«Le banche devono cambiare se vogliono avere un futuro»

«Le banche devono cambiare se vogliono avere un futuro» Dibattito a Biella per i cento anni dalla fondazione della Banca Sella «Le banche devono cambiare se vogliono avere un futuro» DAL NOSTRO INVIATO BIELLA — 81 è trasformato In un dibattito sul futuro delle piccole e medie banche il convegno su -Il ruolo della banca regionale' organizzato dalla Banca Sella nell'ambito delle manifestazioni per i suoi cento anni di attività. Per la ricorrenza l'istituto di credito biellese ha fatto le cose in grande, invitando una folta rappresentativa del mondo bancario italiano e proponendo come relatori nomi prestigiosi. Tra le due correnti (quella che per la banca locale prevede un futuro pieno di difficoltà, e quella che pensa invece sia possibile uno sviluppo senza particolari problemi) ha prevalso nettamente quella pessimistica. Più che di pessimismo, anzi, si potrebbe parlare di una raffica di accuse alla scarsa capacità di Innovazione mostrata dal settore negli ultimi anni, soprattutto se si pensa a quanto sta accadendo all'estero. «Le prandi imprese faranno sempre più ricorso al mercato per rifornirsi della liquidità, passando attraverso le merchant e le investment bank: 400 -società saranno quotate in Borsa nei prossimi dieci anni Per le banche ordinarie lo spazio è destinato a restringersi» ha detto Tancredi Bianchi, presidente dell'Assbank, l'associazione degli istituti di credito privati. Ma non basta, ha aggiunto nella sua relazione, che uno del Sella ha definito •impegnativa»: in futuro la clientela che vuole accedere al mercato dei titoli si rivolgerà ai grandi istituti, ai piccoli rischiano di restare solo le famiglie. Le banche sono dei gattopardi, cambiano qualche cosina per mantenere immutata la situazione, ma attenti, la moneta elettronica è destinata ad affermarsi: le imprese, le famiglie, le istituzioni pubbliche si rivolgeranno ad un nur.-To sempre più ristretto di banche; per quelle regionali resta solo un'alternativa: fondersi o sparire. Tn«nmma, finora si è scherzato, ma con l'internazlonallzzarione dei mercati chi non cambia verrà spazzato via. In contrasto con l'intonazione tra il provocatorio e l'allarmato di Tancredi Bianchi, Giacomo Vaciago. ordinario di Economia politica all'Università di Ancona; ha mostrato più ottimismo: •Non è detto che la piccola impresa non faccia innovazione — ha affermato — per la banca regionale le difficoltà non vengono dalla dimensione, ma dalla localizzazione: la vicinanza a grandi mercati finanziari è impor¬ tante. E' invece ridimensionato il ruolo delle economie di scala: essere grandi non è più un vantaggio. L'enfasi si sposta sulla varietà dei prodotti finanziari offerti e non più sulla quantità del singolo servizio». Anche per Vaciago se il tradizionale vantaggio della snellezza e della capacità di adattamento non è venuto meno («e cento anni di Sella sono II a dimostrarcelo»), è però ormai necessario che le banche di medie dimensioni stringano alleanze e creino sinergie per far fronte ai mutamenti del mercato. Un curioso intermezzo di • teologia bancaria», come l'ha definita Onorato Castellino, ordinario di Economia politica all'Università di Torino che ha presieduto 1 lavori, è venuto da Giuseppe De Rita, segretario del Censis. Questi ha infatti riferito che nel 1400 sorse una diatriba tra due santi sulla liceità dell'istituzione dei monti di pietà: per dirimerla si arrivò addirittura a convocare un Concilio laterano. «Bei tempi quelli in cui i santi litigavano sulla tecnica bancaria — ha detto De Rita — per farlo ci vuole più sangue nelle vene di quanto non ne abbia oggi il sistema del credito in Italia Alle banche locali ha riconosciuto però di essere più radicate all'economia regionale, -soprattutto quelle che hanno cento anni», ma an ch'egli ha affermato che i ora di cambiare il modo di •fare la banca, perpetuare Ve sistente non serve più». Insomma, ha concluso De Rita applaudito dai banchieri stessi, •c'è bisogno di innestare del nuovo sulla radice anti cc'- Paolo Giovarteli. CU EREDI DI QUINTINO Banca piemontese 50,03% CBI Factor 4,9ft Banca Passadore 2,5% Leasimpresa 14% Mediocredito piemontese 2 M Interbancaria Milano Istituto Banche e banchieri 3.1% Stella leasing 51% Contrade 14,3% Biella Alia immobiliare 99?% Fiduciaria Banknord 20% Gestnord 40% Giorgio Sella

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