Rai, per la Rosa nessuna censura di Simonetta Robiony

Rai, per la Rosa nessuna censura La polemica sui tagli al film Rai, per la Rosa nessuna censura ROMA — L'edizione italiana di II nome della rosa, il film che Annaud ha tratto dal romanzo di Eco, non è identica, come ha rivelato l'altro ieri nel suo articolo Lietta Tornabuoni, né a quella americana in programmazione da oltre due settimane negli Stati Uniti, né a quella tedesca appena uscita in Germania. Ci sono alcune modifiche richieste dai dirigenti di Raiuno, la rete che ha coprodotto l'opera, sia pure in piccola parte, ed apportate alla copia già doppiata nella nostra lingua soltanto i'8 ottobre. Si tratta, più che altro, di modifiche del dialogo: un piccolo taglio a una battuta sarcastica di Sean Connery contro la Chiesa, una lode in più nei confronti delle abbazie descritte come luogo di saggezza e di studio, una sottolineatura del rapporto sessuale come frutto degl'intrighi del demonio, un aggiustamento dell'addio finale tra maestro e discepolo per smorzarne il tono polemico. Queste modifiche che il produttore Franco Cristaldl, nel nostro articolo dell'altro ieri, ha spiegato di aver dovuto eseguire personalmente, dopo essersi consultato al telefono con il regista Annaud, sembrano confermare le voci secondo cui i dirigenti di Raiuno davanti al film di Annaud, apparso ai loro occhi più anticlericale del previsto, sarebbero stati colti da disappunto e da sconcerto. Si è parlato di drammatiche telefonate intercorse tra gli autori, 1 dirigenti Rai e il produttore italiano per ottenere quei tagli che rendessero la versione italiana di 'Il nome della rosa- meno offensiva per la Chiesa, si è ipotizzato che per prendere le distanze dal film la Rai avesse pensato di concluderlo con una nota esplicativa nella quale fosse' chiarito che non in tutte le abbazie medioevali Avvenivano le cose raccontate nel film ma anzi quella in questione rappresentava una eccezione. Ma è proprio vero che i dirigenti di Raiuno all'ultimo momento hanno avuto paura che il film di Annaud facesse fare loro la figura di blasfemi? Carlo Fuscagni, uno dei capistruttura di Raiuno, quello che più direttamente ha seguito il film dal progetto alla realizzazione, dice di no:^Nessuna paura di carattere ideologico, figuriamoci. Sarebbe ridicolo oggi preoccuparsi per quello che era la Chiesa nel Medioevo. E poi, questi dubbi, non li avremmo avuti a film finito ma caso mai prima di deciderci a partecipare al progetto di ridurre per lo schermo il libro di Eco». Allora perché avete voluto imporre queste modifiche? 'Noi non abbiamo imposto nessuna modifica, abbiamo suggerito di operare dei piccoli aggiustamenti sul dialogo là dove era possibile farlo. Cosa c'è di strano? Un film è un film. Ci si lavora sopra fino all'ultimo momento: finché non è arrivato nelle sale, per noi è un'opera ancora perfettibile. E' una prassi che seguiamo sempre,. Ma nel caso di «fi nome della rosa* il film era già finito da un pezzo tant'è che negli Stati Uniti, nel Canada e adesso anche in Germania è già. sugli schermi nella versione che ha scelto 11 regista Annaud. -Il nome della rosa è un'operazione complessa, difficile produttivamente e culturalmente. Noi quando come in questo caso partecipiamo con un flnaziamento alla realizzazione di un film, interveniamo sempre: in fase di trattamento, durante le riprese e perfino al momento del montaggio. Qui abbiamo pensato fosse più opportuno intervenire perfino al momento del doppiaggio'. Allora il film non è del regista, come si è sempre sostenuto? Allora l'autore conta meno del produttore? 'Perché? Tutto quello che abbiamo fatto l'abbiamo sempre ottenuto d'accordo con il regista: anche queste modifiche che, ripeto, non hanno alcun peso rispetto al risultato complessivo, sono state concordate con il regista». Senza arrivare a litigare? 'Le discussioni ci sono sempre: un film nasce anche in questo modo». Ma perché avete voluto all'ultimo mòii>eato»-*fare dei cambiaménti', soprattutto'' nel dialoghi?" «:Fter due ragioni diverse. Da un lato volevamo che fosse rispettata la sceneggiatura dove si teneva in maggior conto il linguaggio usato da Eco Dall'altro volevamo che pubblico capisse con la massima chiarezza possibi le quello che era il significato dell'opera. Rimettere al loro posto certe battute ci è sembrato soprattutto rispettoso per il pubblico che non ha letto il libro ma che dal film vorrebbe farsene un'idea». Simonetta Robiony

Persone citate: Carlo Fuscagni, Eco, Franco Cristaldl, Lietta Tornabuoni, Sean Connery

Luoghi citati: Canada, Germania, Roma, Stati Uniti