Mosca prepara la ritorsione di Emanuele Novazio

Mosca prepara la ritorsione La Tass: dagli Usa un passo per peggiorare i rapporti con l'Urss Mosca prepara la ritorsione Prima dell'annuncio da Washington il portavoce del ministero degli Esteri sovietico aveva detto: «Replicheremo a eventuali misure americane» - «Toni aspri» nel colloquio al Cremlino tra Gorbaciov e il premier danese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — La «contro-reazione» di Mosca all'espulsione di cinquantacinque diplomatici sovietici dagli Stati Uniti (che la Tass definiva in serata -un altro passo per peggiorare le relazioni sovieto-americane.) ancora non c'è. Ma certo non tarderà ad arrivare: ieri pomeriggio, poche ore prima che Washington rendesse noto il provvedimento, il portavoce del ministero degli Esteri, Gherasimov, aveva anticipato che. In caso di risposta americana all'espulsione dei cinque diplomatici Usa, costretti a lasciare l'Urss entro il primo novembre, Mosca avrebbe replicato a sua volta: «Si potrebbe andare avanti all'infinito-, aveva detto Gherasi mov. 'Già adesso avremmo potuto farne partire di più: perciò abbiamo tenuto qualcuno di riserva-. Mosca tuttavia, aveva notato il portavoce, ritiene che sia giunto il momento di -ti rare una riga sull'intera faccenda-, e che «sia tempo di fermarsi-. Dando fiato cosi alle indiscrezioni sovietiche che, subito dopo l'annuncio del provvedimento nei con fronti del cinque funzionari americani, avevano messo in rilievo il tono -moderato- della «giustificata- risposta del Cremlino: gli espulsi, si nota va, sono tutti funzionari di 11 vello medio-basso. E, soprattutto, sono cinque; soltanto cinque di fronte ai venticinque funzionari sovietici all'O nu costretti a lasciare gli Stati Uniti. Le stesse fonti avevano sottolineato il desiderio di non drammatizzare la vicenda, per non creare troppa tensione attorno alle trattative sul disarmo. Finora, Gorbaciov aveva seguito un criterio di stretta reciprocità, nelle espulsioni; il principio era sempre stato quello della assoluta parità numerica, del testa contro testa». Il caso dei venticinque funzionari era andato diversamente: probabilmente per l'« asimmetria» che presentava (i venticinque erano tutti accreditati all'Onu, e non facevano parte della legazione sovietica a Washington). E, forse, perché Mosca ha davvero voluto «non drammatizzare» e non Inasprire ancora i suoi rapporti cori Washington, dopo il vertice di Reykjavik: prima dell'Incontro tra Gorbaciov e Reagan, il ministro degli Esteri Eduard Shevardnadze e altri funzionari sovietici di rango avevano fatto prevedere una reazione molto più dura. La vicenda continua a presentare una certa «asimmetria»: Washington sostiene che solo cinque, tra gli espulsi, sono la risposta diretta alla cacciata dei suoi cinque funzionari; tutti gli altri sono fatti partire per riequilibrare i rapporti numerici tra le legazioni dei due Paesi; Mosca ha parlato di -attività incompatibili- per i cinque espulsi, la formula adottata per dire spionaggio, Washington no, almeno per cinquanta diplomatici; Washington non ha missioni in organismi internazionali paragonabili a quella di Mosca all'Onu. Ma, nonostante questo, l'impressione è che Gorbaciov repli¬ cherà in modo duro, questa volta. Che si tornerà al «testa contro testa», innestando una rincorsa difficile da arrestare. Già ieri, ricevendo il premier danese Poul Schlueter — il primo leader di un Paese Nato a incontrarlo dopo Reykjavik — Gorbaciov aveva usato toni molto polemici e duri (la Tass definisce i colloqui con l'ospite, ed è la prima volta che accade, «a tratti aspri-). Riaffermando, un'altra volta, che Mosca non firmerà nessun accordo separato sul disarmo, e che tutto andrà ricondotto al -pacchetto- presentato a Reykjavik (e «subito, fin dall'inizio dei col¬ loqui, non alla fine-, come si sostiene negli Usa). E criticando ['«ostinata resistenzadi Washington (e non solo di Washington) a un accordo sugli armamenti. Poco prima, ancora Gherasimov aveva polemizzato con gli Usa a proposito del progetto Sdi: non accetteremo mai test nello spazio, aveva detto (anche se permangono dubbi sull'interpretazione degli •esperimenti in laboratorio-). • E se loro non rinunceranno, risponderemo; con un sistema in grado di neutralizzarlo, e molto più economico: costerebbe appena il cinque per cento dello Scudo spaziale-. Emanuele Novazio

Persone citate: Dando, Eduard Shevardnadze, Gherasimov, Gorbaciov, Poul Schlueter, Reagan