Bianco e nero con semplicità

Bianco e nero con semplicità Atmosfera da aeroporto assediato alle sfilate dell'alta moda pronta a Parigi Bianco e nero con semplicità Renzo presenta quest'anno una linea cinese, con colli alla Mao e maniche a chimono - Aria di Russia contadina nella collezione di Mugler - Prevale la gonna lunga e solo Anne-Marie Beretta scopre le gambe PARIGI — Autunno dolce e nebbioso, dorate e Intatte le foglie degli ippocastani nei giardini delle Tuileries, clima svagato e strade tranquille. Poi alla Porta Marengo, per entrare nel cortile quadrato del Louvre con 1 famosi tendoni sede delle sfilate dell'alta moda pronta, aria di guerra, da aeroporto assediato: doppio, triplo controllo del biglietti di invito, carta di identità, meglio il passaporto in mano e palpeggio accurato tipo dogana da donna a donna, da uomo a uomo. Tutto bene accettato, In nome della sicurezza e alla luce delle nuove minacce del terroristi alla capitale francese. E poi il presidente della Camera sindacale della moda. Mouclier, ha fatto arrivare dall'Inghilterra ben quattro detector specialissimi (ognuno costa ventimila franchi), In funzione nelle tende e fuori, per ogni sfilata. Però, è vero che, su una settantina di stilisti, soltanto due francesi hanno rinunciato a presentare le loro collezioni alla Cour Carrée del Louvre, Thierry Mugler e Chantal Thomass, infatti Jean-Paul Oaultier da molte stagioni è fedele al suo spettacolare show nelle Orandes Halles della Villette; e persino fra gli Italiani, abituati da tempo a sfilare a Parigi, soltanto Cerniti e Valentino, hanno preferito farci vedere le rispettive collezioni nello show room della Madeleine e al Pavillon d'Hermenonville al Bois de Bouldgne. Tutta via i giornalisti americani, quotidiani e riviste, accampando il rifiuto delle società di assicurazione di coprire il rischio nei tendoni, sono spa riti dalla circolazione e i modelli li vedranno nelle sedi dei couturiers e degli stilisti. E ad ogni pie sospinto ragazzi felici di aver trovato un lavoro, sia pure a termine, ti consegnano opuscoli con offerta e prezzo di guardia del corpo, vettura blindata, ecceteraQualche vantaggio c'è. Niente code, niente affollamento, le sfilate finalmente libere dallo spettacolo e molto funzionali, meno modelli in passerella, tutti seduti, vietato uscire prima della fine d'ogni collezione, bella o brutta che sia. E soprattutto la speranza, espressa da Francois Léotard, ministro della Cultura, al ricevimento per i sarti e 1 giornalisti, di poter aprire alla moda, .arte essenziale per la cultura francese', le sale del Grand Palals, una volta spostato il museo delle scoperte in quello delle scienze alla Villette. Intanto Kenzo, che in un primo momento aveva rinun- ciato alla «Cour Carrée» ha aperto le sfilate con una delle sue sorprese, non per nulla è stato il primo, tanti anni fa, a lanciare la formula della sfilata-spettacolo: essere accolti in una specie di sala da tè con tavolini, succo d'arancio e petits fours. è 11 massimo della distensione. Non è il caso di fare 1 puristi e di rimpiangere il fuoco di creatività dell'esplosivo Kenzo d'una volta, di fronte alla forse eccessiva calma della sua estate 87. Una linea cinese. Gli abiti lunghi e diritti fino al polpaccio, colli alla Mao. spalle rotonde, maniche chimono, tutti i folk della memoria mescolati senza dissonanze; e pòi la gonna mini sotto blazer maxi, pantaloni allargati dal le pince sotto trench da auto in seta a righe, stile accappatoio, gonne sarong sotto giacche piccole come un cardigan. Molto bianco specie nel pantaloni e tunica da infermiera di clinica chic. Estate in bianco anche da Thierry Mugler. Perché ha presentato nella sede di Paubourg Saint-Honoré invece che al Louvre? Gli è stato chiesto. Per cambiare, per concentrare l'attenzione su pochi modelli, ma visti da vicino. Un ritorno agli inizi, quando le proporzioni che la passerella esige enfatizzate, erano quelle giuste per scen dere in strada e rivelavano meglio pregi e difetti. Mugler non ha nulla da temere nel farci vedere da molto vicino i suol tailleur bianchi, vita segnata, una stella alla cintura, l due pezzi allacciati sulla spalla e il colletto alto In giallo, rosso o verde come i guanti. C'è un respiro di Russia terragna, da Mugler, gli abiti da contadina candidi con il fazzoletto rosso, le gonne ampie, gli orli che scendono e salgono. Ma anche più di una lancia spezzata in onore della donna formosa: alcuni dei suoi falsi due pezzi, in bianco totale, hanno scollature che mettono in bella mostra seno e cortezze- per rivelare gambe solide, svettanti per via del tacco alto. Vere signore della fecondità In linea con lo stipendio dopo il terzo figlio promesso dal governo francese. Taglio ed esccuzio- ne perfetta, sfilata senza messa in scena; da ripetere nove volte per non più di ottantatré spettatori, lungo la settimana della moda a Parigi. A Milano la creatività è stata scarsa In nome d'una semplicità scelta come risposta alle difficoltà del settore abbigliamento, Parigi non è da meno. Nell'anarchia degli orli, prevalgono le lunghezze anche se poi, nell'enfasi del lino, Anne-Marie Beretta gonfia le gonne sulle anche e allarga le spalle a primavera, ma d'estate scopre le gambe, attorcigliando le gonne turbinose In spugna bianca. Ancora bianco, dunque, negli abiti e nei tailleur di lino, le giacche scollate ari asso di picche, i pantaloni asciutti e appena qualche accenno di blu e d'avorio. E se non è bianco è nero e bianco, come da Chloè. dove Il nuovo direttore artistico Carlos Rodrìguez rispolvera In eleganza la lineare povertà di «come des garcons» e sulla gonna semplicissima in crèpe nero, lunga al polpaccio e aperta profondamente sul dietro per dare libertà al passo, posa una tunica In chiffon nero a pois bianchi, fluttuante, una camicia rigata, l'ampiezza chiusa a formare falda dalla martingala annodata, o per la sera, un grembiulino da cameriera, rigorosamente bianco, che gioca con il nudo. Per la sera importante un abito può nascondere un altro, tunica su tunica in crèpe de chine, finalmente 11 colore ma pastello fra lavanda e limone, lilla e rosa, e presto si dimentica all'apparire di lunghi, aderenti abiti neri ricamati a nebulose di porcellana bianca. A Parigi la moda alla marinara occhieggia qua e là, ma per ora non decolla. A parte la seduttrice In abiti come un guanto e la fanciulla In flore, si profila, all'insegna delle fibre più «nobili» dal lino alla seta, un'estate che sostiene la sua .voluta semplicità .con monacali abiti da penitente medioevale, compreso 11 cappuccio — da Castelbajac — o con esili boleri color vaniglia sul gonfi bloomers da paggio del primo Rinascimento. Ad un passo dal costume. Lucia Sollazzo Parigi. E' molto vistoso ma di grande effetto questo modello in seta di Anne-Marie Beretta presentato dalla principessa del Burundi Esther Kamatari (Telefoto Associated Press)