Al «Tenda» di Firenze la Twyla Tharp Dance

Al «Tenda» di Firenze la Twyla Tharp Pance Domani sera la prima recita italiana Al «Tenda» di Firenze la Twyla Tharp Pance Soppresso lo spettacolo di oggi al Comunale FIRENZE — Tormentata partenza della tournée Italiana della Twyla Tharp Dance Company: la recita prevista per questa sera al Teatro Comunale è stata soppressa. Restano invece In cartellone quelle di domani e dopodomani, ma al Teatro Tenda. La compagnia si trasferirà quindi a Milano, Roma e al Teatro Nuovo di Torino dal 28 al 30 ottobre. L'Ente lirico fiorentino, che per primo ospita la prestigiosa compagnia americana, si trova con la serie in restauro e sembrava che nessun altro teatro del capoluogo toscano apparisse disponibile per il momento. Di qui appariva necessario il trasloco a Prato con sede destinata il Teatro Metastasio. Ma le implacabili leggi dell'lnagibilità hanno raggiunto anche la bella sede del teatrino pratese, per cui l'ultimo ripiego è apparso il Teatro Tenda di Firenze. Per fortuna, Twyla non è al seguito della sua compagnia, poiché con il temperamento acceso e nervoso che si ritrova avrebbe sicuramente dato del filo da torcere agli organizzatori del giro italiano. Estrosa e nello stesso tempo perfezionista al massimo, la Tharp non avrebbe certo tollerato l'italica improvvisazione e disorganizzazione che a noi sembrano quasi naturali. Dall'ultima volta che è stata In Italia (Roma 1983) la Tharp sembra aver percorso una inversione «ad U» della stia parabola creativa, irrequieta e onnivora di ogni genere di spettacolo. Ha girato altri film dopo Hair che l'aveva lanciata ad Hollywood. Sue le coreografie di Ragti¬ me, del Sole a mezzanotte e di Amadeus. Suo anche 11 remake teatrale del popolare film Cantando sotto la pioggia accolto per la verità con scarso favore pochi mesi orsono a Broadway. Dopo aver percorso tutta la possibile strada dei postpost-moderni, a quarantasei anni Twyla si scopre una vocazione classica, addirittura balanchiniana. E sembra aver trovato il suo profeta in Mikhail Baryshnikov, il più popolare (e pagato) danzatore del nostro tempo, che le ha interpretato (anche in tv) 11 vertiginoso e comico Push Come to Shove e il film II sole a mezzanotte. Nel repertorio prescelto per le esibizioni italiane figurano pezzi già noti, come il vecchio Fugue che abbiamo visto nel 1980. Si tratta di una pagina senza supporto musicale con l'accompagnamento ritmico del battito (amplificato) del tacchi, una sorta di zapateado senza connotazioni spagnole, con una costruzione coreografica di tipo contrappuntistico già suggerita dal titolo bachlano. Ci sono poi Untitled, in due versioni: moderna con musica di Philip Glass e classica con musica di Mozart. Un disinvolto accostamento caratteristico di questa coreografa che è stata tra le prime a ballare Brahms in scarpe da tennis nella sua danza soffice e sofisticata. Ora tra i titoli prediletti (che vedremo anche In Italia) ci seno i Nine Sinatra songs. Ma il suo futuro appare classico, se non proprio neoclassico, come la Tharp si affretta a smentire. Luigi Rosai