Il filo d'Arianna

Il filo d'Arianna Il filo d'Arianna a cura di R. Reale Una pensione ridotta come premio ai donatori di sangue: sordi i politici, si muoverà l'Inps? - Tre dubbi per la lassa sulla salute CHE strano Paese il nostro. Fonde miliardi nel calderone della sanità, paga legioni di invalidi fasulli, permette ai truffatori delle fustelle di arricchirsi a spese delle Usi. E ai donatori di sangue, protagonisti di un'azione di solidarietà socialmente indispensabile, taglia invece la pensione. Se n'è accorto un lettore, e alla sua denuncia hanno fatto eco altre proteste. Perché questa penalizzazione, più assurda sul piano del principio che su quello pratico (con 20 donazioni negli ultimi cinque anni un lavoratore dipendente perderebbe, infatti, 10-15 mila lire mensili)? Una prima risposta è giunta dal presidente nazionale della Fidas, prof. Cravero, autore di un polemico .fondo, sulla Gazzetta del donatore di sangue. La legge 584 del 13 luglio "67 — ricorda Cravero — riconosce al lavoratore dipendente che cede il proprio sangue gratuitamente il diritto ad una giornata di riposo ed alla corresponsione della normale retribuzione; il datore di lavoro ha poi la facoltà di chiedere il rimborso. Fino al 79 questa richiesta andava ri volta alla mutua del dipen- dente; dal 1980, con la riforma sanitaria, deve invece essere indirizzata all'Inps. E proprio l'Istituto di previdenza ha stabilito nel 1981 che la retribuzione corrisposta per la giornata di riposo ha natura di indennità e, pertanto, non è assoggettabile ad alcun contributo. Di qui la perdita di una piccola parte di pensione, a cui va aggiunta, rileva il presidente della Fidas, una nuova .chicca, nella legge finanziaria approvata a febbraio, con la riduzione di 3 punti e mezzo dell'importo per la giornata di riposo: •Cosi, proprio mentre il ministro della Sanità inizia una campagna promozionale perché manca la quantità necessaria di sangue, il donatore i viene penalizzato dallo Stato sia nella retribuzione sia nella pensione.. Se i politici si sono finora dimostrati sórdi, come lamenta Cravero, un aiuto alla causa dei donatori potrebbe invece arrivare dal Comitato provinciale del- l'Inps e dal suo presidente, Princivalle. Un primo esame della norma ha, infatti, messo in rilievo alcuni punti che potrebbero indurre l'Inps a modificare l'interpretazione precedente: 1) Il fatto che, nonostante l'astensione dal lavoro, non viene meno per il lavoratore il diritto alla retribuzione .normale.; 2) La constatazione che il legislatore, se avesse voluto riconoscere al lavoratore-donatore il diritto ad una prestazione, avrebbe anche disciplinato l'erogazione della relativa indennità, come per quelle malattia o infortunio; 3) La discrezionalità concessa al datore di lavoro, che può chiedere o meno il rimborso, con conseguente disparità di trattamento fra lavoratori (se, infatti, il datore di lavoro rinuncia, i contributi non vanno persi/ .Ne discuteremo in Comitato — annuncia Princivalle — e valuteremo se sollecitare una nuova interpretazione della norma da parte del Consiglio di amministrazio¬ ne dell'Istituto.. itile Tre risposte flash in tema di .tassa sulla salute, al rag. Silvio, di Biella, alla signora Luigia, di Castelnuovo Bormida, ed al signor Rinaldo, di Torino. 1) Tutti l redditi da pensione sono esclusi dal contributo, ma soltanto le pensioni statali (già assoggettate a contribuzione alla fonte) rientrano nel calcolo per la definizione delle aliquote. Esempio: con una pensione statale di 40 milioni, eventuali altri redditi rientrano nella fascia superiore e sono tassati al 4 per cento; una pensione Ir.ps di 40 milioni, invece, risulta ininfluente. 2) Per quanto riguarda il reddito da azioni fa testo (come per tutti gli altri redditi) l'imponibile lordo. 3) Una casalinga coniugata che possiede soltanto redditi di terreni e fabbricati per 4.600.000 dovrà pagare entro il 30 giugno '87 il 7'J> per cento di 600 mila lire, iscrivendosi nelle liste del cittadini non mutuati.

Persone citate: Cosi, Cravero, Princivalle

Luoghi citati: Biella, Castelnuovo Bormida, Torino