E' un grande talento ma la Cina lo umilia di Stefano Reggiani

E' un grande talento ma la Cina lo umilia Al Cinema Giovani «Juexiang» di Zeming E' un grande talento ma la Cina lo umilia TORINO — Se amiamo molto il cinema cinese non è per la leggerezza confortevole d'ogni esotismo o per la suggestione ricorrente dei luoghi (proprio a Torino si rilanciarono in Italia le Ombre elettriche, i film di Cina), ma, crediamo, per una ragione di rappresentanza. Mai un cinema nazionale, ricco di tradizioni, ha dovuto rispecchiare in cosi breve tempo (gli ultimi venfanni) tanti mutamenti politici, sociali ed economici: rispecchiarli e, a distanza, spiegarli, unico testimone. Dal cinema educativo e perfettamente allarmante della Rivoluzione culturale e della Banda dei quattro, al cinema sentimentale e accusatorio del dopo-banda, alla liberalizzazione del nuovo corso, al rinnovamento del linguaggio di un'agguerrita, se pur in parte osteggiata nouvelle vague. Vedere un film e stare nel cambiamento: vi par poco? Cosi l'altro giorno Cinema Giovani è stato all'altezza dei suol compiti e ci ha of- ferto un'eccellente opera prima, Juexiang di Zhan Zeming, che cade benissimo nel nostro discorso. Zeming ha 36 anni, ha lasciato la scuola nel '66, mandato dalla Rivoluzione culturale in una fattoria di Stato, nel '78 è riuscito a entrare come tecnico negli stabilimenti cinematografici di Canton, è stato bocciato due volte all'esame per i corsi di regia, è stato ugualmente aiutoregista, ha ottenuto senza raccomandazioni di poter finalmente debuttare con Juexiang, L'ultima risonanza, l'ultima eco. Che cosa racconta questo regista per ostinazione? Diciamo: la storia di un talento umiliato sullo sfondo di un sopruso che non cambia, un musicista bravissimo del- la scuola cantonese costretto alla miseria anonima, dapprima le sue canzoni sono troppo borghesi per la rivoluzione culturale (in effetti hanno quel fondo languidissimo delle vecchie musiche da bordello), poi sono troppo belle e gliele rubano per farne dischi pirata a Hong Kong, poi il nuovo corso le ammette, ma le fa passare per motivi della tradizione popolare. Intanto il musicista è morto, e il figlio s'è messo a vendere pollo fritto all'angolo della strada in omaggio alla libera Iniziativa. Tutto è raccontato con i toni crepuscolari del film intimista, molta musica adeguata, ci si commuove, si vede, dal vicolo di un quartiere cantonese, la Cina che cambia, ci si chiede quanti drammi individuali siano stati cancellati dalla storia recente cinese e come il cinema potrà raccoglierli tutti.. Le ragazze sono in maglietta e pantaloni e amano ormai la musica pop. Stefano Reggiani

Persone citate: Zhan

Luoghi citati: Canton, Cina, Hong Kong, Italia, Torino