Scontri nel processo agli agenti di Giuliano Marchesini

Scontri nel processo agli agenti In aula a Trieste il caso dell'autonomo ucciso mentre fuggiva Scontri nel processo agli agenti Un grido dai pubblico («Assassini!))) provoca la reazione di un poliziotto in borghese DAL NOSTRO INVIATO TRIESTE — Com'era prevedibile, c'è tensione al processo per la tragedia di Pietro Maria Greco, detto «Pedro», l'autonomo ucciso a Trieste dal colpi di pistola sparati dagli agenti che dovevano catturarlo. Durante una pausa dell'udienza, s'è accesa la prima «miccia». Dal settore del pubblico dov'erano assiepati esponenti del movimento dell'ultrasinistra, è partito un grido verso gli imputati: .Assassini.. Un poliziotto in borghese, in mezzo a un gruppo di colleghi, è intervenuto: un parapiglia, un giovane tirato per i capelli, carabinieri a far da barriera, spintoni e urla. Infine, faticosamente, si è riportata la calma. Davanti al giudici della corte d'assise, a piede libero, sono l'agente del Slsde Nunzio Maurizio Romano e tre uomini della Digos: Mario Passanlsi, Maurizio Bensa e Giuseppe Guidi. I primi tre sono accusati di omicidio preterintenzionale; Guidi, che non mise mano all'arma, deve rispondere di omicidio colposo per aver agito «In difformità» dagli ordini ricevuti creando «una situazione pericolosa». Pietro Marta Greco era Imputato al processo di Padova a carico del «Collettivi politici veneti». Da tempo latitante, nel febbraio dello scerso anno fu segnalato a Trieste: lo avevano visto entrare in una casa di via Giulia. La mattina del 9 marzo, l'operazione che avrebbe dovuto condurre alla sua cattura. Invece fu il dramma. Pietro Maria Greco usci da quel palazzo e poco dopo rientrò, «come se avesse dimenticato qualcosa.. Gli agenti si appostarono su un pianerottolo. E quando l'autonomo ricomparve sulle scale, disarmato, l'intimazione: «Alt, polizia». Poi, gli sparì. Greco cercò di fuggire, mentre partivano altri cólpi. Raggiunse il portone gridane o: .Aiuto, vogliono ammalarmi.. Fece ancora qualche passo, poi stramazzò sulla strada tra due automobili in sosta. Morì poco dopo il ricovero in ospedale. Tanti carabinieri attorno al Palazzo di Giustizia e controlli minuziosi all'ingresso dell'aula, per questo processo che prende l'avvio in un'atmosfera pesante. Per ora, si è superata soltanto la fase delle eccezioni preliminari. Tra l'altro uno dei rappresentanti delle parti civili, l'avvocato Paolo Berti, ha invitato il presidente della corte, Alessandro Brenci, a compiere una «riflessione» sull'opportunità o meno di occuparsi di questo caso. L'osservazione del legale si riferiva al giudizio espresso da Brenci come presidente del tribunale della libertà, quando si trattò di esaminare l'appello del procuratore generale contro la decisione del giudice istruttore di non emettere mandati di cattura nei confronti degli agenti, allora accusati di omicidio volontario. Nel respingere 11 ricorso della Procura, si scrisse tra l'altro: .E' logico che risalta l'evidente errore commesso dagli agenti. Ma occorre anche immedesimarsi nel loro stato d'animo al momento dell'azione: non si trattava di arrestare un ladro di polli o magari uno sconosciuto non fermatosi all'alt ad un posto di blocco. L'ordine riguardava un ricercato per reati gra¬ vissimi. Quindi è possibilissimo che un gesto imprudente sia stato scambiato per un tentativo di opporsi con le armi. Il tribunale della libertà aggiungeva: .Le ulteriori considerazioni hanno valore etico e non giuridico: è indubbio che la polizia non ha la facoltà di uccidere, ma bisogna valutare volta per volta il comportamento degli agenti, che in questi ultimi anni hanno lasciato una scia di sangue ben più lunga.. In queste particolari considerazioni, l'avvocato Berti ha ravvisato in sostanza un'anticipazione del giudizio. Ma dopo una breve riunione In camera di consiglio Brenci è rimasto al suo posto: non si astiene dal condurre questo dibattimento. Il processo riprende stamane con gli interrogatori degli imputati. Nell'attesa Nunzio Maurizio Romano, l'uomo del Sisde, dice: .Si può immaginare la tragedia che ho vissuto. Uccidere una persona è un peso che nessuno può togliere. Adesso sono sospeso dal servizio, e fuori c'è chi mi tratta come un killer.. Lui doveva soltanto individuare il ricercato: perché ha usato l'arma? Sostiene di essere stato aggredito dal Greco. • ripetutamente colpito.. In un angolo, c'è il fratello di Greco, Domenico. .Pietro — dice — intendeva costituirsi. Mio fratello faceva soltanto politica: non era un terrorista, non è mai stato armato.. Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Padova, Trieste