Montedison, guerra sui diritti

Montedison, guerra sdì diritti Montedison, guerra sdì diritti I conti di Mediobanca, resi noti lunedì, saranno discussi il 28 in assemblea MILANO — Quando, martedì 28, Enrico Cuccia si siederà al tavolo di presidenza (lui, semplice consigliere) dell'assemblea di Mediobanca, in via Filodrammatici l'ultima battaglia del grande regista della finanza italiana si sarà già conclusa. Da poche ore, infatti, sarà scaduto il termine della trattazione dei diritti Montedison (permessa solo dal 16 al 27 ottobre) che, a detta degli esperti di Piazza Affari, rappresenta la grande, forse irripetibile, occasione per la rivincita di Cuccia contro Schlmberni. Impossibile prevedere l'esito della battaglia ma su un punto sono tutti d'accordo: Cuccia non si è rassegnato. Il consorzio di collocamento (materia in cui Mediobanca vanta un'esperienza ineguagliabile: ben 52 nell'ultimo esercizio per quasi 8500 miliardi di lire) dell'aumento Montedison rappresenta un passaggio delicato e com¬ plesso, sottoposto alla regia di Enrico Cuccia. Una prima anticipazione degli atteggiamenti di Mediobanca si legge nel bilancio: l'istituto (mossa errata, dati gli sviluppi successivi) ha ceduto 74 milioni di ordinarle Montedison nel corso dell'anno limitandosi a una quota pari al 6,2% del capitale (era il 13.7%). Una scelta effettuata In tempi di pace con Schlmberni (probabilmente rimpianta). Poi, a guerra scoppiata, sono state cedute tutte le Montedison e le Meta di risparmio, con innegabili effetti negativi sul mercato dei due titoli. In attesa dell'esito di questa partita avvincente madrammatica, Mediobanca ha infatti consegnato alle stampe il bilancio al 30 giugno. L'Impronta di Cuccia, inconfondibile, caratterizza ancora le scelte dell'istituto sia sul plano delle alleanze (e del nemici) sia della politica del patrimonio. Sale l'uti¬ le (172 miliardi contro i 129 dell'anno precedente); cresce il dividendo (duemila lire contro 1700). Aumenta la consistenza del patrimonio perché 130 miliardi di profitti saranno destinati alle riserve e al soci finirà solo il 19,67% degli utili, meno dell'anno scorso quando la percentuale fu del 22,28%. Cresce ancora, però, il patrimonio (1108.7 miliardi) ufficiale e, in particolare, le immense plusvalenze dello stesso patrimonio: oltre 3500 miliardi in azioni più 150 miliardi circa tra obbligazioni e titoli a reddito fisso. Inoltre, ci sono 470 miliardi accantonati ai fondi rischi senza che si debba far fronte a impegni specifici e 152 miliardi di maggior patrimonio netto sulle controllate. A fronte di queste attività c'è uno straordinario dinamismo: è probabile, anzi, che i 3 mila miliardi di obbligazioni convertibili In titoli di altre società previsti in sede di proposta, al soci dovranno essere adeguati dopo gli sviluppi dell'operazione Piat-Lafico. / E gli alleati? Accanto ai gruppi tradizionali (Fiat. Snia, Pirelli, Orlando) figura per la prima volta nel bilancio l'Italmobiliare di Giampiero Pesenti, di cui Mediobanca possiede il 4,99% del capitale. Inoltre, non manca una matricola: la Pininfarina controllata da Mediobanca per il 3.41% del capitale. — u.b.

Persone citate: Cuccia, Enrico Cuccia, Giampiero Pesenti, Piat, Pininfarina

Luoghi citati: Milano