Petroli, una vedova accusa di Claudio Cerasuolo

Petroli, ma vedova accusa Al processo di Torino si aggrava la posizione degli imputati Petroli, ma vedova accusa Miriam Florio: «Mio marito guidava i servizi segreti della Finanza e scopri che r vertici erano piduisti. Morì in uno strano incidente d'auto» - Ex direttore Bnl parla dei conti segreti di Loprete TORINO — La parola di una vedova e quella di un ex direttore di banca contro quella di un imputato «eccellente», l'ex capo di Stato Maggiore della Finanza, generale Donato Loprete. E' stata una delle udienze più drammatiche al processo per lo scandalo dei petroli, 300 miliardi di imposte evase allo Stato tra il 74 e il '78. Sul banco del testimoni sfilano Miriam Cappuccio, vedova del colonnello Salvatore Florio, capo del servizio segreto della Finanza e l'ex direttore della Banca Nazionale del Lavoro; Mario Diana. Le loro deposizioni aggravano il fardello delle accuse contro Loprete, che si butta nella mischia, ma viene sconfitto ai punti: •Contesto le loro affermazioni, sono sgomento*, ha detto al termine dell'udienza. Quali le novità emerse nei due confronti?. Il colonnello Florio, che aveva rifiutato l'adesione alla P2 di Licio Gelli, aveva scoperto che i vertici della Guardia di Finanza, dal comandante gene rale Giudice, al suo vice, ge nerale Scibetta, erano affiliati alla Loggia. Diana, sollecitato dagli Inquirenti, ha scovato negli archivi della banca un blgliettino compromettente per Loprete. La miste riosa signora «Padula. — latrice del messaggio del generale a Diana, una specie di lasciapassare utilizzato per aprire quattro conti bancari segreti, intestati a nomi di città, per complesivi 80 milioni — altri non era che la moglie del generale Loprete. Il racconto di Miriam Cap- Puccio comincia dallincontro con Licio Gelli. Vedova Florio: «C/na sera, mentre eravamo in un locale alla moda, un signore molto distinto si ai>vicinò al nostro tavolo e disse a mio marito: 'Lei ha una cattiva opinione di me, colonnello, ma presto la pambierà". Mi meravigliai die mio marito non lo degnasse di una risposta e lui mi spiegò: "Lascia stare, è Licio Gelli. Vedrai che quello mi rovina. " Dopo aver rifiutato l'adesione alla P2, mio marito scopri che i vertici della Finanza erano tutti affiliati alla Loggia. Subito dopo subimmo uno strano furto in casa. I ladri non presero oggetti d'oro né danaro ma rovistarono tutto l'alloggio mettendolo a soqquadro: cercavamo documenti segreti. Quando apprese della nomina di Giudice a comandante generale del Corpo, mio marito fece un salto sulla sedia: il suo nome non era tra quelli dei candidati. Pachi giorni dopo gli telefonò l'allora capo di Stato Maggiore, generale Dell'Isola, che era appena stato trasferito ad altro incaricche gli disse: "Preparati la valigia, il secondo a saltare sei tu". Infatti, fu subito trasferito a Genova, da dove ritornò a Roma nel 76. Ebbe un violento alterco con il generale Giudice e gli disse chiaro e tondo che al ritorno da una missione avrebbe raccontato tutto ciò che sapeva di lui. Giudice cercò di sdrammatizzare e prima di congedarlo, lo abbracciò affettuosamente e lo baciò sulla guancia. Pochi giorni dopo mio marito morì in uno stranissimo incidente stradale*. Presidente Aragona: «Perché stranissimo?» Vedova Florio: «Non ho mai creduto all'incidente. Le indagini sono durate anni ma si sono concluse con un nulla di fatto. Mi hanno perfino detto che avrei dovuto chiedere l'autopsia: come se una persona in quei frangenti avesse la lucidità di fare certi passi! Ricordo che telefonai al generale Aldo Vitali, a Venezia: anch'agli non credeva all'incidente. Vitali era dello stesso corso di mio marito, erano molto affiatati. Mi disse: "A me non mi fregano. Ho consegnato tutta la documentazione ad un notaio nel caso mi succedesse qualcòsa"*. — Presidente Aragona: «Alla morte di suo marito le consegnarono i documenti riservati che teneva in quella cassaforte?». Vedova Florio: *Si, mi diedero delle cartelline con la dicitura "riservatissimo" ma erano vuote*. — Aragona: «Suo marito le fece delle confidenze su Loprete?». Vedova Florio: -Diffidava di lui, per i suoi numerosissimi appoggi politici. Circolavano voci sul suo conto*. Dopo la signora Cappuccio ha testimoniato l'ex direttore della Bnl, Diana: *Il dr. Vauàano (il magistrato che ha condotto l'inchiesta sullo scandalo, ndr) ci chiese di verificare se nel nostro istituto c'erano conti intestati a Loprete o a suoi familiari. Ufficialmente non risultava nulla ma un mio funzionario trovò questo bigliettino: "Signora Padula. Quattro libretti al portatore di 20 milioni intestati a Novara, Torino, Rieti e Bari. 16 per cento". Mi ricordai della persona che era venuta ad aprire quei libretti: mi era stata presentata dal generale come sua moglie. Ci siamo conosciuti ad una cena dal generale Giudice, c'era anche il ministro Stammati. Io ero iscritto alla massoneria dal '49, poi per disgrazia finii nella P2. Sapevo che Giudice, Loprete e Scibetta erano affiliati àtla~ Loggia. Ma non chiesi mai alcun favore — Pres. Aragona: «Generale Loprete, ha dr. dire qualcosa al teste?». L'udienza si chiude con l'ultima sfuriata del generale: -Contesto e sono sgomento. Chiedo una superperizia su quel biglietto, non è di mio pugno e mia moglie non è la signora Padula*. Il processo continua oggi con altri testi d'accusa. Claudio Cerasuolo Torino. Miriam Cappuccio, la vedova del colonnello Salvatore Florio, durante la sua deposizione (Foto La Stampa) ri i Pdl luio comiia dll'it

Luoghi citati: Bari, Genova, Novara, Rieti, Roma, Torino, Venezia