Montedison atto secondo: fare la pace di Ugo Bertone

Montedison atto secondo: fare la pace Raul Gardini, conquistata la maggioranza relativa, deve ricomporre le fratture Montedison atto secondo: fare la pace Passo decisivo sarà la costituzione di un altro sindacato di blocco - Il rappresentante del gruppo Ferruzzi può contare su Varasi, secondo maggiore azionista con il 9,8%, Inghirami e Maltauro - Mediobanca tace - Nuove strategie per completare il risanamento di Foro Buonaparte MILANO — Raul Gardini, vinta la guerra Montedison, si accinge alla partita più difficile: fare la pace. -Non tutto è concluso* ammonisce, infatti, Gianni Varasi, secondo grande azionista della Montedison (il 9.8% contro il 14,5% dell'Agricola e della Silos Genova controllato da Gardini) intervistato da «Panorama». •L'ha detto av.che Gardini — a ammonito Lucio Rondelli, amministratore del Credito Italiano —; il lavoro più difficile comincia adesso*. Bisogna ricucire i rapporti logorati dalla battaglia per la Fondiaria e formulare, entro la fine dell'anno, un nuovo testo del sindacato di blocco che governa Foro Buonaparte ove, magari, possano continuare a sedere in pace amici e nemici di Schimberni. Oppure trovare una formula che garantisca una separazione indolore e di reciproca soddisfazione tra 1 vari contendenti. Un obiettivo delicato e difficile che assorbirà le energie di Gardini e del suoi alleati (Gianni Varasi, Fabio Inghirami, Adone Maltauro). Sul fronte interno alla Montedison, almeno a giudicare dalle parole di Varasi, non ci dovrebbero essere problemi: ./ vertici della Montedison — ha dichiarato — vanno bene Gardini e io siamo d'accordo nel non interferire con lo svi luppo dell'azienda. Il vertice manageriale di un'azienda come quella non si cambia con leggerezza*. Però, bisogna far la pace. La guerra non conviene a nessuno. *E' cambiato un si stema — teorizza Varasi — non si è rotto un patto di sindacato, un patto che ha ra pione di esserci quando il mercato non c'è. Ma in Italia il mercato per quanto piccolo c'è e funziona. Le azioni non si pesano ma si contano. Le regole sono cambiate e occorre prenderne atto. Del resto, è possibile che questioni cosi importanti vengano discusse tra quattro mura tra il giovane ragazzo, come mi chiama Cuccia, e l'establishment-fi nanziario?*. Insomma, bando agli accordi tra i salotti, ma qualcosa va pur trovato. - Ora sono necessarie — ha sottolineato Varasi — iniziative, dichiarazioni di intenti e di fatto tra i maggiori azionisti perché possa essere perseguito il risanamento della Montedison*. Occorrono patti chiari e da rispettare, insomma, su cui si possano costruire i nuovi assetti della finanza italiana, magari a partire dalla stessa Fondiaria. Inoltre, tanta trascurato nel fervore della battaglia ma di tutto rilievo, il risanamento della Montedison è ancora lontano dal suo completamento. Non sarà agevole ricomporre la lite. Raul Gardini, accolto con entusiasmo da banchieri e imprenditori nella nuova veste di guida della Montedison, può farcela. I suoi rapporti con Cuccia sono ottimi e, lungo lo sviluppo della crisi, lui è stato molto attento a non irritare la suscéttitiilità del banchiere di via Fifó'drammatici. Inoltre. Gardini non gode certo fama di azionista accomodante o distratto. Dopo il suo intervento (in tutto oltre 700 miliardi se si tiene conto dell'aumento di capitale in corso che verrà sottoscritto da Agricola e Silos) svanisce di fatto il mito della -public company», ovvero la società a capitale diffuso ma controllata dai manager, tanto caro a Schimberni. Giovanni Goria, ministro del Tesoro, non scorda però il problema della -public company». -Sarebbe un grave errore — ha detto ieri a Milano — scordarsi questo tema ora che grazie all'intervento di Gardini è finita l'emergenza. Io sono felice che il caso si sia stemperato e se ne possa parlare con serenità senza dar l'impressione di voler dare addosso a Schimberni. Adesso ne potremo parlare con maggior serenità*. Goria. comunque, continua a non apparire entusiasta di fronte a questa , novità d'Oltreoceano (ove tra l'altro sono in vigore Controlli I severi). -Si tratta di' modifi¬ a i ¬ care in maniera profonda i fondamenti del nostro codice. Allora occorre un dibattito articolato, con tutti gli interventi possibili. E' importante che le forze politiche non dimentichino, una volta finita l'emergenza L'impressione, comunque, è che il mondo politico abbia accolto con un sospiro di sollievo il blitz improvviso di Gardini. Le premesse, insomma, sono positive, come attestano le parole di Lucio Rondelli, amministratore del Credito Italiano, uno dei banchieri più vicini a Enrico Cuccia: •Raul Gardini è un uomo portato a trovare accordi e in tutti gli affari finora conclusi è sempre stato capace di risolvere i conflitti con grande abilità. Bisogna vedere come si ricomporranno i rapporti tra il vecchio e il nuovo gruppo di controllo*. I grandi contendenti, intanto, tacciono. I collaboratori di Schimberni lasciano Intendere che lui, 11 manager, vuol chiudere una battaglia insensata; Mediobanca si trincera dietro 11 riserbo (nemmeno i fiorentini della Fondiaria sanno esattamente cosa sta meditando il banchiere di via Filodrammatici). Tutti aspettano le iniziative di Gardini e medicano, intanto, le ferite della battaglia (un problema che non tocca di certo Cario De Benedetti). Gianni Varasi è l'unico che accetta di parlare delle ultime, terribili settimane di Foro Buonaparte. -Ho scelto di restare a fianco della Montedison — ha detto — perché non condividevo le strategie dell'altra parte. Non ho cercato di mediare. Non è il mio compito. Ho provato a cercare dei punti di incontro anche per difendere il mio investimento. Ma le posizioni non si ammorbidivano*. E Schimberni? *Per me va benissimo. Del resto, anche Cuccia sostiene die lui ha meritato un dieci e lode fino al 31 dicembre 1985...*. ^Ugo Bertone o . a a e cfAavcm

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