Riesplode la guerra tra clan di Francesco Santini

Riesplode li guerra tra clan Palermo, dopo la pausa legata al processone ucciso un uomo di Michele Greco Riesplode li guerra tra clan L'arresto dei boss ha redistribuito il potere mafioso all'interno delle cosche - Interrogato il padre del piccolo Claudio: s'indaga su una storia di appalti e di amicizie politiche - L'Antimafia propone di istituire nuclei speciali DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — E' ancora, notte e Bagheria, alla periferia orientale di Palermo, è assediata: fotoelettriche e canipoliziotto, jeepponi, mezzi blindati e centinaia di militari in divisa da campagna. E' stato ammazzato un uomo di Michele Greco, un fedelissimo del .Papa» di Cosa Nostra, e' la tenuta agricola del •padrino» è setacciata. SI cerca anche la moto «Kawasakl. del killer di Claudio Domino e nell'alba che avanza subito c'è chi collega 1 due delitti. Si segue la scia di una nuova guerra di mafia, ma il questore della città avverte: -E' presto, è presto, per disegnare una nuova geografia delle cosche*. Mario Jovlne affretta 11 passo verso la procura. 'La verità — dice il questore con rabbia — è che la vita, a Palermo, non vale più un tubo: un bambino di 11 anni, un "picciotto" di 26: tutte due massacrati e nessuno ha visto, nessuno ha sentito: Il corpo di Benedetto C-alati è bersagliato dai flashes della «Scientifica». Sangue dappertutto: sul volto forato da una calibro 38, sul torace. E la testa è finita sotto lo schienale della sua automobile, la stessa «127» rossa che in passato portava Michele Greco nelle strade di Croceverde e nelle trazzere dei suoi agrumeti. Palermo si risveglia nella paura per quest'ultimo delitto di mafia. Il padre di Claudio Domino è richiamato dalla Squadra Mobile. Percorre la città su un'automobile blindata. Il traffico del mattino impazzisce dinanzi alle scuole. Lo interrogano sugli appalti. La storia improvvisa di una fortuna nata dal nulla è scandagliata, sezionata dagli investigatori. Antonio Domino non collabora. La pista degli appalti appa.e determinante. Gli uomini in divisa si fanno pressanti. C'è un'amicizia politica importante. I poliziotti chiedo no di sapere quale fosse il legame tra il padre di Claudio e l'ex capogruppo comunale de: l'oculista Franco Arcudi che ieri è stato ascoltato da gli Investigatori. «Appalti e miliardi — dice il capo della sezione omicidi Accordino — non vengono dal nulla. Un impiegato della Sip, con troppe nebulose finanziarie. E qui, a Palermo, lo stupore si ripete ad ogni indagine: si scoprono affari e ricchezze inesplorate, sempre sul confine della legalità. Ogni storia di mafia riporta indietro: Sono le vicende del Greco e del clan dei Corleonesi, di Ciancimino e di Llggio che secondo il capo della Squadra Omicidi vanno messe a fuoco sugli ultimi quattro anni. E' il capitolo sconosciuto del dopo-Buscetta che lascia gli inquirenti nel buio p^ completo. Appalti e droga, collusioni mafiose e complicità aperte. La morte di un luogotenente di Michele Greco o l'assassinio di un bambino di 11 anni restano cosi senza punti di riferimento. Il giudice Sciacchitano, del pool antimafia, ripete: -Anch'io ho un figlio in prima media e questo padre che tace mi fa molto pensare*. La Commissione antimafia ascolta adesso 11 procuratore capo. E' mezzogiorno. Passi veloci sul marmi del tribunale. E lo scenario non cambia dall'altra parte della città, oltre il recinto blindato dell'aula-bunker. In Corte d'assise depone Emanuele De Francesco. Alto commissario ed