Un insegnante risolve il pasticcio belga di Fabio Galvano

Un insegnante risolve il pasticcio belga Re Baldovino respinge le dimissioni del governo in seguito alla «crisi linguistica» Un insegnante risolve il pasticcio belga Nominato sindaco del villaggio della discordia un francofono senza partito che insegna tedesco e sa l'olandese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Arbitro suo malgrado dell'annosa lotta fra fiamminghi e valloni, re Baldovino è riuscito — attraverso una fitta serie di consultazioni politiche — a salvare l'ultima vittima di quell'anacronistica intransigenza etnica: il governo di Wilfried Martens. Squassato dalla vicenda di un sindaco francofono che è stato esau torato dal Consiglio di Stato per la sua insufficiente conoscenza dell'olandese, 11 quadripartito di centro-destra era pa.so cedere a quelle che in Be'ino sono eufemisticamente chiamate .questioni comunitarie;», ma che Io stesso Martens, più realisticamente, definisce «dèmoni linguistici*. Martedì, di fronte a uno scontro diretto tra ministri francofoni e neerlandofoni, il premier aveva ritenuto che non ci fosse piti nulla da fare. Baldovino, però, non aveva accettato le dimissioni offer¬ tegli da Martens, riservandosi una decisione che è venuta — dimissioni respinte — nelle primissime ore di ieri. Forte della prerogativa che gli concede la nomina dei borgomastri, il Re ha designato, al posto di colui che aveva provocato la crisi, un francofono moderato: Roger Wynants, professore di tedesco, ma con buona conoscenza dell'olandese. La svolta è stata frutto di densi compromessi politici che hanno dato ossigeno al governo. Né erano Immaginabili altre soluzioni: la coalizione di Martens rappresenta in questo momento l'unica formula possibile (cristianosociali e liberali hanno una maggioranza parlamentare di 115 a GÌ) nei meandri politico-sociali del Belgio. La crisi nasce nel municipio dei Fourons, che racchiude sei piccoli Comuni francofoni: un'isola nel cuore del Limburgo, che è regione j fiamminga. Un'isola, va det1 to, che ha già provocato negli Anni Settanta la caduta di due governi, e che continua a battersi per essere riannessa alla provincia vallona di Liegi, da cui era stata separata nel 1963. L'ex sindaco, José Happart, è un francofono battagliero, deputato socialista al Parlamento Europeo. In spregio ai regolamenti delle zone cosiddette -a facilità*, dove cioè sono ammesse entrambe le lingue, egli rifiuta l'olandese dei fiamminghi. Due settimane fa, il 30 settembre, 11 Consiglio di Stato giudica insostenibile la sua posizione e ne decreta la destituzione. E' l'Inizio della crisi. Dimenticando quelle che sono le linee politiche tradizionali — Happart è all'opposizione — il governo si spacca se con do criteri linguistici. Si schiera In difesa dell'ex sindaco 11 ministro degli Interni Nothomb, capo del cristiano-sociali francofoni, che fa ricorso contro la decisione del Consiglio di Stato; lo stesso Consiglio Municipale di Fourons sfida tutti annunciando che rieleggerà Happart. I ministri fiamminghi si sentono punti nel vivo e appaiono vani gli sforzi di Martens — fiammingo che cerca però di mantenersi sopra le parti — di mantenere sulla rotta giusta la sballottata barca del suo governo, che aveva superato indenne la ben più minacciosa bufera dell'austerità. Proprio dal ministro Nothomb è formalmente venuta l'ipotesi di compromesso, con l'abbandono (finché la Cassazione non si pronuncerà) di Happart. il quale si dovrà accontentare della carica di primo assessore e che ha già definito -Indegna* la manovra del governo. Eletto nel pomeriggio, anzi, egli ha affermato di considerarsi -borgomastro di fatto*. Il Belgio è rimasto scosso, incredulo, salvo negli ambienti in cui la barriera linguistica è ancora oggi sentita in modo violento. E' un con¬ flitto con radici storiche, economiche e sociali, che si trascina da quando il Belgio nacque nel 1830 come Paese francofono (la lingua delle Fiandre era proibita nei tribunali e nelle scuole, venne ammessa nella pubblica amministrazione soltanto alla fine del secolo scorso). Ma molte cose, da allora, sono cambiate. I fiamminghi rappresentano la maggioranza della popolazione (il 57% del 9,9 milioni di belgi), e soprattutto hanno capovolto l'equilibrio economico: oggi si trovano al Nord le Industrie più moderne e tecnologicamente più avanzate, mentre la Vallonia — legata alle industrie tradizionali del carbone e dell'acciaio — è in crisi. Il Belgio degli Anni Ottanta ha. per 1 fiamminghi, il sapore della rivalsa; per 1 valloni. Invece, il gusto amaro di una supremazia sfumata. Fabio Galvano

Persone citate: Baldovino, Martens, Nothomb, Roger Wynants, Wilfried Martens

Luoghi citati: Belgio, Bruxelles