L'Europa prepara la tv senza frontiere

L'Europa prepara la tv senza frontiere Dibattito a Bruxelles sulle strategie per fronteggiare la sfida giapponese e americana L'Europa prepara la tv senza frontiere Firmata una convenzione per finanziare programmi multilingue - Monopoli fuori legge, regole per la pubblicità DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — L'Europa raccoglie la «sfida» televisiva, che è giapponese per quanto riguarda la tecnologia delle nuove frontiere audiovisive e americana in tema di programmazione. E' un momento critico, di importanti sviluppi. Nei prossimi mesi entreranno in funzione 1 satelliti (Tv-Sat tedesco e Tdf-1 francese) che consentiranno la trasmissione diretta nelle case; inoltre l'apertura alla pubblicità, e soprattutto al canali privati non più prerogativa italiana e britannica, costringe anche ad altre riflessioni, soprattutto in vista della' «televisione senza frontiere» auspicata dalla Comunità. Su tutti questi temi, che presto coinvolgeranno ! 300 milioni di utenti europei, 11 Club di Bruxelles ha organizzato due giornate di dibattiti con la partecipazione di esponenti di reti nazionali e private, di tecnici e industriali .L'Europa deve svegliarsi prima che sia troppo tardi-. ha dichiarato nel suo Intervento 11 commissario Cee Carlo Ripa di Meana: -L'audiovisivo è un settore strategico per l'economia, per l'industria e anche per l'autonomia culturale del nostro continente-. Ed è per creare un «grande mercato unificato», industrialmente e culturalmente, che la Comunità sta muovendosi, nell'ambito di quella che il commissario italiano ha definito -una battàglia affascinante-, in cui si gioca -l'Europa dell'immagine degli Anni Novanta-. In tale quadro si Inscrive, per esempio, la firma di un accordo fra la Ccmmissione Cee ed Europa-tv, coincisa con il simposio di Bruxelles. Si tratta di una convenzione per il finanziamento, da parte dell'esecutivo comunitario, di un consorzio già sostenuto dalla Rai e dalle televisioni nazionali di Germania, Olanda, Irlanda e Portogallo. Per 11 pruno anno 11 contri¬ buto sarà di un milione di Ecu, circa un miliardo e mezzo di lire: consentirà a Europa-Tv, che già trasmette in alcuni Paesi europei per mezzo di un satellite olandese e che dal gennaio 1988 disporrà del satellite Olympus con cui potrà raggiungere tutta l'Europa, di proseguire le esperienze di emissione multilingue per diventare veramente una televisione europea. Ma Europa-Tv non è che la punta visibile dell'iceberg. Al dibattito, cui hanno anche partecipato esponenti della Rai e dei canali privati di Berlusconi, ampio rilievo è stato dato agli sforzi per difendere l'identità europea dall'.invasione, d'oltreatl antico. Si è discussa, per esempio, una recente proposta della Commissione Cee volta a fissare una percentuale di programmi (il 30 per cento del tempo di trasmissione, in un secondo tempo il 60 per cento) da riservare obbligatoriamente a materiale prodotto in Europa. -La nostra autoproduzione — ha sottolineato a questo riguardo Dario Rivolta della Fininvest (Berlusconi) — è già stata l'anno scorso del 38,6 per cento, circa 170 ore mensili su un totale di 440. E anche per i film, che diffondiamo nella misura di 29-30 ore il mese, più della metà sono dt produzione europea-, E' anche in cantiere un programma «Media» che sarà lanciato l'anno prossimo dalla Comunità, e che prevede aiuti alla produzione e alla distribuzione di materiale televisivo, soprattutto nella preparazione di programmi d'informazione con 11 sistema multilingue. E ancora: nella proposta di direttiva presentata dal commissario al mercato Interno, Lord Cockfield. si dichiarano fuorilegge i monopoli nazionali dell'Informazione, si fissano regole di base per quanto riguarda la qualità deUa pubblicità (in realtà una blanda forma di censura per «tutelare la gioventù») e soprattutto la sua quantità (non più del 15 per cento dei tempi di trasmissione, ed è fin troppo per Paesi come Belgio e Danimarca non ancora approdati al paradiso degli «spot»). Sul piano tecnico, come è emerso alla conferenza di Bruxelles, la Cee è riuscita a far coincidere gli interessi del produttori europei nella messa a punto di un'alternativa al sistema giapponese di televisione ad alta definizione, ormai comunemente considerato 11 prossimo passo della lotta audiovisiva in un mercato che su scala mondiale è dominato per 11 44 per cento dai giapponesi (86 per cento per quanto riguarda l videoregistratori). E dall'Industria — attraverso 1 nuovi orizzonti offerti dalla trasmissione via cavo e via satellite — ci si aspetta un appoggio nella lotta per la difesa del programmi europei. f. gal.

Persone citate: Berlusconi, Carlo Ripa, Dario Rivolta