Messner, l'uomo più vicino al cielo di Gigi Mattana

Messner, l'uomo più vicino al cielo Ieri ha scalato il Lhotse, è il primo alpinista ad ayer vinto tutti e 14 gli «8000» Messner, l'uomo più vicino al cielo Il quarantaduenne altoatesino ha concluso un'impresa cominciata 16 anni fa - Due «giganti» conquistati in 3 settimane KATMANDU — Nessuno potrà superarlo. Reinhold Messner ieri è stato il primo uomo al mondo a scalare tutte le 14 montagne della Terra che si innalzano sopra gli ottomila metri. E chiunque lo imiti sarà soltanto il secondo. Alle 8.15 italiane (le 13,45 nepalesi) è giunto insieme con il compagno di cordata, l'altoatesino Hans Kammerlander, in vetta al Lhotse (alto 8501 metri) lungo la via normale e naturalmente senza ossigeno; erano partiti dalla tendina dell'ultimo campo a 7400 metri intorno alle tre di notte; tempo splendido, salita molto agevole secondo le prime frammentarie notizie arrivate via radio dal Nepal. Per una volta almeno il Lhotse, giusto accanto all'Everest e quarta vetta al mondo in ordine di altezza, ha smentito la sua fama di severità: scalata per la pri¬ ma volta nel 1956 dalla spedizione svizzera guidata da Albert Eggler. ha respinto una quantità impressionante di altri tentativi fra cui quello dello stesso Messner, nel gruppo di Riccardo Cassln, nel 1975. La lunga strada agli ottomila di Messner, quarantaduenne altoatesino di Santa Maddalena di Funes. si è cosi conclusa dopo 16 anni Nel 1970 Messner cominciò, dopo centinaia di nuove vie e di ripetizioni di grandi itinerari alpini (le Droites e il Monte Cavallo resteranno come exploits ineguagliabili per l'epoca ed eccelsi anche oggi) ad affacciarsi all'Himalaya. Il primo approccio fu felice (scalò il Nanga Parbat, 8125 metri, in Pakistan) e tragico: Reinhold perse il fratello Gunther sotto una valanga al ritorno, riportò gravi con^lamenti al piedi e fu trovato in pieno blocco renale dagli altri membri della spedizione che rientravano dopo averlo già dato per morto. E da allora tutti gli altri tredici: Annapurna (8078 metri); Everest (8848); Cho Oyu (8189): Matalu (8481): Kanchenjunga (8603) Manaslu (8125); Dhaulagiri (8222); Shisha Pangma (8013); K2 (8611); Gasherbrum I (8068); Gasherbrum U (8035) e Broad Peak (8047) e infine Lhotse. Messner fu il primo uomo ad avere il coraggio di intendere e quindi praticare l'alpinismo come professione. Lo aiutarono le sue qualità eccelse, oltre che di scalatore, di scrittore e di conferenziere; la sua facilità a instaurare contatti commerciali con le aziende e con gli sponsor puri; l'amicizia con Beppe Tenti che prima lo volle come accompagnatore di trekking nepalesi e poi ne divenne una sorta di manager sul mercato italiano cui Reinhold. per lingua e cultura, poteva accedere più difficilmente che a quello tedesco. Nell'alpinismo himalayano Messner ha fatto tutto quanto un uomo può sognare. Ha aperto vie nuove, è stato il primo ad azzardare l'Everest senza ossigeno; ha osato scalate solitarie anche su versanti mai conosciuti. Tutto ciò che molte spedizioni tentano ora. lui lo ha già fatto. Anche adesso, non più giovanissimo e indubbiamente stressato, è riuscito a vincere due «giganti» come il Makalu e il Lhotse in tre settimane. E dalle vette ha portato una ricerca accurata sui materiali, sull'alimentazione, sulla vita ad altissima quota, sulla solitudine talmente opprimente da trasformarsi in presenza di fantasmi. Presto parleremo a lungo con lui e di lui. di un'impresa che si colloca ai più aiti vertici sportivi e atletici (se alpinismo è sport) e umani (se alpinismo significa ancora esplorazione e introspezio ne), del suo impegno sociale e delle tappe amare che hanno portalo analizzare il sogno. Gigi Mattana Reinhold Messner

Luoghi citati: Funes, Monte Cavallo, Nepal, Pakistan