Olivetti, 10 miliardi di danni
Olivetti, IO miliardi di Drammatico bilancio deirincendio divampato venerdì notte in pieno centro a Ivrea Olivetti, IO miliardi di Le fiamme, forse provocate dal surriscaldamento di un computer, devastano il terzo piano della Nuova Ico - Sopralluogo dell'ing. De Benedetti, 300 impiegati trasferiti a San Bernardo Dieci miliardi: a tanto ammontano, secondo una prima stima, i danni provocati dal furioso incendio che, venerdì notte, ha devastato l'ultimo piano della Nuova Ico, consociata della Olivetti, in via Jervis, a Ivrea. A un certo punto si è temuto che il bilancio potesse aggravarsi ulteriormente: le fiamme stavano per raggiungere l'edificio occupato dalla Ico (minicomputer). Il prodigarsi generoso di 100 vigili del fuoco ha evitato il peggio, all'alba il rogo era domato. Ieri mattina, l'ingegner Carlo De Benedetti, amministratore delegato, ha fatto una breve ispezione. Poi si è recato nel nuovo stabilimento della Ope di San Bernardo (l'edificio è agibile da una settimana dopo il pauroso rogo che lo aveva distrutto proprio tre anni fa), intervenendo alla premiazione di 1700 anziani Olivetti: «Dorerà essere soltanto un giorno di festa, purtroppo è arrivato l'incidente dell'altra sera-, ha detto. Ma subito dopo: -Ristruttureremo il palazzo nel minor tempo possibile, e le attività che ospitava non si fermeranno-. Questa la decisione: i 300 impiegati dell'ultimo piano, su un totale che supera i mille, verranno trasferiti proprio nello stabilimento di San Bernardo. Il palazzo della Nuova Ico, su tre piani fuori terra, nasce a metà degli Anni 50: lo disegnano gli architetti Figini e Pollini, che per quest'opera si aggiudicano, nel '59, il premio internazionale di Architettura industriale. E' collegato all'edificio della Ico con un modulo che verrà replicato nei prossimi mesi per la costruzione di Palazzo Uffici 2. L'allarme alle 23,45. Lo dà il guardiano di notte, avvertito da un improvviso boato. Cosa è successo? La teoria più accreditata parte dal surriscal damento di un computer, che avrebbe provocato il principio d'incendio. Nei 2000 metri adibiti a uffici, il materiale infiammabile abbonda: in venti minuti il rogo raggiunge un fronte di 200 metri, e si avvicina pericolosamente alla Ico. Gli abitanti della zona sono svegliati dal crepitio di centinaia di vetri, infranti dal calore. Strade bloccate da polizia e carabinieri, che a fa-' tica sorvegliano la folla dei curiosi. Intanto, sirene innestate, autopompe arrivano da Torino e dai distaccamenti del Canavese. Due ore dopo l'incendio è circoscritto, verso le 4 domato del tutto. Si contano i danni e si scopre che il secondo piano è parzialmente allagato, ma le fiamme non hanno fatto disastri. Il pian terreno sarebbe addirittura agibile. Completamente da ricostruire invece il terzo: distrutti schedari (ma, dicono all'Olivetti, -non c'erano documenti importanti-), computer da ufficio, scrivanie, il materiale e le attrezzature degli uffici tecnici del settore macchine da scrivere elettroniche. Fino a stasera via Jervis, che penetra nel cuore commerciale della città, resta chiusa alle auto: in qualunque giorno infrasettimanale 11 provvedimento avrebbe provocato la paralisi del traffico. a a e e a a Il lavoro dei vigili si è concluso poco prima delle quattro qm
Persone citate: Carlo De Benedetti, De Benedetti, Figini, Pollini
Luoghi citati: Ivrea, San Bernardo, Torino
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