ex capo del Sisde fu spedito a Palermo nelle stanze di Villa Wltaker subito dopo il delitto Dalla Chiesa. Trenta mesi a Palermo, nel clima rovente delle polemiche sulla morte del prefetto generale. Eccolo al pretorio. De Francesco ha i modi del vecchio poliziotto. Indossa un abito blu di buon taglio. Nella destra, una cartella di cuoio zeppa di documenti. Risponde con sicurezza al presidente Giordano che gli domanda: «Dalla Chiesa avanzava richieste specifiche?». De Francesco: -No, solo di carattere generale*. Presidente: •/ poteri che le furono, attribuiti in che cosa si differenziavano rispetto a quelli dati a Dalla Chiesa?: De Francesco: -L'Alto commissario coordina l'attività dei prefetti. Qui si sta insistendo troppo sui poteri eccezionali perché i veri poteri stanno nella Legge RognoniLa Torre ed esistevano già a livello di alta autorità: Presidente: -E' a conoscenza che tra le richieste di Dalla Chiesa vi fossero nuovi poteri?.. De Francesco: .So che Dalla Chiesa tendeva a creare delle unità speciali contro la mafia, come aveva fatto per il terrorismo: La Corte si prepara ad ascoltare, nel prossimi giorni, Giulio Andreotti, ■ Giovanni Spadolini e Virginio Rogno ni. Nella Palermo scossa dal sangue delle ultime ore, l'Interrogatorio dell'ex capo dei servizi anticipa le audizioni più importanti. Il nodo di fondo è sull'ipotesi delle «re sistenze politiche» a Dalla Chiesa, da parte dei più alti livelli romani. De Francesco, su questo punto, è categorico Alza il tono della voce e dice: Non credo che vi siano mai state resistenze: ho letto un rapporto scritto dal generale qualche minuto prima dell'eccidio di via Carini: faceva riferimento ad intese già raggiunte con l'allora ministro dell'Interno Rognoni nell'incontro di Corleone*. De Francesco parla deciso e Michele Greco, dalla gabbia numero 23, appare imperturbabile. Ma ha freddo, e indossa un pullover bianco dai bordi blu. E' caduto Benedetto Galati che era tra gli uomini più fidati del suo clan, ma il capo della commissione di Cosa Nostra resta imperturbabile. A Palermo è difficile cogliere emozioni e stupore. A'Palazzo di Giustizia, anche il procuratore capo Pajno sembra indifferente alla visita dell'Antimafia. Dopo i funerali del bambino Pajno sarà sottratto con fermezza all'invito del presidente dell'Antimafia che lo voleva accanto à sé dinanzi alle telecamere. L'hanno udito sussurrare: «Presidente Alinovi, credo che a questo punto la mia presenza sia più utile in questura*. Ieri i commissari dell'Antimafia gli hanno parlato di un nucleo speciale. E' la vecchia proposta di Dalla Chiesa. Pajno non è apparso entusiasta e il sostituto Sciacchitano dice con franchezza: -Queste proposte debbono venire dal governo, dal ministro dell'Interno Scalfaro: l'Antimafia ha altri compiti, vigilare, in primo luogo, sulla Legge Rognoni-La Torre*. Il questore Mario Jovine lascia la riunione a Palazzo di Giustizia. -Indagini intensissime — ha 11 tempo di dichiarare —, grande scrupolo: siamo arrivati ad ordinare il guanto di paraffina sul ragazzo che era assieme a Claudio Domino quando gli hanno sparato negli occhi. Il risultato è stato negativo*. Ecco il sostituto Cerami. A lui l'Indagine della procura. Gli domandano: -Che cosa si sa sul legame tra il consigliere comunale Arcudi e il padre ]d( Claudio?.. ! -Top secret.. -No comment*. Cerami risponde all'americana. •/ frutti dell'inchiesta — concede infine — si awanno a tempo debito: tutti debbono collaborare.. Francesco Santini

Luoghi citati: Bagheria, Corleone, Palermo