Fuga di cervelli dall'Inghilterra di Mario Ciriello

Fuga di cervelli dall'Inghilterra Fuga di cervelli dall'Inghilterra Allarme da due inchieste (Royal Society e Università del Sussex): scienza in declino nel Paese DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La scienza britannica è malata, molto malata. Lo affermano due istituzioni di altissimo prestigio, alla fine di due inchieste compiute su invito del governo. Si sapeva da tempo che l'Inghilterra aveva perso la sua Invidiata leadership Internazionale, una leadership che le aveva conquistato 11 nome di «terra dei premi Nobel*: ma negli ultimi anni 11 declino è divenuto un collasso, le ansie dei pessimisti hanno trovato tristi conferme. Soltanto nella genetica, un campo Importante perché vi attingono nuove industrie come la biotecnologia, la Gran Bretagna riesce a mantenersi nel gruppo di testa. Altrimenti è un quadro desolante. Ed è una severa condanna che colpisce tutti 1 governi, conservatori e laboristi. Dlciotto mesi sono durate le due Indagini, eseguite, parallelamente, dalla Royal Society, la più illustre istituzione scientifica indipendente su quest'isola, e dalla Università del Sussex. I due rapporti» sono adesso sul tavolo di un organo consultivo del governo, che li stuellerà, li analizzerà e proporrà quindi a Margaret Thatcher una serie di terapie a breve e a lungo termine. Purtroppo e una crisi troppo complessa per essere curata con uno sbrigativo «pacchetto» di misure. Occorrono non soltanto fondi, investimenti, ma anche iniziative che restituiscano fiducia agli scienziati britannici. Soprattutto ai giovani, che possono trovare in America lidi più accoglienti. Presidente della Royal Society è il premio Nobel sir George Porter, le cui dichiarazioni, a commento dell'inchiesta, indicano con limpidezza le dimensioni e le con¬ seguenze, dell'infermità. Ora sappiamo che i segnali d'allarme non erano ingiustificati. Nella sola area della fisica, siamo slittati da posizioni di punta a posizioni di coda, rispetto agli altri Paesi occidentali. Non si può avere unindustria robusta se non si ha qualcosa da vendere: e non si possono avere prodotti di buona qualità senza persistere nella ricerca e nello sviluppo. Ma come conseguire buoni risultati nella ricerca e nello sviluppo? Occorre una solida base scientifica nazionale. E' condizione necessaria. Ed è quella che qui manca*. Secondo lo studio della Royal Society, questa «base scientifica nazionale», già Incrinata dalle Involuzioni economiche post-belliche, ha ricevuto colpi drammatici per effetto delle «penurie» (In altre parole, del tagli nel bilanci) durante gli Anni Settanta e, ancor più, dopo l'81. Pochi settori si sono salvati. Si legge altresì: *Dagli Anni Sessanta, il numero degli scienziati britannici trasferitisi negli Stati Uniti è continuato ad aumentare. E, da qualche tempo, i migliori studiosi in vari Paesi del. Commonwealth preferiscono lavorare in America piuttosto che in Inghilterra*. Non vi è un raggio di luce nelle pagine dei due documenti. Non c'è nessun barlume alla fine del tunnel. Parole velate d'inquietudine giungono anche da sir David Phillips, presidente dell'organo consultivo che ha commissionato i due studi. *Le prospettive per la scienza in Gran Bretagna? Un incessante declino, proprio quando la domanda mondiale diviene più ampia e più ricca*. La «fuga dei cervelli» sembra destinata a continuare. Mario Ciriello

Persone citate: David Phillips, George Porter, Margaret Thatcher

Luoghi citati: America, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Stati Uniti