Nella baia di Saros per la Nato un D-Day di errori di Francesco Fornari

Nella baia di Saras per la Nata un P-Pay di errori In Turchia importante esercitazione di sbarco che ha impegnato anche soldati italiani e statunitensi Nella baia di Saras per la Nata un P-Pay di errori DAL NOSTRO INVIATO ISTANBUL — VAutumn Forge, l'esercitazione annuale della Nato, si è conclusa a Kesan in Turchia, importante nodo strategico ad una ventina di chilometri dalla Grecia, nella Saros Bay. E' un golfo sul mar Egeo che dista meno di 50 chilometri dalla frontiera con la Bulgaria. Iniziata a metà settembre con esercitazioni In Piemonte, Lombardia e Friuli, la Display Determination ha vissuto il suo momento più importante qui, all'Est, l'altro bastione dell'Alleanza a contatto diretto con lo schieramento sovietico. E' uno dei pùnti più caldi del sistema di¬ fensivo della Nato: la Turchia ha «vicini» scomodi, oltre all'Urss, la Bulgaria, l'Iran, l'Iraq e la Siria. La maggior parte dell'armata turca (che con circa 700 mila soldati costituisce il contingente più numeroso dell'Alleanza, dopo quello degli Stati Uniti), è schierata nella Tracia, al confine con la Bulgaria: un terreno poco propizio alla difesa, un tavoliere brullo, l'ideale per l'impiego del carri armati, largo poco più di 150 chilometri fra la frontiera e gli stretti. Qui, ogni due anni, si addestra la Allied Mobile Force (Ami), e quest'anno si è svolta la parte finale della Display Deter¬ mination, che prevedeva uno sbarco alleato sulle coste turche per ricacciare l'invasore. All'esercitazione, la prima manovra anfibia nell'Egeo dal 1979, hanno partecipato 4500 uomini. L'ammiraglio Arthur Moreau, comandante delle forze Nato del Sud-Europa ha detto che «è stata una dimostrazione della solidarietà dell'Alleanza, oltre che un ottimo banco di prova per i soldati di diversi Paesi'.. Milleottocento Marines della decima brigata, 300 fanti di marina italiani del battaglione «San Marco» e 500 turchi, hanno partecipato allo sbarco nella Saros Bay, un'operazione che aveva tre obiettivi: conquistare la spiaggia, avanzare in profondità nel territorio occupato dal nemico, costruire piste di atterraggio per gli aerei che, in un secondo tempo, dovevano trasportare rinforzi, armamenti, materiale. Dopo una manovra diversiva di fronte ad Izmir, dove sono stati simulati i preparativi per uno sbarco, nella notte tra mercoledì e giovedì le sedici navi Impiegate nell'operazione, fra cui il nostro trasporto truppe «Caorle», si sono trasferite a sorpresa nella Saros Bay. Alle prime luci dell'alba, sulla spiaggia sono piombati gli FA-18 americani, simulando un massic¬ cio bombardamento. Contemporaneamente sedici elicotteri da trasporto, i giganteschi CH-46. trasportavano un contingente di Marines oltre le linee avversarie. Purtroppo uno degli elicotteri è precipitato, esplodendo. Non ci sono state vittime, molti militari sono rimasti feriti, •in modo leggero: Alle 5.30 si è Iniziato lo sbarco. Qualcosa però non ha funzionato bene: i 300 fanti di marina del «San Marco» hanno toccato terra alcune centinaia di metri più lontano dal luogo prefissato: 1 nostri soldati si sono trovati-ih una situazione critica, esposti al fuoco degli avversari appostati su una collina. Le •perdite», secondo gli osservatori, sono state rilevanti. I nostri fanti hanno dovuto conquistare la collina, poi ripiegare verso il punto reale di sbarco per ricongiungersi ai Marines americani e ai fanti turchi. Per oltre un'ora le forze alleate si sono trovate In una posizione quanto mal pericolosa: lo schieramento, Infatti, presentava una grossa smagliatura fra l'ala destra, quella dove operavano gli italiani, e il resto del contingente. Il capitano Volandri, che guidava lo sbarco italiano, si è trovato di fronte ad una situazione imprevista. Ha giustificato l'errore con la difficoltà di comprensione fra i vari reparti: •< turchi non parlano bene l'inglese, noi neppure. Non ci siamo capiti. Questi sono gli inconvenienti della Nato.. Grossi inconvenienti, che hanno rischiato di far fallire tutta l'esercitazione e, in caso reale, avrebbero causato la perdita di molte vite. Oltre tutto, 1 nostri fanti hanno perso tempo nel tentativo di ricongiungersi con gli alleati, restando troppo a lungo allo scoperto, fra la costernazione degli osservatori turchi che li vedevano muoversi indifesi sotto il fuoco nemico. Francesco Fornari

Persone citate: Arthur Moreau, Volandri