In riga con Gorbaciov di Emanuele Novazio

In riga con Gorbaciov Il negoziatore Karpov precisa le linee sul disarmo In riga con Gorbaciov L'Urss prevede intese separate su eumomissili, armi strategiche e armi spaziali, ma «l'accordo deve essere globale» -1 retroscena di Reykjavik e il peso dei militari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Vlktor Karpov conferma: Mosca non firmerà un accordo separato sugli euromissili, perché l'intesa con Washington sul disarmo deve essere globale; •deve coprire tutte le principali aree del problema: la sostanza della nostra iniziativa è questa*. E 11 •disaccordo. con Gorbaciov? E le dichiarazioni fatte a Londra e Bonn, secondo cui — al contrario — una intesa separata sul missili a medio raggio è possibile? 'Tutto quel che ho detto è perfettamente in linea con quanto affermato dal segretario generale*, ribatte Karpov. Appena rientrato dal suo breve tour europeo, il negoziatore capo a Ginevra nega dunque incomprensioni e disaccordi. E riassume: «Ho detto soltanto che non escludiamo la possibilità di usare 'o stesso macchinario nego~^'je che abbiamo usato prima». In altri termini: a Ginevra, dove Karpov tornerà mercoledì prossimo per incontrare l'ar sricario Max Kampelmann, si negozeranno accordi separati sugli euromissili, sulle armi strategiche e sulle armi spaziali; ma «offrii decisione sul modo in cui questi accordi entreranno in vigore sari presa nel complesso-. Tenendo conto, cioè, del «pacchetto» complessivo presentato da Gorbaciov a Reagan. Karpov non invoca la «conoscenza della dialettica; come ventiquattr'or* prima aveva fatto il portavoce Ghennady Gherasimov; non accusa chi ha trovato contraddizioni nelle sue parole di «non conoscerla abbastanza a fondo, la dialettica'. Nega e basta. Ma senza scendere in polemica diretta, senza lanciare accuse di menzogna o altro ai mass media occidentali (come probabilmente altri, in altri momenti, avrebbero fatto con orgogliosa insistenza). E lo fa con ele¬ ganza, con disinvoltura, con humour perfino. In linea col new look» — domestico e intemazionale — dei dirigenti sovietici, che Gorbaciov vuole moderni, disinvolti e ■>d'aspetto umano*. E che non esitano a presentarsi al giornalisti occidentali per discutere con loro, ad ogni accenno di -equivoco*. Escludendo l'errore (dato 11 rango e la competenza del personaggio), escludendo l'incomprensione con la posizione presentata da Gorbaciov a Reykjavik, il ruolo di Karpov a Londra e Bonn appare sempre più quello della «sonda» inviata dal Cremlino tra gli alleati più fidati di Reagan: per seminare 11 dubbio, per drammatizzare il problema euromissili (11 potenziale e più serio motivo di contrasto tra Europa e Stati Uniti, nel sistema delle trattative sul disarmo); per sondare, appunto, le reazioni europee su questo delicatissimo tema; per dare immediatezza, concretezza quasi, all'■occasione storica* sfuggita a Reykjavik per «l'intransigenza di Reagan*. Ieri, Karpov ha anche chiarito alcuni aspetti del «pacchetto» sovietico. Gorbaciov ha detto a Reykjavik che una più rigorosa osservanza del trattato Abm dovrebbe limitare 11 progetto Sdì alle ricerche di laboratorio.. Karpov (•senza contraddire Corbaciov*) ha chiosato: le ricerche sullo scudo spaziale potrebbero Includere anche i test, che il trattato Abm non proi bisce; «ma gli esperimenti dovrebbero avvenire in laboratorio, non nello spazio*. Limitare la Sdì alla sfera del laboratorio, infatti, -costituirebbe una sicura garanzia che la situazione strategica fissata dal trattato Abm non camole' rebbe per dieci anni*. Fonti americane a Mosca, ieri, replicavano implicitamente che lo scontro, a Reykjavik, è stato sulle compo¬ nenti del sistemi spaziali: su questi, ha insistito Reagan, i test sono permessi dal trattato Abm: mentre 1 test di sistemi non lo sono, ed erano stati accantonati perciò dagli americani Le stesse fonti confermavano che davvero l'accordo sui missili a medio raggio era pronto, nella capitale Islandese: erano state perfino Individuate le zone in cui sistemare 1 missili che l'Urss avrebbe mantenuto in territorio asiatico: a Est degli Urali, nella regione di Novosibirsk, a oltre 4600 chilome¬ tri da Tokyo e Pechino, «per non dare l'impressione a Cina e Giappone che il problema missili fosse stato trasferito in casa loro*. Tutto questo, secondo la stessa fonte, venne discusso anche dal gruppo speciale che lavorò un'intera notte: ma a guidare i sovietici non c'era Karpov, come si era sempre creduto. C'era il maresciallo Akromelev, capo di stato maggiore: -Una decisione, forse, che Gorbaciov ha preso per farci capire che i militari sono con lui». Emanuele Novazio