Cuomo, il diavolo a Manhattan di Furio Colombo

Cuomo, il diavolo a Manhattan COME CAMBIA LA CHIESA CATTOLICA NEGLI STATI UNITI Cuomo, il diavolo a Manhattan Al governatore dello Stato il vescovo O'Keefe ha vietato di parlare nelle scuole della Chiesa: «Così intelligente, confonderebbe i giovani)) - E' stato educato a credere nella tolleranza e nel dibattito, ora gli si chiede invece di accettare l'autorità indiscussa della gerarchia, secondo la linea di Wojtyla - «Un Papa che gli americani applaudono benché affermi il contrario di quel che pensano» , i l NEW YORK — .Mario Cuomo è cosi intelligente che potrebbe confondere le menti dei nostri giovani»; con questo strano complimento il vescovo O'Keefe, vicario generale di New York, ha spiegato che a Cuomo d'ora in poi è proibito parlare nelle istituzioni cattoliche, scuole, università o eventi organizzati dalla chiesa. Siamo in un anno elettorale (Cuomo dovrà essere rieletto governatore dello Stato di New York in novembre e potrebbe essere il candidato presidenziale dei democratici nel 1988) eppure non è questa la spiegazione. Lo scontro viene da lontano, porta l'impronta del nuovo modo di governare la fede di Giovanni Paolo II, rappresenta un taglio netto e drastico nel nodo delle questioni che prima d'ora erano considerate zona di discussione fra gerarchie e laici, fra gradi diversi di ortodossia, e spinge a una riorganizzazione drammatica e un poco affannata del cattolicesimo americano, colto in parte di sorpresa. La sorpresa è dovuta al contrasto non notato fra l'immagine e l'insegna di Wojtyla. Un Papa dall'aria affabile, di eccellente immagine, con un grado di comunicazione caldo e di qualità supremamente televisiva, ha conquistato un'America che senza ascoltarlo lo ha scelto e approvato. Aveva scritto il commentatore politico Michael Kramer al tempo della prima visita di Papa Wojtyla a New York: «E' strano, lo applaudono, lo adorano eppure lui afferma 11 contrario di quello che quasi tutti 1 cattolici americani dicono e pensano». Anche nel commento di Kramer c'era un equivoco. Dai tempi di Kennedy la cultura americana si era abituata a un'immagine internazionalista, ecumenica e tollerante della chiesa cattolica. Cosi tollerante- che aveva forzato verso le proprie posizioni accomodanti le più importanti chiese protestanti d'America. Insieme avevano formato un cerchio di religiosità benevola che apriva al mondo e chiudeva alle intolleranze con cui le chiese si erano identificate in passato. Quella cattolica era diventata la chiesa delle vaste classi urbane e medie,, di buone condizioni socialt e di tolleranti costumi, capaci di armonizzarsi con le caratteristiche degli altri gruppi di punta, disposta sempre a formare comitati comuni (esistono ancora istituzioni cattoliche, ebree e protestanti, con fini culturali o di carità, ma ormai esistono quasi solo nel nome). Una chiesa che con Giovanni XXIII aveva ricevuto l'autorizzazione ad abitare con agio dentro l'America, a viverne e rappresentarne la cultura e i costumi senza temere il distacco da Roma. Intanto, lontano, fra le pianure del Kansas e i deserti del Nevada, fra gli Stati lenti e prudenti del Middle West e quelli avventurosi e di frontiera del Sud Ovest, la tensione si formava in un altro modo. Erano le chiese di campagna contro le chiese di città, il bisogno tenace e a volte ansioso fino alle soglie del panico, di garantire che il futuro assomiglierà al passato, che il bene sarà conservato, che il progresso non deformerà la faccia di Dio. Queste chiese rappresentavano un sogno che non era soltanto contadino: che ci sia una fonte unica, un'immagine uguale e perenne, un'irremovibile e chiarissima linea fra il prima e il dopo e fra il bene e il male, con una gran voglia di far coincidere il «prima» col «bene», e di pietrificareJa storia, per non doverne soffrire i terrificanti sobbalzi. Erano presenti i cattolici in -quel sogno? Lo erano e adesso la prova è nell'episodio che il Washington Post ha definito la «suprema sorpresa»; la nomina a giudice della corte suprema di Antonino Scalla, uomo di grande prestigio giuridico, ma anche rappresentante di un cattolicesimo cosi rigoroso da indurre il guru della cultura conservatrice William Salire, a scrivere: «Il giudice Scalla dovrà, uscire dal tunnel del suo zelo per entrare nel paesaggio più vasto del presente americano». A mano a mano che la spinta dall'interno dell'America si è fatta piti forte, la chiesa cattolica americana ha dovuto, più volte in pochi anni, riorganizzare i suoi uomini, le sue voci e la sua immagine. Ha messo l'accento sulla pace e la conciliazione negli Anni 60, ha spostato tutto il suo peso sui temi della povertà e sulle questioni sociali negli Anni 70. I momenti estremi di queste due grandi ondate d'opinione sono state la lettera dei vescovi americani sul pericolo nucleare e quella sul capitalismo, entrambe sono scoppiate a granata dentro il contenitore cattolico, separando, bruscamente vescovi da vescovi, credenti da credenti) <Bh è scoperto; coli "tmv prowiso che la tensione era forte, che un'agenda fondata su grandi temi internazionali, per quanto nobile, non rifletteva completamente l'America, la tensione della sua chiesa, le sue ansie