Birmingham tra speranze e paure

Birmingham tra speranze e paure! Si inaugura domani l'ultimo salone del 1986: il mercato sta tirando, ma l'industria inglese è in difficoltà Birmingham tra speranze e paure! Alla rassegna tutte le novità dell'anno - Il gruppo Rover con la «800» al centro dell'attenzione DAL NOSTRO INVIATO BIRMINGHAM — Sfilate di moda, balletti, ragazze seminude, stand grandiosi; il Salon" di Birmingham, che da domani al 26 ottobre offrirà agli inglesi il meglio della produzione automobilistica mondiale, regala- uri'lmmà'giriV' colorata e brillante, quasi opulenta. «Vour future on wheels; il vostro futuro sulle ruote, recita con un certo entusiasmo 11 motto della rassegna. Del resto, anche il mercato britannico sta «tirando». Senza toccare i vertici tedeschi o italiani, le cifre del primi nove mesi dell'86 Indicano che sono state vendute 1.541.883 vetture contro 1.502.929 del corrispondente periodo 1985. L'aumento è stato del 3 per cento. E si prevede che a fine anno si raggiungerà quota 1.860.000. Ma i numeri e le eccitanti modelle che si sforzano di competere con le vere protagoniste del salone, le automobili, non riescono a far dimenticare un fatto fondamentale: l'industria inglese — come il Paese, del resto — si trova in difficoltà. Basti os servare che 1 costruttori esteri hanno qui una quota di mercato di quasi il 57 per cento e che il Rover Group, unico complesso di una certa entità rimasto a difendere i colori nazionali, ha il flato grosso. Appena il 16 per cento, un deficit nei primi sei mesi di 60 milioni di sterline. 246.000 macchine vendute (—9 per cento sull'85), tutti i piani da rivedére. «Colpa soprattutto delle voci sulle trattative con la Ford e con la Honda per vendere il gruppo-, dicono alla Rover. Sarà. Ma intanto il bilancio è più che mai in rosso e l'ombra della crisi, da cui il Rover Group pareva uscito a fine '85 (perdite soltanto per 6 milioni di sterline), appare più scura che mai. n governo ha rivoluzionato il management e il nuovo numero uno, Graham Day, imposto diret¬ ttcn tamente da Margareth Thatcher, ha di fronte a sé un compito non invidiabile. 'Il nostro obiettivo — ha detto — è riassestare la società nel giro di due o tre anni. Poi, passeremo la mano ai privati-. Cioè, come è già accaduto per la Jaguar, Il Rover .Group sarà effettivamente ceduto. In Inghilterra molti sono convinti che finirà alla Honda, partner da tempo deliaAustin Rover (che con la Land Rover e altre società minori forma appunto il Rover Group). Proprio a Birmingham, alla «800», nuova e bella ammiraglia Rover, si è affiancata la «sorella» giapponese, la «Legend», costruita sulla medesima catena di montaggio ed egualmente destinata al mercato europeo. La «800» è partita lentamente — si è voluto curare con particolare attenzione la qualità — e oggi viene prodotta al ritmo di 650 esemplari alla settimana. Salirà presto a 1500 e dovrebbe essere una valida arma all'estero (Stati Uniti in primo piano: almeno^20.000 «800» saranno spedite oltreoceano), L'altra speranza del-gruppo inglese è la Land Rover, che a Birmingham presenta come novità assoluta un motore turbodiesel. Ma meglio ancora va la Range Rover (+40 per cento). Ultimi disperati tentativi per rovesciare una situazione ormai compromessa o primi passi per tornare vivi in un mercato sempre più competitivo? Vedremo. Intanto il problema della presenza delle case giapponesi suscita qui un vivace dibattito La Nissan ha aperto uno stabilimento e prevede entro la fine degli Anni 90 di costruire 100.000 vetture ogni 12 mesi. Forse lo stesso farà la Toyota e la Honda, appunto, sta tessendo la sua rete con la Austin Rover. L'Inghilterra rischia di diventare un cavallo di Troia per l'Europa e^JJ, made in Japan contrabbandato come made In England, quindi con diritto di cittadinanza all'interno della Comunità. Curiosa situazione per un Paese e un'industria che hanno un glorioso passato in campo automobilistico. E curioso anche questo mercato, che nella classifica delle «top ten» del primi nove mesi '86 non premia né la Volkswagen Golf né la Fiat Uno, al vertice della graduatoria europea dei modelli più venduti. Qui primeggiano le Ford Escori (128.000 esemplari) e Fiesta (117.000) e la Austin Rover Metro (92.000). La Volkswagen ha una quota di mercato del 5,93 per cento, la Fiat del 3,3 per cento (quasi 52.000 macchine). Salvo la Land Rover turbodiesel e uno spider 4x4 chiamato Ace,,syiluppato da due piccole società inglesi insieme con la Ford Europa, non ci sono a Birmingham novità di particolare rilievo. Parigi ha già fatto vedere tutto, compresa quella Jaguar «XJ6» che contende alla Rover 800 11 ruolo di stella del salone. E fa discutere la decisione della Jaguar di fissare un prezzo molto basso per la versione standard (2000 sterline in meno rispetto alla lussuosa 825 Sterling, che ne costa 18.794). Guerra dei prezzi anche per modelli di tale levatura? Questa è proprio una sorpresa. Michele Fenu Ii l J l R 800 l ll dll'idi bii l b Insieme con la Jaguar, la Rover «800» rappresenta la «nouvelle vague» dell'industria britannica: la berlina, che sarà presto introdotta sul mercato italiano, adotta motori 4 cilindri due litri e 6 cilindri di 2500

Persone citate: Graham Day, Margareth Thatcher, Michele Fenu, Range