Verso Ceres a piccoli passi
Verso Ceres | piccoli passi Rami secchi e linee secondarie: come si viaggia in provincia Verso Ceres | piccoli passi Troppe fermate, materiale vecchio, la Torino-Lanzo (15 mila passeggeri) ha bisogno di interventi urgenti - Grazie ai 35 miliardi messi a disposizione dal Fio, presto i lavori di raddoppio dei binari Parlando di ferrovie, si è usata molto in questi ultimi tempi l'espressione «rami secchi» per indicare quelle linee che, per la loro antieconomicita, dovrebbero essere abolite. Di questa eventualità si è parlato soprattutto in Piemonte, perché la regione, per ragioni squisitamente storiche, è tra quelle che contano il maggior numero di linee di «secondo livello», ossia di tronchi secondari (circa 1800 chilometri), utilizzati In prevalenza da pendolari, caratterizzati da un alto numero di fermate intermedie e da bassa velocità di esercizio. Quali i disagi e le difficoltà che incontrano ogni giorni mi. gliaia di operai e studenti? Cominciamo una breve inchiesta prendendo in esame la Torino-Ceres. Da' quando sono stati stanr ziati i 35 miliardi del Fondo Investlmenti%ed Occupazione (Fio), gli amministratori pubblici della zona e i suoi circa 15 mila passeggeri (in massima parte pendolari) hanno tirato un sospiro di sollievo. La Torino-Ceres. la gloriosa linea ferroviaria che da oltre 70 anni collega Torino con le valli di Lanzo, non morirà. Anzi verrà ampliata, diverrà più moderna e funzionale. Il primo lotto per il raddoppio del tratto Borgaro-Torino, che ora corre su un unico binario, è già stato appaltato e i lavori dovrebbero cominciare a primavera. Davanti a questa notizia, tutto il resto, disagi, ritardi, disfunzioni sembra essere passato in secondo ordine. Dice Sergio Togli Geninatti. 46 anni, presidente della Comunità montana dì Lanzo e sindaco di Mezzenile: .Noi amministratori della valle eravamo molto preoccupati. Perché come è capitato con i rami secchi denunciati dal Ministro Signorile, sembrava die l'utile economico della ferrovia dovesse essere anteposto a tutto. Anche alla funzione sociale di collegamento e di incontro die una linea ferroviaria, per quanto vecchia e deficitaria, svolge in ogni tessuto collettivo-. Sostenitore convinto della indispensabilità della linea, Oeninatti parla da utente perché nel passato, per oltre quattro anni, si è servito quotidianamente del treno per recarsi a Torino. E i suoi ricordi dell'epoca intrisi di nostalgia, riguardano soprattutto il piacere dell'incontro mattutino coi compagni di viaggio, le lunghe chlaccherate. le partite a carte in treno che rendevano meno lungo e noioso il tragitto. A causa dello scartamento ridotto, della vetustà del materiale rotabile e dell'armamento, dell'accavallarsi delle stazioni (in totale una ventina, in pratica uno stop ad ogni stazione) anche allora la velocità d'esercizio era bassa Per percorrere i 43 chilometri della linea, i locomotori della Satti (subentrata allo Stato nella gestione del tronco) impiegano tutt'oggi almeno un'ora e 18 minuti, che nelle ore di punta diventano un'ora e mezzo. Senza contare i ritardi. Fanno quindi sorridere gli orari della Torino Ceres. che prevedevano fino a pochi anni fa tempi di partenza calcolati addirittura al mezzo minuto. Se anche volessero andare più veloci. ì locomotori Breda acquistati per sosti¬ tuire quelli danneggiati in un grave incidente, non potrebbero. L'armamento, irrimediabilmente vecchio, non tollera le alte velocità e la distanza tra le stazioni, talvolta, non supera il chilometro, mentre i passaggi a livello in- e custoditi lungo la linea sono una quarantina (in tutto ne esistono 90). Pur essendo tramontati i tempi in cui i macchinisti della Torino-Lanzo, per proseguire, fermavano le locomotive in aperta campagna per far la legna da gettare nella caldaia, la vetustà del materiale comporta altri gravi disagi alle migliala di passeggeri »Non passa inverno sema che il riscaldamento non si rompa in media almeno una volta la settimana — dice Federico Vana, ex assessore ai Lavori Pubblici di San Maurizio Canavese e impiegato all'Enel di Torino: «Per fortuna che l'affollamento nelle ore di punta è tale che il freddo si sente di meno-. Vana, quasi certamente, è uno dei più affezionati utenti della linea perché tranne una breve pausa .automobilistica' quando crollò il ponte sulla Stura, per 40 anni ha sempre usato il treno. La sua è una tradizione di famiglia, perché lo usava il padre, subito dopo la prima guerra mondiale e lo prende ora la figlia quindicenne, per recarsi a Torino a lavorare. Ne conosce quindi a menadito pregi e difetti: «Buona parte del disagio deriva anche dal comportamento di alcuni utenti. Qualche mese fa — racconta — sono state im Mancate quasi tutte le stazio ni sulla linea. Erano belle perché si tratta di costruzioni in stile, di una certa epoca Non era passata una settimana che erano già. tutte deturpare dai graffiti.. Secondo Vana, le maggiori pecche del la Torino-Ceres sono la sta zione di partenza da Torino ubicata in una zona infelice (Porta Palazzo) senza colle gamenti veloci con" il resto della città. E il cattivo funzip namento dei servizi di emergenza ogni qualvolta (e capita spesso) i pullman devono sostituire il treno: .Sono troppo scomodi e arrivano sempre in gran ritardo. Massimo Boccalettl Una delle locomotive storiche della ferrovia nata 70 anni fa
Persone citate: Federico Vana, Sergio Togli Geninatti, Vana
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