Dal Cremlino un messaggio a Reagan

Dal Cremlino un messaggio a Reagan Gorbaciov ha scritto alla Casa Bianca due giorni dopo il vertice in Islanda Dal Cremlino un messaggio a Reagan Lo rivela Shultz • Dice: «Non sciupiamo i guadagni fatti» • Anche i democratici denunciano le «concessioni» a Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Gorbaciov ha Inviato un messaggio a Reagan martedì scorso, due giorni dopo il vertice di Reykjavik. Lo ha svelato ieri il segretario di Stato Shultz, dicendo di averlo ricevuto di persona dall'ambasciatore sovietico a Washington, Dubinin. Shultz non ha voluto svelare il contenuto del messaggio, ma sembra che fosse un appello del leader del Cremlino al Presidente «a non perdere i guadagni* fatti a Reykjavik. Il segretario di Stato, che ha tenuto un discorso al palazzo nazionale della stampa al suo ritomo da una visita di un giorno a San Salvador, ha insistito che dopo gli -storici progressi* del vertice un accordo sul disarmo deve essere possibile. Shultz, che oggi riceverà 11 vicepresidente del Consiglio dei ministri italiano Forlani il primo governante europeo a essere aggiornato direttamente dagli americani su Reykjavik, ha compiuto un intervento straordinario per il suo candore e la sua vigoria. A un certo punto il segretario di Stato ha persino dato lettura testuale delle proposte avanzate da Reagan a Gorbaciov sulle armi strategiche e le guerre stellari. -Molti mi hanno chiesto perché domenica sera, a vertice concluso, apparivo cosi stanco e deluso*, ha esclamato Shultz. «12 motivo è semplice: ero stanco e deluso, avevamo mancato il trionfo per un soffio... Ma Reykjavik è stato comunque uno spartiacque*. Il discorso del capo della diplomazia Usa era stato preceduto da una inattesa polemica sulle presunte concessioni fatte da Reagan a Gorbaciov Attaccato da destra subito dopo il suo ritorno a Washington — i generali a cui «era venuto un infarto* ha commentato sarcasticamente il deputato Les Aspin — il Presidente si è visto attaccare ieri anche da sinistra, ossia dai democratici che si sono sempre battuti per il disar¬ mo. In particolare, il senatore democratico Sani Nunn, un esperto di armi nucleari, ha chiesto che Reagan «ritiri subito dal tavolo le sue proposte perché indebolirebbero eccessivamente gli Stati Uniti e la Nato rispetto all'Urss e al Patto di Varsavia*. Sulla scia di un colloquio col Presidente, Nunn ha sostenuto che egli aveva offerto a Gorbaciov •l'abolizione di tutte le armi strategiche entro il 1996*: -Data l'enorme superiorità sovietica in tutti gli altri settori — ha aggiunto —, ciò ci lascerebbe alla mercè del Cremlino*. Nel suo discorso al palazzo nazionale della stampa, Shultz lo ha contestato. Leggendo il testo delle proposte di Reagan, ha distinto tra 1 primi cinque anni, in cui dovrebbero essere dimezzate tutte le armi di teatro, e i cinque successivi, in cui verrebbero eliminati si i residui missili balistici intercontinentali, ma non i bombardieri atomici e i missili Crulse. Shultz ha affermato che con il residuo deterrente e lo scudo spaziale gli Stati Uniti sarebbero difesi più che adeguatamente. Parlando nel Sud Dakota, dove si è recato per un comizio elettorale, il presidente Reagan ha battuto sullo stesso concetto. Reagan ha ribadito che lo scudo spaziale è irrinunciabile e lo ha anzi paragonato al radar nell'ultima guerra mondiale. -Senza II radar — ha dichiarato — forse gli inglesi non avrebbero vinto il duello aereo con la Germania*. Come il segretario di Stato, cosi ti Presidente si è mostrato ancora una volta ottimista sulle possibilità di ripresa del dialogo tra le superpotenze a breve scadenza. Forlani, che è arrivato a Washington ieri sera, ha In programma un incontro anche col vicepresidente Bush lunedi, oltre che con Shultz oggi. Non è escludo che veda Reagan prima di ripartire per l'Italia. Il Presidente ha parlato ieri lungamente con 11 premier inglese, signora Thatcher, a! telefono e mar¬ tedì riceverà alla Casa Bianca 11 cancelliere tedesco Kohl. Questi contatti segnalano l'avvio di intense consultazioni tra gU Stati Uniti e gU alleati, soprattutto sulla questione della messa al bando totale delle armi di teatro in Europa. Shultz continua a pensare che un accordo sullo smantellamento degli euromlssiblll sia realizzabile anche senza uno sulle guerre stellari. Secondo il Washington Post, uno dei vantaggi di Reykjavik per l'amministrazione — al di là dei consensi popolari riscossi da Reagan — è che essa parla ora di politica estera solo tramite Shultz. I falchi del Pentàgono, a cominciare da Weinberger, che era assente al vertice, sarebbero cioè in ritirata. Shultz era apparso In crisi la sera di domenica, quando la sua strategia della distensione era parsa crollare. Ma 11 Presidente lo ha spalleggiato Incondizionatamente. Reagan era già di buon umore domenica notte, Ennio Carette