di legno. Se volevano comperarsi le scarpe, dovevano cercare lavoro nel Tortonese o nelle risaie del Vercellese. Ed è andando giù nella piana che hanno scoperto una vita di versa-. Le tasse, poi, hanno dato 11 colpo di grazia -pagavano come fossero stati terreni di pianura, die rendono tre volte tanto... Sono andati via per disperazione-. Ma a casa sono rimasti i genitori. 1 nonni e per don Silvio questo è stato un bene. -Si, perché con la loro pensione e i prodotti della terra hanno aiutato i figli a tirare avanti in città: ieri perché faticavano a in granare e oggi perché la vita è diventata più cara-. E' grazie proprio alla tenacia e al sa crlflcl di questi anziani se la Valle Curone non ha segni di degrado. Da qualche anno vanghe e badili sono nuovamente Impugnati dal giovani emigrati che il sabato vengono quassù a coltivare la terra, a ristrutturare le case -perché forse si preparano a un definitivo ritorno-, dice fiducioso 11 sin daco di Fabbrica, Eugenio Ferrari, 41 anni. Aggiunge che se si è già ascoltato don Silvio, non c'è altro da aggiungere. Però ricorda che la Comunità montana, che raggruppa sedici Comuni delle valli Curone, Orue e Ossona, fa molto per questa zona cerca di favorire l'agricoltura, dare un nuovo Impulso al l'economia zootecnica: «/ nostri pascoli sono forse migliori di quelli emiliani-. Stanno nascendo cooperative di gio vani che lavorano la terra tempo pieno e vendono 1 prodotti, due caseifici di Caldlro la e di Comegna, gestiti da famiglie ciociare, producono '< a pieno ritmo, -qualcosa, fi 1 nalmente, comincia a muo' versi-. La Valle Curone vuole farsi conoscere anche dal tu rlsmo. CI sono diciassette al borghi, due campeggi, bar, ristoranti e pizzerie. Saranno potenziati gli impianti sciistici di Caldlrola (quota 1012) anche se la neve si ferma pdglepgpdnVpcopet poco perché è sciolta dal caldo vento che soffia dalla Liguria. Ogni anno aumentano i villeggianti che vengono quassù per la «Festa della Montagna», -dove sono esposti tutti prodotti di questa terra-; per la «Sagra della Panisela., piatto importato dalle mondine di Lunassi che piegavano la schiena nelle risaie del Vercellese per guadagnare un pezzo di pane, un mangiare che allora significava miseria, oggi raffinatezza-; per la Sagra della castagna»,- -le più belle e sane del mondo-, elenca il sindaco quasi senza tirare il fiato. Eugenio Ferrari sorride a un pensiero che è affiorato nella sua mente. Racconda che quando aveva 17-18 anni le ragazze del posto evitavano 1 loro coetanei -senza futuro. Preferivano l'operaio della Fiat o della Piaggio, cercavano il matrimonio con la garanzia di uno stipendio sicuro. Giustamente pretendevano di avere una casa calda, di non faticare sulla terra, uscire dalla miseria della montagna. Quanti fidanzamenti si sono rotti allora.'... Per fortuna oggi non è più così: le famiglie tornano, rimettono in ordine i quattro muri che appartenevano ai genitori, si fermano il sabato e la domenica, trascorrono qui le ferie. E sono convinto che se avessero i mezzi o la voglia d< fare i "pendolari", riprenderebbero la residenza-. Un ottimismo condiviso anche dalla farmacista di Fabbrica, Linda Eskenazi, una friulana di San Daniele -scappata da Venezia per la troppa confusione-. L'aria In Valle Curone è buona, il cibo sano, -qui si muore di vecchiaia-. E se lo dice lei, c'è da crederci. Mancano però i divertimenti, non c'è neppure un cinema. Quello gestito da don Luigi Aguzzi, parroco di una meravigliosa pieve dell'anno Mille, ha chiuso dopo una stagione. -Facevo il mac- chinista, la maschera, le pulizie e non sono andato in rovina solo perché vendevo caramelle. Dio sa quanto avevo bisogno di guadagnare qualcosa per far riparare la chiesa che mostra tutti i suoi secoli...-. Don Aguzzi lamenta che lo scorso anno ha celebrato un solo matrimonio, -poi la coppia si è trasferita-. Ci pensa un po' su e aggiunge: -Però altre due sono tornate e cosi ho guadagnato due anime nel totale di quelle presenti-. Preoccupata della situazione è invece la maestra della quinta elementare -ma per favore non scriva il mio nome-. Quest'anno la scuoia ha 22 bambini, divisi nelle cinque classi: otto andranno poi alle medie di San Sebastiano. Quelli che restano, 18. non sono sufficienti per giustificare un organico di tre insegnanti (minimo 21 alunni): -Sono la più giovane del plesso, forse perderò il posto-, spiega con amarezza la maestrina. Sarà trasferita in un'altra sede, -però mi spiace lasciare questi bambini, i loro genitori, questo paese A San Sebastiano c'è la media dedicata al partigiano -Franco Anselmi-, fu inaugurata nel '65 dal presidente Pertini. Pulita e ordinata come un salotto, raccoglie i ragazzi di sei Comuni. -Eravamo partiti con 120 alunni, oggi sono 75-, dice la preside, professoressa Mariuccia Manfredi. Non entra nel merito di questa flessione di presenze, fa capire che spetta ai politici spiegarlo. Ammette che le cose stanno cambiando. In meglio: -Anche i ragazzi che abitano in montagna oggi continuano gli studi, per diventare geometri o ragionieri-. •I primi per entrare nelle imprese edili, tirare su i loro paesi; i secondi per lavorare in banca. Ma questi ultimi ci riescono solo se sono molto briu^-a .forse...fortunati-^ commentarla -signora Anna Livanni, segretaria —. Per molti vivere da queste parti è ancora difficile; speriamo che le cose vadano meglio...-. Sul piazzale della scuola c'è il monumento al partigiano. •Franco Anselmi- regge con la schiena una stele che sembra voglia schiacciarlo: arcua il corpo e piega le gambe, ma non cede. Come i vecchi montanari. . ° _ Aldo Popaiz

Luoghi citati: Liguria, Ossona, Russia, San Daniele, Venezia