Ma lo Stato fa la parte del leone di Ugo Bertone

Ma lo Stato fa la parte del leone Ma lo Stato fa la parte del leone MILANO — C'è la riscossa del capitale privato ma, in termini di fatturato, la parte del leone la fanno sempre i tre grandi enti pubblici. Il mito più solido degli Anni Settanta è stata la crescita della piccola industria. Eppure in Italia la distanza tra grandi e piccoli è più marcata che altrove. Il gruppo Pirelli, ad esemplo, vale in termini di giro d'affari 11 5% dell'Eni, ancora una volta colosso principale dell'economia italiana. In Germania, invece, il 45° gruppo rappresenta, sempre in termini di fatturato, il 10% della capoclassifica, la Siemens. Mancano, insomma, le forze intermedie e la presenza della mano pubblica è tutt'ora preponderante mentre, tra i privati, stentano a farsi strada i nomi nuovi (solo la Cir di Carlo De Benedetti compie un balzo in classifica passando dal 27° al 9° posto). Ancora una volta Mediobanca ha curato la mappa del capitalismo italiano. L'ufficio studi di via Filodrammatici ha realizzato il censimento dei gruppi di imprese con un fatturato di almeno 150 miliardi e delle società industriali con un giro d'affari di almeno venti miliardi. Sotto la lente di Mediobanca sono sfilati cosi i conti di 2259 so ci", tà, 400 in più della passata indagine benché siano stati Introdotti criteri più restrittivi. E' questo il sintomo del dinamismo Imprenditoriale che attraversa l'economia Italia na; ma, accanto ai segnali positivi, non mancano i gravi e consueti punti di debolezza. mi grandi — In testa alla graduatoria figura il gruppo Eni: 46.462 miliardi di fatturato, 129 mila dipendenti. Al secondo posto figura l'Iri. ormai vicino a superare l'ente «cugino^: 44.959 miliardi ma 420 mila dipendenti (ben 22 mila in meno del passato esercizio). Primo tra i privati il gruppo Fiat, che vanta un giro d'affari di 27 mila miliardi, l'occupazione quasi stabile (in tutto 226.222 dipendenti) e il primato più ambito: gli utili raggiungono 11 1435 miliardi. L'area pubblica — Iri, Eni ed Efim hanno realizzato nel 1985 un fatturato complessivo di poco superiore ai 97 mila miliardi. I tre enti di gestione pubblici valgono, in termini di giro d'affari, assai di più della grande industria privata. I primi dieci grandi gruppi privati, infatti, vantano un fatturato complessivo di 54.910 miliardi. Lo Stato imprenditore, insomma, continua a pesare nell'economia italiana assai più che nel resto dell'Occidente. I conti — Lo Stato padrone opera ancora in perdita, nonostante certi progressi. Dal conti consolidati dei tre grandi gruppi emerge una perdita complessiva di 560 miliardi. Ma non dimentichiamo che nel conto sono comprese le grandi banche dell'Iri. La sola parte industriale perde assai di più. E i privati? I quattro grandi poli Industriali privati (gruppo Fiat, De Benedetti, Montedison e Pirelli) registrano profitti complessivi per 2321 miliardi. Sul piano finanziario 11 divario è ancora, più netto: debiti per 65.400 miliardi per i pubblici (e 7200 miliardi di oneri passivi) e per 22 mila (con 1500 miliardi di' oneri) per- i grandi dell'industria privata. HI nomi nuovi — Poca roba. Trova conferma la scalata alla vetta della classifica di Carlo De Benedetti che. pur non considerando la posizione dell'Ollvettl (quinta in classifica), sale In nona posizione con la Cir. Particolare curioso: se la Sme fosse entrata nella scuderia Cir, l'ingegnere di Ivrea occuperebbe la settima piazza. L'Agricola Finanziaria del gruppo Ferruzzi figura in quindicesima posizione ma la classifica non tiene conto della piccola rivoluzione finanziaria dell'ultima parte dell'85 e dell'inizio 86. Dopo 1 vari conferimenti da parte della finanziaria Ferruzzi già l'Agricola merita una posizione tra i primi dieci e, se verrà coronata da suecesso la lotta per la Montedison, Raul Gardini entrerà di prepotenza al quarto posto tra i grandi dell'economia Non va dimenticato, inoltre, che la classifica ha una grave lacuna: manca Berlusconl, che non ha presentato conti consolidati (ha promesso che ce la farà l'anno prossimo). Il re delle tv, dovrebbe figurare tra il 10° e il 12° posto, almeno a giudicare dalle cifre annunciate in passato. E gli altri? Benetton Rivetti (Oft) si contendono il primato nel tessile e la spun ta Benetton. I tassi d'espan pione di questi gruppi, però, appaiono meno brillanti dei primi Anni Ottanta mentre Pietro Marzotto recupera po- sizioni (dal 25° al 19° posto). a: Finanza — Occorre una distinzione. La finanza tradizionale (banche e assicurazioni) vanta ormai posizioni consolidate. Tra le pri me 16 compagnie d'assicurazione non si verifica alcuna variazione. Nel mondo bancario la situazione è quasi analoga: solo il Monte dei Paschi vanta un discreto balzo, dal nono al sesto posto. Tra le finanziarie (effetto Borsa e nuova finanza) spicil balzo della Sige del gruppo Imi che guida una fila di nomi nuovi ma importanti: Sifa (leva finanziaria dell'Iri), Euromobiliare (De Benedetti), la Finarte e altri protagonisti della stagione di Piazza Affari. Ugo Bertone 45000-, 40000 35000H 30000H 25000-4 20000H 15000H 10000H 5000 H magnifici 12" ■ AGIP STET MONTEDISON SNAM FINMECCANICA EHM FINSIDER ENICHEM OLIVETTI

Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti, Ferruzzi, Pietro Marzotto, Raul Gardini

Luoghi citati: Germania, Italia, Ivrea, Milano