Rosa Luxemburg, riassunto d'una vita di Stefano Reggiani

Rosa Luxemburg, riassunto d'una vita PRIME FILM: la rivoluzionaria tedesca secondo la von Trotta e «Pericolosamente insieme» Rosa Luxemburg, riassunto d'una vita ROSA L. di Margarethe von Trotta con Barbara Sukowa, Daniel Olbrychski. Produzione tedesca a colori. Drammatico. Cinema Eliseo Rosso di Torino. Cinema Holiday di Roma. Può darsi che Margarethe von Trotta rispetti troppo la memoria di Rosa Luxemburg, ,fl$?ì trattoria con la confiden\za\ bruspa da cui nascono i ..gtandi.personaggi al cinema! Può darsi che il suo obiettivo sia stato quello di raggiungere il pubblico più largo con una illustrazione-omaggio di tipo televisivo. Il risultato è ibrido, più vicino allo sceneggiato che al ritratto, e magari delude chi si aspettava una specie di confronto ideale di una donna moderna con una grande rivoluzionaria e col mito della sconfitta gloriosa che sembra una costante della sinistra europea. Ma come? Rosa fu una grande rompiscatole, un'attivista frenetica, una bruttina sentimentalmente tumultuosa, una donna, come ricorda la Von Trotta, «scomoda ai suoi stessi compagni»; e sullo schermo appare con l'altera lagnosità di Barbara Sukowa, con la pazienza un poco patetica di una carcerata, alternata a piccoli scoppi dira quasi familiare (di solito si litiga a tavola). Certo, l'ottima Sukowa, premiata a Cuimet per stima, è stata sottoposta a un processo di rispettabilità e di contenimento, ben diversa dalla sorella terrorista di Anni di piombo o dalla torbida protagonista di Fassbin der. E' vero che Rosa è stata in qualche maniera beatifica- ta, ma il film non ci aiuta a capire perché. Di Rosa Luxemburg si presume che lo spettatore sappia già tutto, sul versante storico politico (cosa più facile, comunque.in Germania che in Italia). «Ebrea polacca naturalizzata tedesca; giornalista, leader politico negli anni a cavallo del secolo, teorica, entra con successo nel partito socialdemocratico tedesco, ma il radicalismo delle sue opinioni...». E' appunto il radicalismo che ha tenuto attuale la Luxemburg nel dibattito politico a sinistra della sinistra, ed è il movimento spartachista da lei fondato durante la Grande Guerra (da Spartaco, il capo degli schiavi ribelli) che la rende familiare come nome anche a tanti impolitici. Ma il percorso scelto dalla von Trotta non contempla ellissi ed ha tappe obbligate, anche se affrettate. Un discorso da una tribuna congressuale, una parola d'amore, l'inattività sopportata in carcere, brevi immagini documentarie di raccordo, l'entrata di personaggi storici a dire due battute (Liebknecht, Bebel, Kautsky), qualche brano di lettera, finalmente la svolta spartachista, i militari che arrestano Rosa e l'affidano in custodia ai suoi assassini, la morte di lei con soddisfazione bestiale dei suoi persecutori Come in un riassunto, per fortuna rischiarato ogni tanto dalle lettere. Si capisce che per rinverdire il mito si sia ricorsi, dopo l'anteprima italiana di Genova, al peso aggiuntivo di un dibattito coinvolgente anche il vicesegretario socialista Martelli, pare con esito problematico. Quanto alla Von Trotta, caricando simpaticamente e audacemente la sua amica Rossana Rossanda del titolo di Luxemburg dei nostri giorni, ha fatto credere a qualcuno che l'eredità luxemburghiana sia un problema di donne. Stefano Reggiani YmdsscCdbinmp•ptnptptfa Daniel Olbrychski e Barbara Sukowa in «Rosa L.i>: un film frenato dall'eccessivo rispetto ta ma il film non ci aiuta a Spartaco il capo degli schiavi bestiale dei suoi persecutori

Luoghi citati: Genova, Germania, Italia, Roma, Torino