La Nato studia iI Cremlino di Fabio Galvano

la Nato studia SI Cremlino I contrastanti segnali da Mosca all'esame degli alleati atlantici la Nato studia SI Cremlino L'ambasciatore itinerante sovietico da Tindemans alterna la fermezza ai «no comment» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — La portata e l'impatto di Reykjavik all'esame della Nato: nel corso di una riunione del Gruppo Speciale Consultivo (Scg). convocata per valutare le prospettive del dopo-vertice e svoltasi ieri al quart'.er generale di Evere, presso Bruxelles, l'Alleanza Atlantica ha cercato in particolare di stabilire quale possa essere il legame fra il «cesto» negoziale degli euromissili e gli altri due affrontati a Ginevra (superarmi strategiche e «scudo» spaziale); cioè di captare, fra i contrastanti segnali del Cremlino, se esista o no un linkage», se il pacchetto del le armi vada discusso come un tutto unico o se — come ha dichiarato a Londra e a Bonn il negoziatore sovietico Viktor Karpov — ci sia da parte di Mosca una disponibilità ad accordi separati. Non risulta che dalla riunione del Gruppo Consultivo, protrattasi fino a tarda sera ed eccezionalmente conclusa si senza alcun comunicato ufficiale, siano emerse ipotesi precise. Perplessità di fronte alle contraddizioni sovietiche? Alla confusione può anche aver contribuito la contemporanea presenza a Bruxelles di Vladimir Semionov, ambasciatore itinerante del Cremlino, venuto In Belgio per esporre la posizione sovietica al governo dimissionario di Wilfried Martens. Parlando stamane con il ministro degli Esteri belga Leo Tindemans il messaggero di Gorbaciov aveva ribadito l'esistenza di un preciso • linkake»; o cosi, perlomeno, il ministro aveva inteso le sue parole. -A Reykjavik — avrebbe detto Semionov nelle conversazioni bilaterali — abbiamo proposto un pacchetto di misure che colleghiamo ai progressi nel campo dell'Sdl; da allora la nostra posizione non è cambiata-. Ma in serata, nel corso di una conferenza stampa all'ambasciala sovietica, Semionov ha rifiutato di essere altrettanto categorico, Il suo «no comment», sotto forma di un discorso di oltre mezz'ora In cui ha ricordato l'intera vicenda dei negoziati Usa-Urss, riflette le incertezze che proprio ieri, a Mosca, il portavoce Gherasimov aveva cercato di dissipare ribadendo un «niet» agli accordi separati; restituisce credibilità alle dichiarazioni di Karpov, che prima della sua missione in Europa — è stato confermato ieri in ambito Nato — aveva avuto una lunga consultazione con Gorbaciov. Se da parte sovietica si tratta di palesare un atteggiamento, per gli esperti Nato il compito è più difficile: essi devono, infatti, valutare quell'atteggiamento senza disporre di tutti gli elementi. DI qui, forse, l'Inconsueta segretezza dietro cui si è svolto rincontro di Bruxelles. L'Scg e l'organo che segue l'andamento del negoziato di Ginevra e ne prepara gli sviluppi, in particolare per quanto riguarda gli euromissili: sulla base di quanto è emerso a Reykjavik, si è appreso in serata da fonti diplo¬ matiche, i rappresentanti dell'Alleanza hanno espresso la volontà di proseguire il dialogo con Mosca, di trovare un terreno comune d'intesa che faccia onore agli sforzi islandesi di Reagan e Gorbaciov. Ma, a quanto risulta, non sono emersi suggerimenti concreti sulla formula che la ripresa negoziale potrebbe assumere. In questa «guerra delle parole» poco differenzia l'Occidente dal Cremlino. Nei suoi colloqui con Tindemans. Infatti, Semionov ha auspicato ieri il regolare svolgersi di «un grande vertice a Washington- e ha anzi precisato che esso «é sempre possibile-; ha sottolineato lo -spirito costruttivo- con cui 1 negoziatori sovietici sono tornati a Ginevra e ha lodato le -concessioni di rilievo- fatte da Mosca nel dibattito sugli armamenti; né ha tralasciato, beninteso, di attribuire peso storico a Reykjavik definendo Il pre-summit «un evento della massima importanza-. Fabio Galvano