Stress da rumore di Mario Salvatorelli

Stress da rumore I nostri soldi di Mario Salvatorelli Stress da rumore «Lèi si domanderà che cosa c'entrino i danni da rumore con l'economia, e in particolare con "• nostri soldi' ', ma. abbia la pazienza di leggere, e vedrà che c'entrano, e come''. Lo scrivente è il signor Antonio Bolmida. di Torino, che cosi prosegue: <• Ricordo un tempo lontano, in cui c'erano macchinette per le strade che "misuravano" il rumore prodotto da automobili e motocicli, e davano multe ai londticenti di quelli che superavano un certo numero di "decibel". Ricordo più recenti articoli che illustravano, con dovizia di precisi riferimenti scientifici, i danni provocali dai rumori, oltre un certo livello. Il nostro ministro della Sanità, se i piai delle Usi, il vino al metanolo, le nubi radioattive e quelle, più piccole, cariche di nicotina e catrami delle sigarette glielo permettono, perché non si occupa anche dei rumori'.' Magari d'intesa con il ministro dell'Industria, che non può rimanere indi/ferente di Ironie alle tante assenze dai posti di lavoro dovute, appunto, ull'aflaticumento da rumore (ed ecco il collegamento con i nostri soldi)». Domando scusa, per aver dubitato di lui. al signor Bolmida. che conclude: <*Se il nostro sistema di previdenza è in dissesto, lo si dovrà pure, almeno in parte, ai tanti pensionamenti anticipati per vecchiaia, ai troppi pensionamemi per invalidità, nei quali rientrano anche quelli provocali o stimolati dai rumori, un tempo assordanti foggi un po' meno), di tante fabbriche, compresa quella dove io lavoravo, li il costo del lavoro, per le aziende, è maggiorato, nel suo complesso, anche da questo tipo di assenteismo. Per non parlare dei rumori che demoliscono, lentamente, le difese del nostro organismo e che dobbiamo sopportare anche fuori dai cancelli delle fabbriche, anche in casa. Che dire, tanto per fare un esempio, delle televisioni, private e pubbliche, con quelle pubblicità trasmesse non so quanti "decibel" più alte dei programmi normali, e con quelle colonne sonore dei film, trasmesse negli appartameli!!, in stanze di 20 metri quadrati, con la stessa sonorità con la quale inondano cinema di 2500 metri quadrati, alti non ì ma 20 metri'.':. Caro signor Antonio, sono certo che la maggioranza di coloro che leggeranno la sua lettera concorderanno con lei. Purtroppo, però, vince la minoranza, come capita spesso quando è più rumorosa, strilla e si agita per quattro. Cosi, i rumori ci assordano, ci stancano, e costituiscono un aggravio, difficilmente quantificabile, ma certo pesante, per i bilanci delle famiglie, delle aziende e del Paese, quindi per i nostri soldi. Qualcuno, più malizioso, attribuirà la mancata reazione ai rumori, l'assenza di qualsiasi campagna per il silenzio, anche da parte di enti e associazioni, peraltro benemeriti, che si scatenano in ogni occasione, anche per difendere la polverina sulle ali delle farfalle, attribuirà, dicevo, questa indifferenza ai troppi interessi legati, direttamente o indirettamente, alle sorgenti dei rumori stessi, di ogni ordine e grado. Chi. come me, non è malizioso, pensa più semplicemente che nelle lente mutazioni del corpo umano, e animale in genere, attraverso i millenni, ci sia anche quella delle orecchie, sempre meno sensibili via via che ci si inoltra nella «civiltà» — si fa per dire — del rumore. A ogni modo, se qualcuno vuol fondare il partito del silenzio, me lo Taccia sapere. Sarà la prima, ma anche la meno politica e la più benemerita, tessera di partito che mi troverò in tasca.

Persone citate: Antonio Bolmida, Bolmida

Luoghi citati: Torino