Servizi pubblici verso la paralisi

Servizi pubblici verso la paralisi Oggi scioperano i piloti e si decide, un blocco dei trasporti, clima da «autunno caldo» Servizi pubblici verso la paralisi Marini (Cisl): «E' la conseguenza di gravi ritardi» - Benvenuto (Uil): «Maggior forza ai codici di autoregolamentazione» ROMA — L'«autunno caldo» si fa rovente. Oggi sarà difficile volare per una serie di astensioni dei piloti, del personale a terra degli aeroporti e di una parte dei controllori di volo: l'Ati conferma 31 cancellazioni e ritardi consistenti per altri 21 collegamenti, ma sia l'Alitalla che l'Ati non escludono altre soppressioni all'ultimo momento. Mentre nell'industria e nell'agricoltura si continuano, a programmare agitazioni, in giornata si decide uno sciopero generale nell'intero settore dei trasporti e si delinea per metà novembre un altro sciopero generale dei tre milioni e mezzo di pubblici dipendenti. I ferrovieri confederali e autonomi preannunciano per loro conto una serie di astensioni; il 28 ottobre si fermano i - postelegrafonici per ventiquattro ore: i bancari minacciano la chiusura degli sportelli a breve, scadenza e perfino gli agenti di polizia sono sul piede di guerra. Ancora una volta servizi pubblici essenziali rischiano di restare bloccati, con gravi disagi per gli utenti, e si riapre simultaneamente la polemica sulla opportunità o meno di disciplinare per legge il diritto di sciopero In alcuni settori di interesse primario per la popolazione. E' un ritorno al '68, alla cultura dello sciopero? •No — replica Franco Marini, segretario generale della Cisl —. E' la conseguenza dell'accumulo di ritardi, inadempienze, gravi tatticismi delle controparti private e pubbliche. Ci sono contratti e situazioni che attendono di essere sbloccati anche da più di due anni. Lo sciopero è un diritto sancito dalla Costituzione, quando serve lo esercitiamo. Di questi tempi, è semplicemente una necessità fisiologica'. Anche Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil. esclude che si tratti di un ritorno al passato. • C'è nel sindacato — aggiunge — una esigenza di maggiore concretezza di fronte alla pressione della base per motivi obiettivi. Sui contratti, per esempio, si ha una gran voglia di fare presto, altrimenti si rischia una concentrazione politica. Cosa a cui puntano gli imprenditori, ma non i sindacati'. Benvenuto, peraltro, è tra quelli che sostengono la necessità di dare maggiore forza ai coti'ci di autoregolamentazione. •I codici — sostiene il leader della Uil — canno prima predisposti, poi bisogna farli votare dai lavoratori, quindi occorre renderli efficaci per tutti. Una soluzione è l'inserimento nei contratti. Questo perché la gente non distingue tra sindacati confederali e sindacati autonomi'. I codici potrebbero essere resi vincolanti con una legge? Benvenuto: 'Ogni cosa a suo tempo-. Ma si sa che il dirigente sindacale è sostanzialmente favorevole ad una ipotesi del genere, che fra l'altro eviterebbe il rischio di una iniziativa legislativa che spiazzi completamente il sindacato.^'; '. .fLa concomitanza di numerose agitazioni è anche favorita dalla «latitanza» del governo sulla finanziaria '87. Le categorie, già insoddisfatte per lo slittamento dei rinnovi contrattuali, protestano per la mancanza di impegni precisi su punti qualificanti della piattaforma sindacale discussa nelle scorse settimane con Craxi a Palazzo Chigi. E' molto probabile, anzi, che alla fine — indipendentemente dalle altre azioni settoriali — decolli la proposta della Cisl di attuare uno sciopero generale destinato a coinvolgere oltre 14 milioni di lavoratori, dall'industria all'agricoltura, dal pubblico impiego ai servizi. •E' un discorso aperto — osserva il segretario generale aggiunto della Cisl, Mario Colombo — nella misura in cui non saranno compiuti ulteriori passi hilla via dell'equità fiscale, sull'abbattimento convenzionale del reddito da lavoro e da pensione per l'accesso alle prestazioni sociali, non saranno cancellate le norme sugli assegni familiari e non sarà finalmente varato il piano straordinario per il lavoro giovanile nel Mezzogiorno-. La parola — conclude Colombo — è al governo, se vuole evitare il peggio.. Gian Car,0 Fqss|

Persone citate: Craxi, Franco Marini, Gian Car, Giorgio Benvenuto, Mario Colombo

Luoghi citati: Roma