«Volava basso nella nebbia» di Vincenzo Tessandori

I Volava basso nella nebbia» L'aereo caduto a Mondovi, recuperati i corpi dei passeggeri, 4 svizzeri e 2 italiani I Volava basso nella nebbia» Numerose testimonianze, ma non aiutano a scoprire i motivi della tragedia - Pochi minuti prima aveva segnalato la sua posizione - Forse un motore ha ceduto improvvisamente DAL NOSTRO INVIATO MONDOVI' — Un breve, disperato volo nella nebbia, alla ricerca di una lama di sole, di un punto di riferimento. Poi uno schianto, più nulla. L'aereo si abbatte sul fianco del monte, muoiono in sei, il pilota e i suol compagni, n mistero del bimotore scomparso giovedì pomeriggio sulle Alpi al confine fra Piemonte e Liguria si risolve cosi, in una tragedia difficile da spiegare. Le vittime sono quattro svizzeri e due italiani, abitavano e lavoravano tutti nel Canton Ticino. I nomi: Luca Regazzi, 34 anni, di Locamo, industriale metalmeccanico, era alla guida e dicono che fosse un pilota esperto; più volte, nel fine settimana, era passato su quel monti. Con lui viaggiavano Paolo Marazza, 35, di Locamo, tecnico di una industria di cavi per televisione; Orazio Di Silvestro 41, nato a Militello di Catania, proprietario di due ristoranti a Locamo; Francesco Lanzi, 38, di Avegno. impiegato in un'impresa di pia strelle; Valerio Mottts, di Catartico. 46, direttore della fu nicolare Locarno-Cardata; Antonio Ragonesi. 44, di Ma scali (Catania), proprietario di un albergo a Cardata. Doveva essere un sereno week-end, a Gerona, in Cata logna. Ne avevano già trascorsi altri, i sei amici, tutti appassionati di volo e di motori. Qualche tempo fa Re gazzi. con altri due. aveva an che acquistato un apparec chio, ma giovedì aveva prete rito affittare, all'aeroporto di Locamo, un «P. 68», fabbricato dalla Partenavia di Napoli Un buon aereo, dicono, capace di un'autonomia di oltre cinque ore. Il cielo era sereno, su tutto il cantone, le pre visioni buone, il volo si annunciava tranquillo, grade vole. La partenza poco dopo il pranzo. Alle 15 alla torre di controllo di Albenga captano una comunicazione: .Mi trovo a traverso di Vado.. E' Re gazzi che parla, la voce è tranquilla' fino a quel momento Il viaggio è filato via liscio. Pochi istanti dopo un Mirage dell'aeronautica francese capta un .sos.. Il «P. 68», in quel momento si trova a circa 5 mila piedi, poco oltre i 1500 metri, quando la quota minima indicata nelle carte è di 13 mila piedi, attorno ai 4 mila metri. E vola sul fianco del monte Bindino, quota 1800; per arrivare al mare, poi, dovrebbe scavalcare an- che il monte Marguareis, alto 2651 metri. Sul Bindino vengono fatti alcuni lavori di sbancamento per preparare le piste di sci. Aldo Pirano, muratore, con la moglie, Carmelina Balbo, sta lavorando sull'aia di casa, in frazione Crivella di Viola, alle pendici del monte. L'apparecchio gli passa sul capo. Racconta: .Volava basso, in mezzo alla nebbia calata da poco. Ho udito un boato, ho avuto paura che fosse precipitato, ma poi ho pensato alle mine.. L'incertezza dura poco: cinque minuti dopo un altro aereo da turismo passa in senso inverso. Dice la donna: .Non avevamo visto bagliori e abbiamo pensato che quell'apparecchio fosse tornato indietro.. Peppino Ponzo, di Santuario Vicoforte, con altri dalla mattina faceva brillare le mine per gli scavi. Ora dice: .Ho udito un crack prolungato, laggiù dietro al costone. Poi più niente salvo la nebbia che diventava sempre più fitta.. Un centinaio di metri a valle, nel canalone Roncazzo, un tecnico della funivia. Edoardo Mulatieri. di San Gréé, sta sistemando il bosco. •L'ho visto un attimo sopra di me quell'apparecchio. Mi è parso che volasse lentamente. Non era vicino al fianco del monte, c'era spazio. Mi sono e,, o o a rimesso a lavorare e non ci ho fatto più caso.. Ricorda Armando Maestri, ferroviere: « Viaggiava lungo il fianco del monte, sembrava arrivare da Torino.. L'agonia del bimotore è breve. Forse ha ceduto un motore, forse il pilota ha perduto l'orientamento, forse all'ultimo momento si è accorto di volare tropo basso, di essersi cacciato in una gola, di avere il pericolo troppo vicino. O, forse, non si è accorto di nulla. L'aereo ha virato sulla destra e ha puntato diritto contro il fianco della montagna, ha mozzato le cime di alcuni faggi, poi, con l'ala sinistra ne ha tranciato di netto uno del diametro di 40 centimetri. Non ha avuto neppure spazio per girarsi. Con il muso si è infilato nel terreno, centro metri sotto la seggiovia del Bric Nej. I motori sono saltati via e anche quattro passeggeri son stati scaraventati fuori; il pilota e il compagno accanto Sono rimasti legati ai seggiolini dalle cinture di sicurezza. Erano le 15 appena passate di giovedì. Soltanto l'altra sera, quando radio e televisione hanno diffuso la notizia della scomparsa di un aereo, a Peirano sono tornati i dubbi. Ha telefonato ai carabinieri di Mombasiglio: .Forse l'aereo che cercano è caduto qui vicino e se è nel bosco, lo troviamo.. E' l'allarme. Con i carabinieri della stazione e quelli di Mondovi accorrono i vigili del fuoco, le ambulanze. La strada per arrivare al canalone è in terra battuta, con un fondo impossibile. Si comincia a cercare, fra i faggi e i castagni, alla luce incerta della luna e di poche torce elettriche: le fiaccole, invece, non sono accese, per timore che appicchino fuoco agli alberi secchi. In mezz'ora il rottame è localizzato, i corpi trovati, raccolti, portati a valle a braccia e con un trattore. Ieri sono stati riconosciuti, al cimitero di Mondovi, dai parenti giunti dalla Svizzera. Sono scattate tre inchieste, quella giudiziaria condotta dal dott. .Gjancajlp..A.ilegrir procuratore di Mondovi, quella sommaria, nelle mani del dottor Mario Bianchi, direttore dell'aeroporto di Caselle, e quella tecnico formale, ordinata da Roma, e affidata al comandante Giorgio Coacci e all'ing. Franco Bubbico. Dai resti dell'apparecchio sperano di dare una risposta agli interrogativi di una tragedia che pare inspiegabile. Vincenzo Tessandori Mondovì. L'aereo da turismo svizzero precipitalo nei boschi di Sl-Gréé (Foto La Stampa A. Bo.sio)