morali, la vita di molta gente. Le due spinte £' stato quello il periodo in cui la massa cattolica americana e i suoi uomini guida sono stati presi nel contraccolpo di due fatti inaspettati e sorprendenti: il divampare di nuova fede nel cristianesimo protestante, una fede con poca tolleranza e un forte impegno politico di tipo conservatore; le direttive di un nuovo papa che si era dato come primo obiettivo il completo recupero dell'autorità pastorale, del clero sui laici. dPvvbtssmttrngg•1 f del vescovo sulla comunità. Per questo disegno occorrevano temi esemplari e una volontà altrettanto inflessibile di quella dei nuovi protestanti. Le due spinte si sono saldate sui temi nati in seno al cristianesimo fondamentalista: la lotta all'aborto senza il minimo cedimento alle leggi; la richiesta perentoria di 'Scuole cristiane»; la revisione dei programmi d'insegnamento per garantirne l'armonia con la dottrina cristiana; il divieto d'interferire nell'autorità •della famiglia con interventi didattici e pedagogici (dalfe- 1 ducanone| sessuale alla■ letturàdtaìltori-giùdicatl non accettabili) che rischiano di distaccare i figli dai padri e dunque di creare tensione fra •conservazione' vista come continuità e 'progresso', immaginato come rottura. Per le chiese protestanti fondamentaliste la linea di demarcazione è la Bibbia: viene richiesto di credere alla lettera, non all'interpretazione delle scritture. Per la chiesa cattolica, è la gerarchia e la sua guidartene comandato di non discutere ciò che non è discutibile perché fa parte dell'insegnamento dei vescovi. E' una straordinaria coincidenza storica quella che ;! sta creando fra il nuovo centralismo della chiesa cattolica e il dominio non discutibile della Bibbia proposto con forza dalle chiese fondamentaliste d'America? Di certo persone come Cuomo si trovano al centro del doppio dibattito. Non scherzava il vescovo O'Keefe quando ha detto che «Cuomo è troppo intelligente e può confondere le giovani menti». La frase è quasi uguale a quella che due anni fa il reverendo Falwell, uno dei leader religiosi e politici del cristianesimo fondamentalista americano, aveva rivolto al senatore Kennedy, invitato nella sua chiesa. «Lei è intelligente e proverà a confondere le menti idei miei parrocchiani Falwell stava facendo un gioco più politico che teologico: la visita di Kennedy ha portato prestigio alla sua immagine pastorale. Il vescovo O'Keefe non è cosi ingenuo da non tener conto delle conseguenze politicìie della controversia fra la diocesi di New York (la guida della chiesa d'America) e il governatore dello Stato più importante. Questo non vuol dire che ci sia malizia o malafede in O'Keefe. Il gioco è diverso perché sono diverse le chiese e perché la chiesa cattolica americana non si misura sul terreno della politica, nella versione di Giovanni Paolo II. Che cosa divide Cuomo da O'Keefe e dunque da O'Connor, che cosa divide una par¬ te del cattolicesimo americano dalla chiesa di Roma? Non è un disaccordo sul tema dell'aborto. Ciò che divide è la guida della gerarchia di una chiesa in una questione che è anche sociale, legale e politica. Stato e Chiesa Cuomo risponde all'immagine liberale e tollerante del cattolicesimo degli Anni 60 e 70 che ammette dibattito, disagio, tensione, differenze di soluzione di questo immenso problema.. .Cuomo. inoltre, con là jlcTùcia •appuiìionata dell'americano dUprtma ge¬ nerazione, crede alla separazione fra Stato e chiesa che gli è stata insegnata a scuola. E crede in una chiesa che gli permette di osservare quel suo dovere di cittadino, perché ricorda John Kennedy che, con la benedizione del card. Cushing di Boston, aveva promesso agli americani che non si sarebbe mai lasciato guidare dal precetto religioso nella sua attività di politico americano. Adesso la chiesa cattolica chiede a Cuomo di rimuovere quelle due persuasioni. E lo sta chiedendo a lui e a ogni altro candidato democratico o repubblicano, a ogni nuovo giudice, al presidente, il blocco potente delle chiese fondamentaliste d'America. Fra le prime file di queste chiese si fa avanti un candidato presidenziale che darà battaglia senza quartiere per trasformare in questione religiosa ogni problema politico, il rev. Pat Robertson. Fra i '"•ttolici si rafforza l'immane di colui che potrebbe essere fra qualche anno il primo papa americano, John Jay O'Connor, cardinale di New York. La stretta dovrebbe chiudersi intorno a uomini come Cuomo e lasciare tutto lo spazio ai candidati attenti alle nuove tensioni che — si legge sul New York Ma gazine — si preparano alla campagna elettorale ciascuno munito di un 'Consigliere evangelico', come un tempo avevano un esperto di media. Ma c'è un dato che potrebbe all'improvviso giocare a favore di Cuomo, che potrebbe spiegare lo strano complimento di O'Keefe. Cuomo è un grande predicatore. Se l'ambiente politico della prossima America si farà sempre più religioso. Cuomo avrà le parole, il modo, l'intonazione e la passione per farsi ascoltare. Il solo fra tanti che non avrà ..bisogno del consigliere evangelico. , Furio Colombo Cuomo \isto da Ix;»ine (Copyright N. Y. Review of Books Opera Mundi e per l'Italia oLa Stampa»); a destra il vescovo O' Keefe di New York