Per 25 anni senza nome
Per 25 anni senza nome Savonese «nascosto» a Valgioie Per 25 anni senza nome motivi l'Arte e, Un imbianchino in bilico a sei metri d'altezza su una scala malferma, due carabinieri che si preoccupano della sua incolumità. La storia di Vittorio Alfonso Palpella. piccolo uomo che da un quarto di secolo fuggiva dal suo passato, è venuta alla luce cena cht^ncrHaffla; Ila commedia delmagari, certo teatro di Pirandello. Tutto incomincia e finisce l'altra mattina in borgata Modoprato di Valgioie quando il comandante della stazione dei carabinieri di Giaveno, maresciallo Tedesco, e il brigadiere Minutolo s'Imbattono in un tale che, sull'ultimo piolo d'una scala, tinteggia un terrazzo al secondo piano. -E' meglio che scenda di li, non vede che è pericoloso?- dice il sottufficiale. E rimbianchino, tentando di sembrare disinvolto: •Stia tranquillo, sono leggero-. Il dialogo continua per alcuni minuti durante 1 quali gli inviti dei militari diventano veri ordini e la disinvoltura dell'imbianchino si colora, via via, di reticenza. «Afa lei, come si chiama?- domandano i carabinieri. E lui, ormai sce so: « Vittorio Campelli, nato a Piana Crixia, in provincia di Savona, il 3 gennaio del 1927. Sono a Valgioie da diversi anni, vivo da solo, mi conoscono tutti e tutti mi vogliono bene. Qui non c'è casa o villa che non ho tinteggiato-. Ma quando il maresciallo gli chiede se possiede un documento, impallidisce e risponde d'avere solo la tessera del l'Usi di Giaveno. I carabinieri lo accompa- gtCCnCVgC i o a a i - gnano in caserma. Un accertamento telefonico con Piana Crixia chiarisce che, in quel Comune, il 3 gennaio del '27 non è nato nessun Vittorio Campelli ma solo un certo Vittorio Alfonso Palpella figlio di Ernesto e di Vittoria Campelli, ricercato perché, più rientrato nella casa di lavoro di Castelfranco Emilia, Il maresciallo Tedesco comunica all'Imbianchino d'aver scoperto tutto. E lui. rasserenato: -Sono contento-. Quindi racconta: .M'avevano qualificato delinquente professionale, ma non volevo più esserlo. Cosi non sono rientrato alla casa di lavoro e ho assunto il cognome di mia madre. Sono stato nel Trentino, nel Cuneese, a Torino, a Cumiana, facendo il garzone di campagna, di fornaio, di mugnaio, ma anche l'uomo di fiducia. Ho sempre lavorato con impegno e quindi, dopo un certo periodo, i padroni mi chiedevano i documenti per assumermi regolarmente. A quel punto per me era finita: dicevo che li avrei portati il giorno dopo e, invece, sparivo. Pur di non farmi scoprire rinunciavo anche a chiedere i soldi che ancora mi dovevano. Una fuga durata 25 anni: senza' poter avere amicizie, affetti, rinunciando all'idea di costruirsi una famiglia. -A Valgioie mi sono messo a fare l'imbianchino perché nessuno mi chiedesse più i documenti per assumermi, ma questa volta i documenti me li avete chiesti voi. Sono contento, non ho più voglia di scappare: mi sento vecchio-■ Alfredo Veltri
Persone citate: Alfredo Veltri, Minutolo, Vittoria Campelli, Vittorio Alfonso, Vittorio Alfonso Palpella, Vittorio Campelli
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