Dibango, è Afric Jazzy
Dibango, è Afric Jazzy Giovedì a Torino l'unico concerto del sassofonista del Camerun Dibango, è Afric Jazzy «Vengo da un crocevìa in cui si scontrano fragorosamente diversi mondi culturali)) - Definisce la sua musica una rivisitazione del jazz Usa fatta da un africano che vive in Europa TORINO — Ancora oggi, un secolo dopo *Bitches Brevi» di Miles Davis, dopo Hancock, Oeorge Benson, John McLaughlln, Wayne Shorter. Steve Clarice, George Duke, Marcus Miller, Wynton Marsalis e un elenco lungo cosi, ancora oggi che il jazz non è più territorio incontaminato di purismi eclettici e solitari, c'è gente che ascolta Manu Dibango e dice «£' uno che ha tradito*. Lui che davvero è stato un «absolute beginner». Beati tradimenti della musica d'oggi. Le categorie sono saltate in aria minate dall'elettronica e dai quattrini facili, e 1 musicisti hanno scoperto il piacere dell'ibridazione, che fa divertire pericolosamente e guadagnare facile. Come condannarli. «Se proprio volete una definizione della mia musica — dice Dibango col suo bel vocione di colori forti — bene, allora dite pure che è un Afric jazzy, cioè una rivisitazione del jazz americano fatta da un africano che vive in Europa*. E ride, soddisfatto A 53. anni e una carriera fatta di ogni musica, Dibango suona oggi il sax con una mistura di stili dove soul e jazz, salsa e disco, soca e blues, diventano una materia sonora di larga cantabilità, morbida, fortemente ritmata, slnuosamente attaccata ancora alle radici lontane dell'ispirazione. *Io vengo dal Camerun, e questo è fondamentale se si vuol capire quello che suono: perché il Camerun è l'Africa Centrale, il crocevia obbligato dove s'incontrano le influenze dell'Africa Occidentale e di quella Australe. Sono cioè culture, ritmi, tradizioni, misure stilistiche, fantasie sciamaniche che si mescolano*. E se gli si chiede che co« significhi oggi essere un musicista africano, scoppia a ridere: «Per me Maradona prima è calciatore e poi argentino. E io, sono prima di. tutto un musicista; e poi, certo, un musicista nato in Africa*. E il jazz, l'amore tradito? -Ah, il jazz è si, certamente, l'amalgama di tutte le musiche negre; ma a condizione che si capisca che ognuno ne ha una percezione differente, com'è la sua cultura, la sua storia personale, il folklore della sua terra*. In effetti, tra coloro che hanno abbandonato i territori jazzati Dibango è uno che ha corso parecchio lontano. La musica non ha frontiere, confini, limiti. Ma voglio dire di più. Fino a poco tempo fa, l'Africa finiva per essere la fonte d'ispirazione di molta musica e però restava morta come il reperto di un museo, chiusa per sempre dietro la ritmica illuminata del suo tam-tam. Oggi anche l'Africa fa musica, è uscita fuori dal museo, ha attraversato il suo passato e si è affacciata al presente del nostro tempo difficile*. Dice ancora: «Siamo una nuova razza*, e lo dice con orgoglio. Certo che poi ciascuno si muove come meglio crede. «Molti sanno di più di Fela Anikulapo liuti che di Dibango: io dico che lui è impegnato nella politica e io nella musica, lui crede nelle grandi battaglie pubbliche e io nella pratica delle cose concrete. Io ho fatto un disco per la fame in Etiopia e lui no, io mi sono impegnato e ho suonato per Mandela e lui no*. Dibango, che ha appena finito di suonare in concerto con Miles Davis e la Carla Bley a Parigi, sarà giovedì alle 20,30 al Palasport per un unico concerto italiano. «Spero molto che si sappia cogliere lo swing che io metto dentro il mio modo di suonare. Che cos'è lo swing? Beh, è il giusto equilibrio tra il moto del corpo e la dinamica del suono. In tutte le buone musiche c'è swing, c'è in Duke Ellington e c'è in Wolfgang Mozart*. E ride sonoramente. A Torino, nel concerto che apre la rassegna Mode in Africa, Dibango suonerà con una band di nove musicisti camerunesi. Altri ospiti della serata, Tullio De Piscopo con la sua band e Gigi Venegonl alla chitarra e, in apertura, il gruppo del Camerun di percussioni e danzatori Marinella Venegoni I biglietti-per il concerto di Dibango costano 14 mila lire, senza diritti di prevendita, e si possono prenotare telefonando alla «Muslka» di Torino, Oli 2617, o acquistare presso il Salone della Stampa. Ai botteghino, giovedì, costeranno 15 mlln lire. Dibango: «In tutta la buòna musica c'è swing, anche in Mozart»
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