Moravia vince a Buenos Aires

Moravia vìnte a Buenos Aires Alla rassegna Italiana '86 grande successo de «La cintura» con la Malfatti Moravia vìnte a Buenos Aires Per il cinema, la rivelazione di «Christus», colossal dimenticato di 50 anni fa BUENOS AIRES — .Un'esperiema indimenticabile.. Cosi il critico de La Nacion ha accolto La cintura di Moravia, rappresentata al teatro Coliseo di Buenos Aires nell'ambito della rassegna .«Ita-, liana '86V Lo spettacolo, diretto da Roberto Guicciardini e interpretato da Marina Malfatti (lodatisslma), Geppy Glejeses e Massimo Serato, ha entusiasmato non solo la critica, ma anche il pubblico, nonostante la crudezza delle situazioni (i difficili rapporti familiari ed erotici di Vittoria, un'attrice afflitta da sadomasochismo) e il linguaggio esplicito del testo. La cintura è stata una delle tappe più rilevanti di un programma che, nelle ultime quattro settimane, ha proposto spettacoli di notevole livello come La gatta Cenerentola di Roberto De Simone e / due sergenti di Attilio Corsini. Il programma si è concluso con un recital pirandelliano, che aveva come interpreti Gianni Santuccio, Rosa DI Lucia, Pippo Spicuzza, Rosa Balistreri, Lucio Rosato Mario Valdemarin: una produzione del Teatro Biondo di Palermo che, nella circostanza, ha consegnato due Premi Pirandello al regista argentino Fernando Solanas, quello di Tangos. L'exil de Gardel e all'attrice Norma Aleandre, protagonista de La storia ufficiale (Oscar '88). Da oggi, al centro dell'attenzione, vi sono la rassegna cinematografica e le mostre sul Settecento veneziano (opere di Francesco Quadri, Alessandro Longhi, Pietro Longhì e del Tiepolo: assicu rate per otto miliardi e mezzo) e sulla cultura genovese del 900. La rassegna cinematografi ca si è aperta al Coliseo con un evento che gli storici con siderano eccezionale. Non caso in sala c'erano anche ci nefili e critici arrivati dal Cile e dall'Uruguay. Si è trattato della riproposta, a distanza di più di cinquantanni, di un classico italiano del cinema muto, Christus di Giulio Antamoro (105 minuti di inumatimi) con l'accompagnamento musicale dal vivo affidato ad un'orchestra e un coro diretti da Gino Peguri, autore di numerose colonne sonore di film e programmi televisivi. E' stata — precisa il compositore romano — la prima rappresentazione pubblica del Christus, con musica ese guita dal vivo, dopo il ritrovamento degli spartiti originali avvenuto all'inizio di guest'anno a Roma. La musi¬ ca originale, del 1916, porta la firma di Giocondo Fino, un sacerdote studioso di lingue orientali e autore di parecchie musiche di film muti italiani. Nei primi anni del Novecento, .per combatter?,,la concorrenza del teatro, i grandi film venivano proiettati con l'accompagnamento di orchestre sinfoniche e richiamavano l'attenzione del bel mondo. Alla prima di Christus, avvenuta all'Augusteo di Roma, c'era anche la regina Elena: C'è inoltre da sottolineare che il Christus di Giulio Antamoro è uno dei rari casi in cui 11 recente restauro del colore sia stato effettuato di¬ rettamente sul negativo per agevolare eventuali ristampe. Adesso la proposta con musica di questo film girato in Italia e in Africa, che rievoca la vita cUJtCil5to attraverso l'interpretazione di-.Alberto Pasquali (un attore di teatro che successivamente interpretò anche San Francesco in ben due pellicole mute), è attesa a New York. Nella sto ria del cinema italiano, dopo Quo Vadis? di Enrico Guazzoni e Cabiria di Giovanni Pastrone. il film di Antamoro segnò l'inizio del «colossal muto di tendenza religiosa Si racconta che il regista di Christus non avesse rispettato i tempi di lavorazione fis sati dalla casa di produzione per accelerare le riprese gli venne affiancato il «mae stro» Guazzoni. Negli anni successivi Antamoro si ri scattò prima con opere comiche e po' con un'apprezzata versione del Pinocchio. La riproposta in versione integrale del Christus si deve al ricercatore e studioso Aldo Bernardini, che per conto dell'Ente gestione cinema h: curato per «Italiana '86un'articolata rassegna del cinema muto italiano che ha preceduto di una settimana, sugli schermi argentini, l'arrivo del «cinema d'oggi» made in Italy. Il mito e la realtà del nostro cinema muto è stato presentato da Bernardini attraverso tre filoni: il melodramma, la commedia e il divismo. .A proposito di divismo — dice Bernardini — gui a Buenos Aires abbiamo ritrovato film di Francesca Bertini e di Lyda Borelli, dei quali in Italia non si conosceva l'esistenza. Dai cinefili argentini abbiamo avuto la conferma che a Città del Messico ci sono tuttora centinaia di film italiani dell'epoca del muto a noi sconosciuti.. Ernesto Baldo n